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giovedì 23 dicembre 2010

23 dicembre - O Emmanuel

«O Emmanuel,
Rex et legifer noster,
expectatio gentium,
et Salvator earum:
veni ad salvandum nos,
Domine, Deus noster.
»


«O Emmanuele,
nostro re e legislatore,
speranza e salvezza dei popoli:
vieni a salvarci,
o Signore nostro Dio.
»

L'ottavo giorno della Novena di Natale ci reca l'ultima Antifona in O; domani, nono giorno, è la Vigilia di Natale, ed anche la liturgia non lo considera più un giorno di preparazione ma come compimento dell'attesa. Il titolo con cui oggi ci è presentato Gesù è Emmanuel, che significa: "Dio-con-noi". Questo nome fu pronunciato per la prima volta dal profeta Isaia, quando il re Acaz manifestò la sua pusillanimità, rifiutando il segno che pure il Signore gli aveva offerto per garantirgli la salvezza d'Israele:

«Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.»
(Is 7, 13-14)

La conferma che questa profezia era riferita a Gesù Cristo ci arriva dal Vangelo di san Matteo, dopo la rivelazione dell'Angelo in sogno a Giuseppe:

«Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi.»
(Mt 1, 22-23)

Quest'ultima antifona, quindi, condensa tutta l'attesa nei confronti del Salvatore promesso; Colui che è Sapienza, Adonai, Radice di Iesse, Chiave di Davide, Oriente e Re delle genti è proprio l'Emmanuele promesso, attesa delle genti e salvezza dei popoli, Re e Signore. Nel contempo l'appellativo di Emmanuele ci porta inevitabilmente verso il presepe: Emmanuele è il nome del bambino che la Vergine concepirà e partorirà; l'Angelo annunzierà ai pastori:

«Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia»
(Lc 2, 10b-12)

Ancora una volta troviamo l'ossimoro di un Re umile: l'antifona lo invoca "Re e legislatore" e l'Angelo stesso prospetta una figura gloriosa, "Un salvatore che è Cristo Signore"; ma, aggiunge subito, il segno è quello di un bambino, avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia. Il Salvatore annunciato dall'Angelo non avrebbe dato ai pastori una vita migliore; eppure essi, che nella loro condizione umile e ai margini della società mai si sarebbero aspettati un annuncio simile, si incamminano e vanno ad adorare un bambino. Loro, che hanno dovuto sopportare ogni sorta di avversità nella vita, un lavoro difficile e duro, segnati dal rifiuto della società e dalla rinuncia a diventare importanti nella vita, si prostrano ai piedi di un bambino. Essi si chinano verso la mangiatoia, quasi ad alimentarsi di quel Cibo e a ricevere un salario per il loro lavoro. Anche noi, come i pastori, adoriamo il Bambino, riconosciamolo come Salvatore, affidiamoci totalmente a Lui senza la pretesa che Egli stravolga la nostra vita dandoci denaro, successo, potere; ed Egli sarà per noi un Salvatore, ci donerà i tesori che durano per l'eternità, ci concederà di sedere con lui alla corte regale del cielo.
L'acrostico è ormai completo, e recita la sentenza latina: Ero cras, che significa letteralmente "Sarò domani". Come accennato il 17 dicembre, quando abbiamo cominciato questo cammino di preparazione al Natale attraverso le antifone in O, questa peculiarità nascosta era nota fin dalle origini di questi brevi componimenti; è come la risposta che il Redentore, invocato per sette giorni con le invocazioni "O" e "veni!", dà al suo popolo: domani sarò con voi, verrò domani. Ed infatti l'antifona del Magnificat di domani sarà già quella dei Primi Vespri della solennità del Natale, l'inizio di questa ricorrenza gioiosa per tutti i popoli.
Ascoltiamo anche quest'ultima antifona, e prepariamoci anche con la dolce musica gregoriana, al Natale ormai imminente.



Acrostico: E R O  C R A S

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