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lunedì 25 aprile 2011

Sequenza: Victimae Paschali Laudes

Risuonano e risplendono ancora nel nostro spirito le liturgie splendenti di questo Triduo Pasquale, per le quali ringraziamo il gruppo chierichetti ed il coro, che ci hanno aiutato a pregare e ad entrare nei misteri che abbiamo celebrato. La grazia della Pasqua si estende a tutta la nostra vita; ci fa comprendere questo la liturgia, che celebra ancora per sette giorni la Pasqua di Nostro Signore Gesù Cristo con pari splendore, fino alla prossima domenica, Ottava di Pasqua. E poi ancora, per altre sei settimane, ogni Domenica del Tempo di Pasqua. Già ieri, e durante l'Ottava di Pasqua, abbiamo avuto ed avremo modo di sentire la sequenza Victimae Paschali laudes, che nella liturgia odierna è situata prima della lettura del Santo Vangelo. Il genere della Sequenza, in gran parte soppresso in seguito al Concilio di Trento, al quale ne sopravvissero soltanto cinque, nacque nel medioevo, come componimento liturgico simile all'inno, ma articolato non in strofe che si ripetono eguali, bensì in coppie, che si riconoscono per avere la stessa melodia e favoriscono, quindi, un'esecuzione a cori alternati. La sequenza pasquale in questione mostra una particolarità rispetto ad altre: è infatti costituita da un incipit, di un verso ottonario ed un settenario, non in rima e che la cui melodia non si ripete, come invece accade per le altre stanze; così come anche l'epilogo. In ciò riconosciamo le radici di questa particolare sequenza, molto probabilmente in quelle sacre rappresentazioni medievali che avevano luogo nella liturgia, il cui scopo era quello di rivivere tratti della vita del Signore come descritti nel Vangelo. La più antica di queste sacre rappresentazioni pervenutaci è il Quem quaeritis, che ricorda il dialogo tra le donne venute al sepolcro per ungere il Corpo del Redentore con unguenti profumati il giorno dopo il sabato (qui definite Christicolae) e gli angeli (chiamati Caelicolae [creaturae]):

Interrogatio. Quem quaeritis in sepulchro, o Christicolae?
Responsio. Jesum Nazarenum crucifixum, o caelicolae.
Angeli. Non est hic; surrexit, sicut praedixerat. Ite, nuntiate quia surrexit de sepulchro
Domanda. Chi cercate nel sepolcro, o Cristicole?
Risposta. Gesù Nazareno crocifisso, o cielicoli.
Angeli. Non è qui; è risorto, come aveva predetto. Andate, annunziate che è risorto dal sepolcro

Una sorta di dialogo è quello che si trova anche nel Victimae Paschali Laudes, ma stavolta non tra gli angeli e le donne, ma tra Maria Maddalena e i discepoli, o più in generale noi stessi che nella Chiesa celebriamo la risurrezione di Cristo:

Victimæ paschali laudes
immolent Christiani.
Alla Vittima pasquale lodi
innalzino i Cristiani.
Agnus redemit oves:
Christus innocens Patri
reconciliavit
peccatores.
Mors et Vita duello
conflixere mirando:
Dux Vitæ mortuus,
regnat vivus.
L'Agnello ha redento le pecore:
Cristo innocente al Padre
ha riconciliato
i peccatori.
Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello:
il Signore della Vita morto,
regna vivo.
Dic nobis, Maria,
quid vidisti in via?
"Sepulcrum Christi viventis,
et gloriam vidi resurgentis,
angelicos testes,
sudarium et vestes.
Surrexit Christus spes mea:
præcedet suos in Galilaeam".
Dicci, o Maria,
chi hai visto sulla via?
"Il sepolcro di Cristo vivente,
e vidi la gloria del risorgente,
testimoni angelici,
il sudario e le vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea".
Scimus Christum surrexisse
a mortuis vere:
Tu nobis, victor Rex,
miserere.
Sappiamo che Cristo è risorto
veramente dai morti:
Tu, Re vincitore,
abbi pietà di noi.

Come di consueto ascoltiamo anche dei brani, e meditiamoli seguendone il testo appena scritto: oggi vi propongo questa versione, trionfante, eseguita nella cattedrale di Notre Dame a Parigi; in questa rielaborazione possiamo riconoscere il gregoriano (che cantiamo anche nel nostro Duomo) ma anche gustare il suono potente degli organi di stile francese.
Ancora auguri a tutti di buona Pasqua!

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