Ventiquattro anni fa, il 20 febbraio 1987 tornava alla Casa del Padre monsignor Felice Marchesan, più che un parroco un padre per tutti i caorlotti. Nato a Caorle il 22 novembre 1905, fu ordinato sacerdote il 13 luglio 1930 dal servo di Dio il patriarca Pietro La Fontaine. Subito prestò servizio nella sua parrocchia natia come vicario cooperatore, ma appena nove anni dopo, nel 1939, fu promosso arciprete del Duomo, incarico che mantenne fin quasi alla morte, nel 1984. Battezzò, comunicò e sposò decine e decine di caorlotti, che ancora oggi lo ricordano come uno zelante pastore della Chiesa, affezionato alla sua città e ai suoi compaesani, devotissimo alla Madonna dell'Angelo, a volte un po' burbero ma certamente schietto e sinceramente preoccupato della vita spirituale dei suoi figlioli. Mons. Marchesan ha fatto la storia del suo tempo; un tempo difficile, specialmente quello tra le due guerre, nel quale si seppe distinguere come autorità religiosa ed anche politica. Non si può dimenticare il suo impegno per salvare la città dall'inondazione programmata dai tedeschi per motivi strategici, anche a rischio della sua stessa vita; impegno che è culminato nel voto del 2 gennaio del '44 alla Madonna dell'Angelo, che ancora ai nostri giorni ricordiamo. Molti caorlotti ricordano come lui, durante la guerra (e anche Caorle era stata bombardata dagli alleati, che cercavano di tagliare vie di fuga ai tedeschi) non rifiutasse la consueta visita agli ammalati, ai quali portava, oltre a un santino, le mille lire per "tirare avanti". Finita la guerra fu sempre lui a promuovere le riparazioni del Duomo, gravemente danneggiato dai bombardamenti, e la ristrutturazione del Santuario; sotto la sua supervisione sorse il patronato, oggi intitolato a papa Giovanni XXIII, perché fu proprio grazie al papa buono che poté essere completato. Fu lui il primo arciprete di Caorle ad essere insignito del titolo di Canonico Onorario di san Marco, dietro supplica dello stesso cardinale Roncalli, il quale scriveva ai fedeli caorlotti l'8 agosto del 1955:
«D'ora in poi i vostri Arcipreti saranno Canonici Onorari della Basilica Cattedrale e Metropolitana di San Marco. Dite, figlioli miei, dite voi se non è argomento questo di somma letizia sapere che il vostro pastore, quando parteciperà ad una funzione patriarcale a Venezia, avrà accanto al Patriarca un posto di speciale distinzione con i venerabili Seniori del Clero Veneziano. Ce è quanto dire: un posto distinto presso le Ossa del glorioso Evangelista San Marco, discepolo prediletto di San Pietro. Non è un complimento questo che vi faccio: ma è piuttosto un suadente invito a trovare nel nuovo vincolo di Caorle con Venezia un incitamento ad evangelico fervore e a franca professione di fede cattolica e romana. [...] Mi associo a voi nelle celebrazioni di ottobre per le nozze d'argento del vostro arciprete che è figlio di Caorle: fiore lui stesso della vostra gente, e geloso custode con voi, di quanto la storia, le tradizioni e l'arte vi hanno lasciato in nobile retaggio.»
Una volta divenuto papa, Giovanni XXIII insignì inoltre l'arciprete del Duomo di Caorle
durante munere del titolo di protonotario apostolico, e gli concesse la facoltà di celebrare quattro Messe pontificali all'anno.
Alla Messa cantata delle 10:45 sarà ricordato il compianto arciprete mons. Felice Marchesan, nel 24mo anniversario della sua morte.
Mi dispiace di non aver conosciuto il Monsignor Felice Marchesan.....dato che frequento questa parrocchia di Caorle da pochi anni.
RispondiEliminaMa devo ammettere, che c'è un'atmosfera celestiale nel Duomo di Caorle,ed avendo tutto il mio rispetto per i sacerdoti, quando il Monsignor attuale, Monsignor don Giuseppe Manzato, celebra la Santa Messa ..........il mio cuore pesante di peccati e debolezze, riesce a volare su su su........verso il cielo, e mi sento come una bolla di sapone leggera leggera, libera di amare.....Grazie Sacerdote ETERNO......da una tua parrocchiana di Caorle!
Grazie per il bel commento.
RispondiEliminaLo conobbi nel 1968 lavorando per estate. Si ricordò di mio padre suo chierichetto negli anni 30
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