Ricorre oggi l'anniversario della morte di papa Pio IX, al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti, beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 2000. Nato il 13 maggio 1792 a Senigallia, fu ordinato sacerdote sotto la spinta di papa Pio VII (il papa che sancì la soppressione della diocesi di Caorle nel 1819); malgrado il suo parere espresso di non volere cariche ecclesiastiche, nel 1827 fu nominato arcivescovo di Spoleto a soli 35 anni. Fu poi nominato arcivescovo di Imola da papa Gregorio XVI, e creato cardinale nel 1840. Solo 6 anni dopo, nel 1846, morì Gregorio XVI; il conclave che ne seguì fu segnato dalle forti tensioni che in quegli anni interessavano l'Europa e la penisola italiana in particolare. Fu eletto papa, ed assunse il nome di Pio IX, in onore di Pio VII che incentivò la sua vocazione sacerdotale. Il nuovo pontefice era considerato un liberale, inesperto di questioni diplomatiche e affine alle spinte unitarie che pervadevano l'Italia di metà ottocento; a testimonianza di ciò il fatto che l'Imperatore d'Austria inviò l'arcivescovo di Milano al conclave con il veto contro l'elezione del cardinale Mastai Ferretti, ma non riuscì ad arrivare in tempo.
Nel governo dello stato pontificio promulgò lo "Statuto fondamentale pel governo temporale degli Stati della Chiesa", col quale intendeva venire incontro alle esigenze della popolazione istituendo due Camere e il collegio cardinalizio, con a capo il papa. Durante il suo pontificato, inoltre, si raggiunsero obiettivi molto all'avanguardia per il mondo dell'epoca, quali la libertà di stampa e la promozione di una lega doganale tra gli stati italiani preunitari, all'epoca un intrepido e importante tentativo diplomatico verso l'unità degli stati italiani sulla via federale. Promosse inoltre un processo di reintegrazione degli ebrei che abitavano lo stato pontificio, ad iniziare con il processo simbolico di rompere i sigilli all'ingresso del ghetto, per poi sottrarli al tributo annuale che essi dovevano versare al Campidoglio e proclamarli pubblicamente "suoi figli".
Dal 1848 in poi inizia il periodo del lungo pontificato di Pio IX che più ne condizionerà la memoria futura. Del 29 aprile 1848 è l'allocuzione al collegio cardinalizio con la quale chiariva che il papa non poteva considerarsi ostile all'Austria, in quanto legittimo regno non in guerra, ma manifestava ugualmente il suo parere favorevole per l'unità federale degli stati italiani (l'allocuzione conteneva l'invocazione "Benedite, Gran Dio, I’Italia e conservatele sempre questo dono di tutti preziosissimo, la Fede"). Tale chiarimento (che diplomaticamente serviva a proteggersi da un attacco militare dell'impero asburgico, che mal sopportava l'idea di perdere i suoi possedimenti in territorio italiano per la formazione di uno stato federale indipendente) gli valse comunque la qualifica di traditore agli occhi dei patrioti più facinorosi, che il 15 novembre uccisero il primo ministro Pellegrino Rossi e, pochi giorni dopo costrinsero lo stesso papa alla fuga a Gaeta, vestito da semplice sacerdote per passare inosservato. Dopo il fallimento della repubblica romana, la figura di papa Pio IX era sempre più disprezzata negli ambienti patriottici italiani; la realizzazione di uno stato italiano unitario avvenne diversamente da come auspicato dal pontefice (cioè in forma federale), con la ben nota breccia di Porta Pia del 1870 e la presa di Roma. Questo portò ad una frattura sessantennale tra la Chiesa e lo stato italiano, con la promulgazione del non expedit e ritirandosi in Vaticano quale prigioniero politico, status che conservarono anche i successivi pontefici Leone XIII, Pio X, Benedetto XV e Pio XI, che tornò a farsi vedere pubblicamente in corteo solenne soltanto dopo i patti lateranensi del 1929 e la formazione dello stato della Santa Sede.
Papa Pio IX è anche ricordato per aver promulgato il dogma dell'Immacolata Concezione, l'8 dicembre 1854, e il Sillabo, del 1864, col quale elencava i principali errori del suo tempo (tra i quali l'ateismo, il comunismo, il socialismo, l'indifferentismo ed altri concernenti il rapporto tra la Chiesa e la società civile). Fu il papa del Concilio Vaticano I, del 1869, il cui risultato più conosciuto è il dogma dell'infallibilità papale, considerato, tra gli altri da papa Paolo VI, precursore della Costituzione Apostolica Lumen Gentium del Concilio Vaticano II. Morì il 7 febbraio 1878.
Vale la pena di ricordare la figura di questo grande papa del '800, specialmente in questo 150mo anniversario dell'unità d'Italia. Fa specie che dall'anno scorso, in tutte le occasioni in cui si è parlato dell'anniversario dell'unità d'Italia, non si sia mai fatto il nome di Pio IX. D'altra parte è innegabile che, come avvenuto anche per altri papi nella storia, il mito di Pio IX papa re, nemico della rivoluzione e dei patrioti italiani, antisemita, senza però conoscerne la storia, il Magistero e la politica, abbia contribuito alla sua damnatio memoriae. Non si spiegherebbe altrimenti la lunga serie di critiche piovute su Giovanni Paolo II quando nel settembre del 2000 beatificò papa Mastai Ferretti. Nella rivista teologica Concilium si leggeva: "La beatificazione rischia di recare alla Chiesa cattolica un danno considerevole"; il teologo Edward Schillebeeckx ribadiva: "Beatificarlo oggi danneggia la Chiesa e aumenterà la disaffezione di molta gente"; e ancora, Giovanni Battista Metz, parlando del suo "antisemitismo": "Mi meraviglio che possa essere proclamato beato da Giovanni Paolo II, che è andato in Israele esprimendo sentimenti di riconciliazione. Mi è incomprensibile sono triste". Fa specie, inoltre, leggere anche certe opinioni di Giovanni Paolo II, da parte di chi oggi, specialmente in contrapposizione a Benedetto XVI, si dichiara lieto della sua prossima beatificazione; nel duemila si leggeva di lui in relazione alla beatificazione di Pio IX, in un certo giornale: "C'è un aspetto poco conosciuto del pontificato wojtyliano: la sistematica repressione ed emarginazione dei teologi di "parere diverso" rispetto alla linea ufficiale. Così sono pochi, oggi, ad avere il coraggio di parlare anche se l'imbarazzo e il malessere per la beatificazione di Pio IX sono diffusi in molti settori del mondo cattolico"; e ancora, sullo stesso giornale: "Tre ovazioni scroscianti della piazza per Giovanni XXIII (beatificato insieme a Pio IX, ndr). Solo un accenno di applauso per Pio IX. I fedeli di piazza San Pietro non hanno avuto imbarazzi nella scelta tra il "Papa Buono" e il "Papa Re"".
C'è da augurarsi che, specialmente quando sono uomini di Chiesa ad essere impegnati nelle manifestazioni per l'unità d'Italia, si possa citare la figura di questo grande papa, beato, e si possa fare chiarezza, con onestà intellettuale, sulla sua vicenda.
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