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sabato 9 aprile 2011

Domenica della "Covertea"

Domenica prossima, quinta di Quaresima, è la domenica che nel parlare popolare delle nostre zone veniva definita come covertea, nome che deriva dalla pratica che caratterizzava la liturgia di questa domenica in passato. Fino, infatti, alla riforma liturgica post-conciliare degli anni settanta, la Quaresima era organizzata in maniera leggermente diversa da oggi: vi erano quattro domeniche di Quaresima e due domeniche dette di Passione; quella che per noi oggi è la quinta domenica di Quaresima era dunque la prima domenica di Passione. E gli elementi liturgici, con cui la Chiesa parla ai fedeli, sottolineavano questa drammatica "virata" nel cammino quaresimale: ad esempio l'inno dei vespri era il Vexilla Regis, in luogo dell'Audi benigne conditor quaresimale, ma un altro elemento era ancora più vistoso: la velatura delle croci, delle statue e delle immagini sacre, con panni di colore viola, bianchi o rossi, da cui il nome di "covertea" (copertura).
L'origine di questa usanza risale, secondo alcuni, al medioevo, quando addirittura dell'inizio della Quaresima si coprivano gli altari con un telo violaceo, che arrivava ad impedirne la vista ai fedeli, e che veniva rimosso con la morte del Salvatore, alle parole «Velum templi sissum est» (il velo del tempio si squarciò nel mezzo). Negli anni questo segno si è progressivamente evoluto, passando dal nascondere gli altari al velare solo le croci e le immagini sacre. Secondo altri, oltre che segno di rispetto e di lutto per la Passione e la morte di Nostro Signore, aveva anche un aspetto "pratico" per il fedele, nascondendo il Crocifisso dalle croci fino al Venerdì Santo, giorno in cui effettivamente Egli fu inchiodato e morì sulla Croce. In questo modo il fedele che entrava in chiesa sentiva l'avvicinarsi dell'evento tragico della morte di Cristo, e percepiva ancora di più la liberazione della Pasqua: infatti, se le croci rimanevano velate fino al Venerdì Santo, quando durante l'adorazione della Santa Croce veniva solennemente svelata davanti a tutti i fedeli, le statue ed immagini sacre erano invece scoperte soltanto alla Veglia pasquale, ridonando alla chiesa il colore delle tele e delle tavole dipinte e le espressioni dinamiche delle statue.
Oggi il segno liturgico della velatura è debolmente sopravvissuto: nella riforma liturgica la Chiesa ha concesso alle singole Conferenze Episcopali il compito di decidere sul mantenimento o meno di questa usanza, ed in particolare la Conferenza Episcopale Triveneta ha lasciato ulteriormente ai singoli parroci la scelta. Nella nostra parrocchia, anche a motivo del fatto che quest'anno la nostra parrocchia è stata scelta per la processione della Croce di Motta di Livenza (Domenica delle Palme e Mercoledì Santo), sarà difficile rivederlo in questa Pasqua. Ma, se facciamo bene attenzione ai riti della Settimana Santa, per tutte le Chiese cattoliche del mondo una reminiscenza della "covertea" è rimasta: infatti il Venerdì Santo, al momento dell'Adorazione della Croce, dopo il Passio e la Preghiera Universale, la Croce giunge al presbiterio velata, e viene progressivamente svelata alle parole: «Ecce lignum Crucis, in quo Salus mundi pependit: venite adoremus!» (Ecco il legno della Croce, al quale la Salvezza del mondo fu appesa: venite adoriamo!).

2 commenti:

  1. LA NOSTRA PARROCCHIA E' STATA SCELTA PER LA PROCESSIONE DI MOTTA DI LIVENZA?
    SI POSSONO OTTENERE MAGGIORI INFORMAZIONI? GRAZIE.....

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  2. Ho reperito oggi il materiale necessario ad un approfondimento che spero di poter mettere domani su questo blog, proprio sulla processione della Croce di Motta

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