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venerdì 10 dicembre 2010

Terza Domenica d'Avvento: Gaudete

Sempre più addentrati nel cammino dell'Avvento, la prossima domenica, la terza di questo tempo liturgico, ci offre una serie di spunti particolari per la riflessione. Come sempre a parlare è la liturgia che, come dice la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium, è "il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutto il suo vigore".
Innanzitutto il particolare titolo che per tradizione è assegnato a questa domenica di Avvento: «Domenica Gaudete». Esso è la prima parola dell'introito (ossia l'antifona di ingresso) della Messa del giorno, tratta dalla lettera di san Paolo ai Filippesi:

«Gaudéte in Dómino semper: íterum dico: gaudéte. Modéstia vestra nota sit ómnibus homínibus: Dóminus prope est. Nihil sollíciti sitis: sed in omni oratióne, petitiónes vestræ innotéscant apud Deum.»

State sempre allegri nel Signore, lo ripeto, state allegri. La vostra modestia sia nota a tutti gli uomini: il Signore è vicino. Non vi affannate per niente, ma in ogni cosa siano le vostre petizioni presentate a Dio.

Al contrario di quanto si possa pensare oggi, questo è ancora l'introito della terza domenica di Avvento; il Concilio Vaticano II non ha abolito, infatti il canto gregoriano, ma al contrario ne ha raccomandato la diffusione tra i fedeli.
La gioia, dunque, a cui san Paolo invita i fedeli è riletta, nell'ottica dell'Avvento, come una sorta di ristoro lungo il cammino dell'attesa e della penitenza: in Anno liturgico di dom Prosper Guéranger, abate benedettino di Solesmes nel XIX secolo, si legge:

«Il gaudio della Chiesa aumenta vieppiù in questa Domenica. Ella sospira sempre verso il Signore; ma sente che ormai è vicino, e crede di poter temperare l'austerità di questo periodo di penitenza con l'innocente letizia delle pompe religiose.»

Osserviamo quali sono i segni della innocente letizia delle pompe religiose, che ci invitano ad un gioioso vivere in questa domenica (gioioso e non giocondo, come a confondere la gioia evangelica promessa con la gioia terrena che, ad esempio, si prova in una discoteca): le vesti liturgiche saranno di un colore rosaceo, perché il viola dell'attesa si mischia al bianco del Natale; l'organo potrà suonare con maggior solennità anche da solo; il diacono può di nuovo indossare la dalmatica sopra la stola ed il vescovo la mitra preziosa. Ma questa gioia non è ancora quella compiuta del Natale; per questo dall'indomani riprenderà il cammino della penitenza; ma rinfrancati, e certi che la venuta del Signore non tarderà.
Un altro segno ormai divenuto tradizionale nel giorno della terza domenica di Avvento, e che mi pare il caso di portare all'attenzione nel periodo in cui tutta la diocesi si prepara alla visita del papa del maggio prossimo, è la benedizione, da parte del Santo Padre, dei bambinelli che la notte di Natale saranno posti nel presepe, al termine della preghiera dell'Angelus domenicale. A Roma i bambini della diocesi sono accompagnati in Piazza san Pietro con il loro bambinello; anche le nostre famiglie, da casa, possono però sintonizzarsi sulla benedizione del papa (all'incirca a mezzogiorno su rai 1, tv 2000, sul canale 28 del digitale terrestre, o anche dalle frequenze di Radio Maria, F.M. 106.500), affidare alle mani dei loro figli la statuetta del Bambin Gesù, pregare insieme e farsi il segno della croce. Questo segno di riunire la famiglia, specialmente i genitori con i bambini in preghiera e di unirla spiritualmente anche a tutta la cristianità nel successore di Pietro possa rinfrancare veramente il nostro cuore in questo cammino di attesa del Natale.

Qui potete ascoltare l'introito gregoriano "Gaudete in Domino":

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