«Tribus miraculis ornatum, diem sanctum colimus:
Hodie stella magos duxit ad praesepium:
Hodie vinum ex aqua factum est ad nuptias:
Hodie in Jordane a Joanne Christus baptizari voluit, ut salvaret nos, alleluia.»
«Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i magi al presepio, oggi l'acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, alleluia.»
Può aiutarci a dipanare qualche dubbio proprio l'antifona riportata all'inizio dell'articolo, Tribus miraculis; non uno, ma tre eventi prodigiosi la chiesa contempla oggi: l'adorazione dei Magi, o meglio, il fatto che la stella ha condotto i Magi al presepio; l'acqua mutata in vino alle nozze (di Cana); il Battesimo di Gesù al fiume Giordano da parte di Giovanni il Battista. Non solo, ma l'antifona insiste tre volte nel dire che questi miracoli li celebriamo tutti insieme oggi. La liturgia della Chiesa, infatti, pur essendo ordinata secondo un certo criterio cronologico (circa due settimane dopo il Natale avviene l'adorazione dei Magi), celebra in un'unica festa le tre occasioni in cui il Signore Gesù Cristo ha manifestato a tutti le genti la sua divinità.
Focalizziamo per un attimo la nostra attenzione sul primo prodigio: la stella ha condotto i Magi al presepio. Non si dice che i Magi si sono recati alla grotta di Betlemme, ma che vi sono stati condotti. La stella rappresenta il modo in cui il Signore si rende manifesto a questi tre personaggi entrati nella tradizione Cristiana e che individuiamo simultaneamente come Re e come Magi, cioè veggenti, astrologi, scienziati. Essi si presentano al re Erode, giungendo da Oriente, dicendo:
«Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo».
(Mt 2,2)
Il secondo miracolo citato dall'antifona è quello delle nozze di Cana, conosciuto come il primo miracolo compiuto da Nostro Signore nella sua vita pubblica. E' un'altra manifestazione pubblica di Cristo, con cui il Padre dimostra che Egli è il suo prediletto, il Figlio da seguire.
Infine il terzo miracolo è quello del Battesimo di Gesù al fiume Giordano; la pagina evangelica, che ascolteremo la prossima domenica, si conclude infatti in questo modo:
«Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: "Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento"».
(Mt 3,16-17)
Ecco, dunque, il significato della solennità dell'Epifania; essa completa il Natale, nel quale veneriamo l'Incarnazione di Nostro Signore, con gli eventi prodigiosi in cui Egli si rende noto a tutte le genti come il Messia che doveva venire, il Figlio di Dio, l'amato.
Ascoltiamo una versione dell'antifona gregoriana dei secondi vespri di questa solennità odierna; lasciamoci incantare dal canto gregoriano, il quale, come musica veramente sacra, ha il potere di manifestare il Signore nella liturgia per coloro che hanno il cuore disposto ad accoglierlo. Così comprendiamo perché i pontefici Pio X e Giovanni Paolo II hanno affermato che il criterio per definire adatto alla liturgia un canto è proprio il gregoriano: tanto più un canto gli è affine tanto più esso liturgico; più, invece, se ne discosta e meno è il caso di farlo ascoltare dentro una chiesa.
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