«O Oriens,
splendor lucis aeternae,
et sol justitiae:
veni, et illumina
sedentes in tenebris,
et umbra mortis.»
«O Oriente,
splendore della luce eterna,
sole di giustizia:
vieni, illumina
chi giace nelle tenebre
e nell’ombra di morte.»
La Novena di Natale sta volgendo al termine, ed oggi il titolo dell'odierna antifona in O è Oriens; letteralmente significa Oriente, ma in questo caso è più corretto interpretarlo come sole che sorge, aurora, poiché l'oriente è il punto cardinale dal quale ogni giorno sorge il sole. E' infatti in questo modo che Zaccaria, padre di Giovanni il Battista, ci presenta il Signore nel cantico che si trova nel Vangelo di Luca:
«Per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge
per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell'ombra della morte
e dirigere i nostri passi sulla via della pace»
(Lc 1, 78b-79)
Almeno fino alla riforma liturgica post-conciliare, anche il sacerdote era rivolto nella medesima direzione; durante la liturgia eucaristica guardava e si rivolgeva alla Croce e ad oriente. Molti, pensando a questo modo di celebrare la Messa da parte del prete, pensano che egli "volti le spalle al popolo"; al contrario, egli, come tutto il popolo di Dio, guarda a Cristo per supplicarlo, adorarlo, ricevere da Lui ogni dono di grazia. E giacché la Santa Messa è il memoriale del sacrificio di Nostro Signore sul Calvario, tutti sono portati a guardare con pietà il patibolo dal quale il Figlio di Dio ha dato la vita per salvare il suo popolo. Se ci pensiamo attentamente le preghiere che il Messale propone durante la liturgia eucaristica sono tutte rivolte a Gesù Salvatore, a cominciare dalla Consacrazione; appare quindi molto più ragionevole e sensato che il sacerdote le pronunci rivolto alla Croce e ad Oriente, che non rivolto al popolo, come se stesse dialogando con l'assemblea. E' per questo motivo che papa Benedetto XVI, in collaborazione con il suo Ufficio delle celebrazioni liturgiche, ha riportato la Croce al centro dell'altare, rivolta al sacerdote che in persona Christi celebra i Santi Misteri. Sebbene il Concilio Vaticano II in sè non abbia affatto previsto di rimuovere gli altari rivolti ad oriente dalle chiese, c'è da dire che nel post-concilio questo è avvenuto talvolta con modalità disgraziatamente distruttive del lato simbolico e di quello artistico della costruzione (è il caso anche del nostro Duomo); riportando la Croce al centro non si vuole né restaurare antiche superstizioni né tantomeno creare un "disturbo", cosicché la gente non riesce più a vedere comodamente quello che fa il sacerdote sull'altare. Questo semplice ma profondo gesto vuole riportare al centro delle nostre liturgie il nostro Salvatore, l'Oriente; e malgrado il sacerdote non guardi più fisicamente a oriente (e nemmeno le assemblee, dato che le nuove costruzioni sacre ignorano sistematicamente questa antica tradizione di costruire le chiese rivolte ad est) guardando tutti, sacerdote e fedeli, la Croce torniamo a rivolgerci a Cristo vero Oriente della nostra vita.
Ascoltiamo dunque l'antifona; che il canto gregoriano, obbediente alla parola delle Sacre Scritture, elevi i nostri spiriti e ci lasci illuminare dal Salvatore.
Acrostico: O C R A S
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