La composizione dell'inno è oggi attribuita con certezza a Niceta di Remesiana, attorno all'anno 400; in esso si possono individuare tre parti: una prima, ossia una lode trinitaria di Dio onnipotente, una seconda rivolta a Cristo Salvatore e Redentore ed un'ultima parte, presa dai salmi ed ispirata in alcuni punti al Nuovo Testamento. Con quest'inno si vuole mettere in evidenza il legame stretto che c'è fra la liturgia che celebriamo noi uomini sulla Terra e la liturgia che gli angeli, i santi, i cherubini, i serafini, i martiri e tutte le potenze celebrano nel cielo; essa sfocia nel proclamare il Signore tre volte Santo, riconoscendolo uno e trino e onnipotente in cielo e sulla terra.
Questo è un richiamo del libro del profeta Isaia:
«Vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l'uno all'altro: "Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria"»
(Is 6, 1-3)
«Te Deum laudamus:* Te Dominum confitemur. Te aeternum Patrem,* omnis terra veneratur. Tibi omnes angeli,* tibi caeli et universae potestates, tibi cherubim et seraphim* incessabili voce proclamant: Sanctus,* Sanctus,* Sanctus Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt caeli et terra* maiestatis gloriae tuae. Te gloriosus* apostolorum chorus, Te prophetarum* laudabilis numerus, Te martyrum candidatus* laudat exercitus. Te per orbem terrarum* sancta confitetur Ecclesia, Patrem* immensae maiestatis; Venerandum tuum verum* et unicum Filium; Sanctum quoque* Paraclitum Spiritum. Tu Rex * gloriae Christe. Tu Patris* sempiternus es Filius. Tu, ad liberandum suscepturus hominem,* non horruisti Virginis uterum. Tu devicto mortis aculeo,* aperuisti credentibus regna caelorum. Tu ad dexteram Dei sedes,* in gloria Patris. Iudex crederis* esse venturus. Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni,* quos pretioso sanguine redemisti. Aeterna fac cum sanctis tuis* in gloria numerari. Salvum fac populum tuum, Domine,* et benedic hereditati tuae. Et rege eos,* et extolle illos usque in aeternum. Per singulos dies* benedicimus Te; et laudamus nomen tuum in saeculum,* et in saeculum saeculi. Dignare, Domine, die isto* sine peccato nos custodire. Miserere nostri, Domine,* miserere nostri. Fiat misericordia tua, Domine, super nos,* quemadmodum speravimus in Te. In Te, Domine, speravi:* non confundar in aeternum.» | «Noi ti lodiamo, Dio, Ti proclamiamo, Signore. O eterno Padre, tutta la terra Ti adora. A Te tutti gli angeli e tutte le potenze dei cieli, a Te i cherubini e i serafini proclamano con voce incessante: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua maestà e gloria. Te loda il glorioso coro degli apostoli, Te loda dei profeti il gran numero, Te loda dei candidi martiri l'esercito. Per tutta la terra la Santa Chiesa proclama Te, Padre d'immensa maestà; e l'augusto tuo vero e unico Figlio; e il Santo Spirito Paraclito. Tu, Re della gloria o Cristo, Tu sei Figlio del Padre sempiterno. Tu, generato per liberare l'uomo, non disdegnasti il grembo della Vergine. Tu vinto il pungiglione della morte, apristi ai credenti i Regni dei cieli, Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. Giudice che sei creduto ritornare. A Te, dunque, chiediamo, vieni in aiuto dei tuoi servi, che hai redenti col tuo sangue prezioso. Fa' che siano annoverati nella gloria insieme ai tuoi santi. Salva il tuo popolo, Signore, e benedici la tua eredità. E guidali, e sorreggili in eterno. Ogni giorno Ti benediciamo; e lodiamo il tuo nome nei secoli e nei secoli dei secoli. Degnati, o Signore, in questo giorno di custodirci senza peccato. Abbi pietà di noi, Signore, abbi pietà di noi. Sia, o Signore, la tua misericordia sopra di noi, come noi abbiamo sperato in Te. In Te, Signore, ho sperato che non sia confuso in eterno.» |
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