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sabato 19 novembre 2011

Festa della Madonna della Salute

Il 21 novembre, giorno in cui si celebra la ricorrenza liturgica della Presentazione della Beata Vergine Maria, il patriarcato di Venezia, ma anche molte altre diocesi venete, celebrano la festa della Madonna della Salute. L'origine di tale celebrazione risale al XVII secolo, quando una grave epidemia di peste aveva sparso i suoi semi di morte in tutto il nord Italia, decimando le popolazioni di decine e decine di città; persino il doge ed il patriarca dell'epoca furono uccisi dal violento morbo. Fu così che i governanti e la popolazione intera organizzarono un grande pellegrinaggio, il 22 ottobre 1630, per supplicare la Beata Vergine di liberare la città dalla peste, facendo voto solenne di erigere un tempio alla Madonna della Salute se la città fosse sopravvissuta. Qualche settimana dopo la processione fu registrata una notevole diminuzione dei contagi, e la malattia poteva dirsi completamente debellata nel novembre dell'anno 1631; la peste aveva ucciso quasi 50000 persone nel solo territorio cittadino di Venezia, e oltre 100000 nel territorio del dogado (di cui, lo ricordiamo, faceva parte anche la nostra città di Caorle). Mantenendo fede al voto dell'anno precedente, fu subito indetto il concorso per la costruzione del tempio mariano, e in seguito a ciò sorse lo splendido tempio di Baldassarre Longhena che ancora oggi possiamo ammirare presso la punta della Dogana a Venezia, consacrato il 21 novembre 1687.
Da allora ogni anno il popolo di Venezia e dintorni si reca alla Basilica della Salute il giorno della festa. Anche noi oggi siamo chiamati a prendere parte ai festeggiamenti in onore della Vergine; il patriarcato, in particolare, organizza un pellegrinaggio, a cui sono invitati i giovani, che da Piazza San Marco giunge fino al tempio mariano. Che senso ha per noi, uomini, donne e ragazzi di oggi, celebrare ancora la festa della Madonna della Salute? Possiamo ancora trarre molto giovamento dalla storia che ha dato i natali a questa ricorrenza?
Il popolo, allo stremo per la terribile malattia, si sente sopraffatto e chiede aiuto alla Madonna. Un comportamento, questo, che, secondo l'opinione della nostra società odierna, certo non si addice ai nostri giorni; il progresso scientifico ha reso curabili malattie che soltanto qualche decina di anni fa erano inguaribili, il che è certamente un fatto positivo, anzi: c'è da augurarsi che la scienza medica proceda in questa direzione, nel rispetto della vita di ogni individuo. Ma d'altro canto questo progresso rischia di farci prendere l'abbaglio che l'uomo possa sconfiggere ogni malattia, prevenire ogni disastro ambientale e salvare qualsiasi vita umana in pericolo con le sue sole forze. Che questo sia un abbaglio è sotto gli occhi di tutti: malgrado, infatti, l'avanzamento della scienza e della tecnica, oggi si muore ancora di malattia (delle più gravi, ma spesso anche delle più banali); non è possibile prevedere i terremoti e le distruzioni che essi comportano; e, anche se è possibile prevedere le condizioni meteorologiche, non è possibile prevedere gli effetti del maltempo sulle nostre città (come abbiamo purtroppo visto ultimamente in Italia). Quindi, anche quando l'uomo, tramite la scienza e la tecnica, riesce a prevedere un evento eccezionale o a scoprire prima l'insorgere di una malattia, non avrà mai la certezza che questo basti per evitare il dolore e la morte, nemmeno ipotizzando un futuro ulteriore progresso dei nostri mezzi. Se confidiamo soltanto nell'uomo e nel progresso delle sue ricerche, questa constatazione ci getta in una profonda disperazione. E molti di noi, non potendo accettare che l'uomo, malgrado tutti i suoi tentativi, possa aver fallito, guardano alla fine a Dio, ma quasi con l'atteggiamento di chi pretende una ricompensa per gli sforzi compiuti; e, dopo aver sempre fatto affidamento sulle sole forze umane, escludendo Dio dalla propria vita, spesso si finisce, invece, per addossargli la colpa del disastro.
Torniamo allora al pellegrinaggio dei veneziani di quattrocento anni fa; non possiamo non credere che anch'essi abbiano tentato il possibile per evitare il contagio dei sani e per curare i contagiati, nei limiti della loro conoscenza medica. Ma alla fine, vista la loro sconfitta, si sono rivolti alla Madonna per chiedere la sua intercessione ed il suo aiuto. Lo hanno fatto senza pretendere, come se tutti gli sforzi degli uomini andati a vuoto esigessero l'aiuto dall'alto, ma sperando in un aiuto; hanno anche formulato un voto, segno che non davano per scontato che la loro richiesta venisse esaudita. Con l'umiltà di ammettere che l'uomo da solo non può tutto e che ha bisogno dell'aiuto di Dio, la Madonna ha ascoltato la loro preghiera, risparmiando la città dalla cancellazione.
I nostri antenati, quindi, ci insegnano l'umiltà della vita e della preghiera. Rifarsi al loro modello non significa rinunciare al progresso scientifico e al bene che esso ci apporta; ma significa accettare questi benefici come doni di Dio, che si manifestano per mano del lavoro dell'uomo. L'invito che ci dà la festa della Madonna della Salute può essere ben riassunto dalla massima di Sant'Ignazio di Loyola: «Fa come se tutto dipendesse da te, aspettati come se tutto dipendesse da Dio».
Anche noi, dunque, preghiamo la Madonna perché interceda per noi, conceda la salute del corpo e dello spirito a noi e ai nostri cari, conforti gli ammalati, consoli coloro che hanno perduto i propri cari, con la dolcezza di una Madre che per prima ha visto morire tra atroci dolori il proprio figlio; e alla fine della nostra esistenza terrena, preghi per noi il Signore perché perdoni le nostre colpe e le nostre mancanze, e ci conceda di lodarlo ed adorarlo nella gioia piena del Paradiso.

Alcuni avvisi sulle celebrazioni religiose: innanzitutto ricordiamo che, per concessione del Santo Padre Benedetto XVI, la Penitenzieria apostolica ha accordato l'Indulgenza plenaria per i fedeli che visiteranno il Santuario della Madonna dell'Angelo nel giorno di lunedì 21 novembre, da applicare anche alle anime del Purgatorio, alle consuete condizioni stabilite dalla Chiesa(1). Domenica 20 novembre, invece, si terrà il pellegrinaggio dei giovani del patriarcato, con inizio alle ore 20:00 da piazza San Marco, e presieduto dal vescovo di Concordia-Pordenone mons. Giuseppe Pellegrini. Il ritrovo, per i giovani della nostra parrocchia, è alle ore 15:00 dietro l'autostazione.

(1): vedi il Decreto.

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