Ricorre oggi, 2 gennaio del nuovo anno 2011, il sessantasettesimo anniversario del Voto che la comunità di Caorle sciolse alla Madonna dell'Angelo il 2 gennaio 1944. Guardare indietro, nella storia della nostra città, è una cosa che oggi si tende a non fare più; la storia di Caorle è ignota prima di tutto agli stessi caorlotti, sia i più cresciuti, i quali però in passato non hanno mai avuto modo di poterla studiare, sia i più giovani, i quali sembrano più interessati a levare le ancore il più presto possibile da quello che definiscono "un buco sperduto" piuttosto che approfondire la sua storia (che è anche un pezzo della loro stessa identità). Il frammento di storia che riguarda questa ricorrenza è uno dei più gravi momenti vissuti dalla città di Caorle, quando addirittura rischiò di scomparire.
Siamo nel dicembre 1943, in piena seconda guerra mondiale; l'armistizio firmato dal generale Badoglio e reso noto l'8 settembre aveva lasciato non solo l'esercito privo di ordini, ma aveva anche sfasciato anche l'intera organizzazione politica dello stato italiano; con l'insediamento del re a Brindisi, poi, i tedeschi si erano addentrati in Italia fino ad occupare Roma. Anche Caorle, dunque, era presidiata dalle truppe naziste; le quali, per ragioni strategiche, pianificarono l'allagamento di tutta la fascia costiera di Caorle per una profondità di dieci chilometri. Al popolo era stata ordinata l'immediata evacuazione dalle proprie abitazioni per essere trasferiti in provincia di Vicenza. Fu l'allora arciprete, don Felice Marchesan, come in molte città unica autorità rimasta in paese, a recarsi direttamente al Comando di Venezia per scongiurare la cancellazione della città di Caorle e delle campagne circostanti. Di fronte al deciso diniego del Comando, il curato riunì tutto il popolo al Santuario della Madonna dell'Angelo, il 2 gennaio 1944, per supplicare la Vergine (che già in passato aveva soccorso la popolazione in altri momenti critici della sua storia) affinché fosse evitato il disastro; in cambio il popolo si sarebbe impegnato a restaurare il Santuario che, dall'ultima ricostruzione nel 1751, risultava gravamente compromesso dalla salsedine e dagli agenti atmosferici. L'efficace intercessione della Madonna non tardò ad ottenere la grazia al popolo, e pochi giorni dopo l'arciprete potè recare agli abitanti la notizia che le loro case e i loro campi erano salvi. Come promesso, la popolazione si mobilitò in fretta per raccogliere il più presto possibile la somma necessaria a pagare il restauro: pescatori, contadini, operai e artigiani, esercenti ed impiegati destinavano parte del loro salario e dei loro proventi settimanali e mensili per la causa del Voto.
Ogni anno la nostra comunità, ma sarebbe più opportuno che tutta la città lo facesse, ricorda con devozione il beneficio provvidenziale che l'intercessione della Vergine procurò ai nostri genitori, nonni o bisnonni, senza il quale non potremmo essere qui a Caorle, gli albergatori non avrebbero gli alberghi, i contadini la terra e i pescatori non avrebbero lavoro, come molti altri operai e impiegati. Talmente grande è la nostra riconoscenza alla Madonna dell'Angelo che il Santo Padre, per decreto della Penitenzieria apostolica, ha concesso per sette anni, a partire dall'anno scorso, di poter ricevere l'Indulgenza plenaria per sè e per i propri defunti a coloro che visitano il Santuario e vi si raccolgono in preghiera davanti al simulacro della Vergine alle solite condizioni.
Ogni anno, alle 10:00, si celebra in Santuario una santa Messa votiva in questo giorno; data la coincidenza di quest'oggi con la seconda domenica di Natale la celebrazione della Santa Messa in Santuario è stata posticipata a domani, 3 gennaio, alle ore 10:00. Preghiamo il Signore per intercessione della Madonna dell'Angelo, e continuiamo ad affidarci alla sua materna protezione in tutte le nostre difficoltà.
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