Oggi ricorre la memoria liturgica di san Gilberto di Sempringham, compatrono di Caorle. Nasce nel 1083, figlio di un nobile normanno approdato in Inghilterra al seguito di Guglielmo il Conquistatore; fu avviato fin dalla giovane età alla carriera ecclesiastica, e per lungo tempo dimorò in Francia, Paese nel quale compì gli studi religiosi ed insegnò. Tornato in patria ricevette dal facoltoso padre il beneficio delle chiese di Sempringham e di Terrington, le cui cospicue rendite, però, soleva devolvere agli umili e ai poveri, andando ad abitare nel palazzo vescovile della diocesi di Lincoln, a servizio del vescovo Roberto, dal quale ricevette gli ordini minori.
Fu ordinato sacerdote dal successore, il vescovo Alessandro, che lo nominò anche penitenziere della diocesi di Lincoln. Tuttavia qualche anno più tardi ritornò a Sempringham; qui diede vita dapprima ad una comunità monastica femminile, sotto la rigida regola benedettina, e poi ad una comunità di monaci ai quali, dopo il rifiuto dei cistercensi di assumerne la direzione spirituale, affidò la regola di sant'Agostino. Nasceva così il primo Ordine religioso sorto in Inghilterra, i monaci Gilbertini, i cui statuti vennero approvati e confermati da tre papi.
Recatosi in Francia nel 1147 ebbe modo di conoscere personalmente papa Eugenio III e san Bernardo; sostenne poi san Tommaso Becket nella controversia con Enrico II, dal quale dovette subire delle persecuzioni e, tornato tra i suoi monaci, fu calunniato da alcuni membri laici del suo stesso ordine, per la disciplina troppo rigida che aveva loro imposto. Tuttavia i vescovi inglesi furono concordi in sua difesa presso papa Alessandro III. Morì il 4 febbraio 1189, nella sua comunità di Sempringham, a più di cento anni.
La devozione a san Gilberto nella diocesi di Caorle è radicata fin dal XV-XVI secolo, quando negli atti delle visite pastorali dei vescovi di Caorle, sono riportate tra le reliquie più importanti conservati nella cattedrale il capo di Santo Stefano Protomartire (titolare della stessa), il braccio destro di Santa Margherita (compatrona) e la maggior parte del corpo di san Gilberto Confessore (anch'egli compatrono). A conferma di questa devozione secolare vi erano le statue seicentesche poste sull'altare maggiore della stessa cattedrale, e rappresentanti il patrono principale e i due compatroni. Oggi, dopo il discutibile smembramento dell'antico altare, troviamo la statua di santo Stefano sopra la porta principale, e le statue di santa Margherita e san Gilberto (nella foto) ai lati del coro del Santuario della Madonna dell'Angelo. Tuttavia anche nel palliotto del moderno altare maggiore sono rappresentati i tre titolari.
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