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venerdì 31 dicembre 2010

1° gennaio - Giornata mondiale della pace

Domani, primo giorno del nuovo anno ed anche di un nuovo decennio, ricorre la solennità liturgica di Maria Santissima Madre di Dio. Essa è posta nel compimento dell'ottava di Natale, e ci invita a rivolgere la nostra attenzione alla maternità di Maria, che ha generato per opera dello Spirito Santo il suo Creatore.
Dal 1968, per volere di papa Paolo VI, il 1° gennaio è anche la data in cui la Chiesa celebra la Giornata Mondiale della pace; alla sua istituzione, il pontefice ebbe modo di augurarsi:

«Sarebbe Nostro desiderio che poi, ogni anno, questa celebrazione si ripetesse come augurio e come promessa - all'inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo - che sia la Pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire.»

Quella del 2011 è dunque la 44ma giornata mondiale della pace; ci aiuta, in questa ricorrenza, il messaggio che papa Benedetto XVI ha rilasciato per questa occasione lo scorso 8 dicembre.
Egli inizia questo suo messaggio scorrendo i momenti più difficili dell'anno appena trascorso, in particolare per quanto riguarda i credenti, citando il "vile attacco contro la Cattedrale siro-cattolica “Nostra Signora del Perpetuo Soccorso” a Baghdad, dove, il 31 ottobre scorso, sono stati uccisi due sacerdoti e più di cinquanta fedeli, mentre erano riuniti per la celebrazione della Santa Messa". Viene immediatamente da pensare all'attentato che in Nigeria ha colpito fedeli e sacerdoti che assistevano alla Messa di Natale, che evidentemente non sono ricordati in questo messaggio perché avvenuti dopo la sua stesura. Il papa manifesta la sua vicinanza a queste popolazioni e ringrazia tutti i governi che si adoperano per evitare che episodi come questi possano ripetersi. Quindi affronta l'importante tematica della libertà religiosa, nella quale, dice il pontefice: "trova espressione la specificità della persona umana, che per essa può ordinare la propria vita personale e sociale a Dio, alla cui luce si comprendono pienamente l’identità, il senso e il fine della persona". La vera libertà religiosa, continua il Santo Padre, non è da intendersi come l'eliminazione di qualunque religione, erroneamente ritenute da molti la causa delle guerre del mondo; "Una libertà nemica o indifferente verso Dio finisce col negare se stessa e non garantisce il pieno rispetto dell’altro[...] L’illusione di trovare nel relativismo morale la chiave per una pacifica convivenza, è in realtà l’origine della divisione e della negazione della dignità degli esseri umani. Si comprende quindi la necessità di riconoscere una duplice dimensione nell’unità della persona umana: quella religiosa e quella sociale. Al riguardo, è inconcepibile che i credenti “debbano sopprimere una parte di se stessi - la loro fede - per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti”".
Un punto che, tra gli altri, sembra toccare un aspetto molto delicato agli occhi degli osservatori di oggi, è quello su una positiva laicità degli stati. A questo proposito il papa accomuna due atteggiamenti ostili: "il fondamentalismo religioso e il laicismo sono forme speculari ed estreme di rifiuto del legittimo pluralismo e del principio di laicità. Entrambe, infatti, assolutizzano una visione riduttiva e parziale della persona umana, favorendo, nel primo caso, forme di integralismo religioso e, nel secondo, di razionalismo. La società che vuole imporre o, al contrario, negare la religione con la violenza, è ingiusta nei confronti della persona e di Dio, ma anche di se stessa. Dio chiama a sé l’umanità con un disegno di amore che, mentre coinvolge tutta la persona nella sua dimensione naturale e spirituale, richiede di corrispondervi in termini di libertà e di responsabilità, con tutto il cuore e con tutto il proprio essere, individuale e comunitario".
La molteplicità delle confessioni religiose è un aspetto che tocca anche da vicino la cristianità; per questo il Santo Padre scrive: "Per la Chiesa il dialogo tra i seguaci di diverse religioni costituisce uno strumento importante per collaborare con tutte le comunità religiose al bene comune". Tuttavia lo stesso pontefice riconosce che il dialogo tra i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane o di altre religioni non deve essere inteso a creare una religione nuova, che comprenda aspetti dell'una o dell'altra, come se possa esistere un tale credo, tale da essere considerato perfetto solo perché mette d'accordo le diverse esigenze degli uomini: "Quella indicata non è la strada del relativismo, o del sincretismo religioso. La Chiesa, infatti, “annuncia, ed è tenuta ad annunciare, il Cristo che è «via, verità e vita» (Gv 14,6), in cui gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha riconciliato con se stesso tutte le cose”".
In un altro paragrafo, il papa afferma come l'ostilità verso la religione, oltre ad assumere le forme drammatiche che portano ad atti di inaudita violenza, si ritrova, in maniera più subdola, anche nel nostro "civile" mondo occidentale: "Vi sono poi - come ho già affermato - forme più sofisticate di ostilità contro la religione, che nei Paesi occidentali si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchiano l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini. Esse fomentano spesso l’odio e il pregiudizio e non sono coerenti con una visione serena ed equilibrata del pluralismo e della laicità delle istituzioni, senza contare che le nuove generazioni rischiano di non entrare in contatto con il prezioso patrimonio spirituale dei loro Paesi".
Questi, molto in sintesi, alcuni punti del Messaggio per la Giornata mondiale della pace; l'intero messaggio si può reperire al seguente indirizzo:

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/peace/documents/hf_ben-xvi_mes_20101208_xliv-world-day-peace_it.html

Continuiamo a pregare il Signore perché, secondo l'auspicio di papa Paolo VI, la pace possa davvero governare lo svolgimento della nostra storia futura. Questa sera il Duomo resterà aperto fino alle ore 24:00 per l'Adorazione e la preghiera di tutti i fedeli che lo desiderassero. Inoltre ricordo che domani, durante tutto il giorno, sarà possibile lucrare l'Indulgenza plenaria visitando e soffermandosi in preghiera nel Santuario della Madonna dell'Angelo, alle solite condizioni che si trovano nel decreto di concessione, visualizzabile nella traduzione italiana cliccando qui.

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