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venerdì 10 giugno 2011

Che cos'è in realtà l'Europride?

Chi di noi ha avuto modo di leggere i giornali o guardare i telegiornali in questi giorni è sicuramente venuto a conoscenza del fatto che a Roma, domani, si terrà il cosiddetto Europride, che non ha nulla a che vedere con l'orgoglio di essere europei (come si intuirebbe dal nome), ma è una delle solite manifestazioni degli irriducibili gruppi omosessualisti. Nelle intenzioni dichiarate dagli organizzatori, lo scopo sarebbe quello di combattere la cosiddetta "omofobia", l'intolleranza presunta contro gli omosessuali da parte della Chiesa e dei cattolici e molte altre cose trite e ritrite. In realtà è noto a tutti come l'evento di domani è quanto di più lontano possa esistere da una manifestazione culturale, come la si vorrebbe far passare. Diciamo le cose come stanno: in tutta onestà quella di domani sarà una parata mascherata dell'inciviltà, di gente spudorata che andrà in giro mezza nuda, mimando atti sessuali espliciti alla luce del giorno, in una città le cui strade possono essere normalmente percorse da bambini e famiglie. E questo giudizio obiettivo non può essere tacciato di essere discriminatorio od omofobo: atti di una tale sconcezza non sono assolutamente giustificabili, non perché compiuti da persone dichiaratamente omosessuali, ma sono inaccettabili di per se stessi, anche se tali manifestazioni le organizzassero coppie eterosessuali (dalle quali, tuttavia, non ho mai visto né sentito fare niente del genere).
Come il Catechismo della Chiesa Cattolica ci insegna, la dottrina condanna gli atti sessuali fra persone dello stesso sesso; ma raccomanda che non vi siano ingiuste discriminazioni nei confronti di quelli che sono in ogni caso fratelli, addirittura più bisognosi di aiuto di altri nel cercare, se credenti, di resistere a queste tendenze di origine tutt'ora sconosciuta. A questa stessa Chiesa che predica e mette in pratica la vicinanza caritatevole nei confronti di questi fratelli, specialmente di coloro che spontaneamente si avvicinano per cercare di superare questi comportamenti indesiderati, si risponde con l'insulto e con le scritte incivili sui muri degli edifici sacri, in nome della tolleranza; con l'irruzione in chiesa durante la Santa Messa come successo non più tardi di domenica scorsa, all'urlo di "curati tu", indirizzato al parroco che aveva solo accolto dei ragazzi insoddisfatti delle loro tendenze omosessuali e che volevano superarle. Ed infine con una manifestazione assolutamente provocatoria ed indecorosa come quella di domani, comunque non una novità per la città di Roma, che viene spacciata per una "conquista di civiltà" (se questa è civiltà cos'è inciviltà?).
Chiediamoci, liberi da ogni pregiudizio, che cos'è la manifestazione di domani, cosa significa; può una sfilata di carri dove la gente sta mezza (o completamente) nuda, con parrucche colorate e vestite di pelle nera essere definita un evento culturale? Può un ammasso di persone che in preda a danze conturbanti ostentano le loro vergogne in pubblico significare la richiesta che vengano riconosciuti dei diritti?
Il reale significato di questo genere di manifestazioni ce lo spiega Luca di Tolve, omosessuale per circa vent'anni e poi uscito per sua volontà (e senza costrizioni oscure da parte della Chiesa) da questa condizione, come ha raccontato nel libro «Ero gay. A Medjugorje ho ritrovato me stesso», edito da Piemme; in un articolo-intervista apparso oggi su La Bussola Quotidiana a firma di Raffaella Frullone, leggiamo la sua esperienza (mie le evidenziature in rosso):

«L'Omofobia? Una grande bufala» Parola di ex gay militante
Di Raffaella Frullone

Cinquecentomila persone per le strade, 41 linee del trasporto pubblico deviate, entusiasmo crescente. L’EuroPride 2011, che va in scena nelle strade della capitale, si prepara a vivere il suo culmine domani sera, quando una sfavillante Lady Gaga, invitata nientepopo di meno che dall’ambasciatore statunitense, si scatenerà sulle note di «Born this way», inno alla naturalità della diversità.
La manifestazione dell’orgoglio omosessuale, si legge nello statuto politico, sottolinea che «Essere orgogliosi significa scegliere a testa alta i propri percorsi di vita con consapevolezza e libertà, nel riconoscimento del medesimo spazio di libertà di qualunque altra persona». Ma questa definizione non convince, soprattutto chi l’ha frequentata per 20 anni, come Luca di Tolve. Oggi quarantenne e sposato con Teresa, Di Tolve gestisce il gruppo Lot, associazione che difende l'identità di genere e offre supporto a chi porta dentro di sè ferite e dipendenze a livello emotivo. Nel suo libro «Ero gay. A Medjugorje ho ritrovato me stesso», edito da Piemme, racconta la sua storia e la sua esperienza all'interno di Arcigay, storica associazione che, si legge nel suo statuto «si propone di promuovere e tutelare il diritto all’uguaglianza tra ogni persona sia essa gay, bisessuale, lesbica, transessuale o eterosessuale».

Di Tolve, che cosa è Europride?

«Una manifestazione egocentrica, una pura ostentazione, una giornata di folle divertimento. Tutto quello che si fa normalmente nei punti di ritrovo la notte, viene riproposto nelle strade di giorno. Non è, come si vuol far credere, una battaglia sociale, ma solo un mettersi in mostra attorno all’unico elemento di coesione: il sesso. Per capirlo basta accedere al sito di arcigay.it, si trova una serie di locali, sparsi in tutta Italia, con la denominazione cruising, ovvero ricerca e offerta di sesso casuale, anonimo e vario. Nessuna associazione che promuove diritti si sognerebbe mai di organizzare un maxi festino per le strade, tranne i movimenti omosessualisti. Il loro unico scopo è sdoganare un modello di pensiero, negando tutti quelli che lo contraddicono».

In che senso?

«Non prendono nemmeno in considerazione l’ipotesi che una persona in un dato momento abbia un problema con la proprie identità sessuale, danno per scontato che la strada sia quella dell’omosessualità, e su quella indirizzano tutti, soprattutto i più giovani e i più fragili. Noi crediamo che l’essenza della persona non sia omosessuale, che ci possano essere delle tendenze, dei problemi psicologici, delle ferite, ma non se ne può parlare. Non si può dire nulla se non nel modo in cui Arcigay propone, perchè subito si è tacciati di omofobia. Ma lo spettro dell’omofobia è una grande, gigantesca bufala. Omofobia significa avere paura, io non ho paura dell’omosessualità e nemmeno degli omosessuali: lo sono stato per 20 anni! Questo è soltanto un tentativo di zittire chiunque si permetta di esprimere un’opinione diversa».

Qualcuno potrebbe obiettare che alcune persone non si riconoscono nella propria identità sessuale biologica...

«Conosco bene questo stato d’animo, per averlo provato. Porta con sè un carico di dolore, di rabbia, di sofferenza inimmaginabile. Di fronte a questa sensazione di freddo smarrimento viene naturale avvicinarsi al mondo gay, e poi ne si viene travolti. Noi vogliamo offrire un’alternativa, con il gruppo Lot vogliamo dare voce alle persone che non si sentono in sintonia con quello che provanno, andare incontro agli adolescenti che chiedono di capire cosa sta succedendo. Il percorso è lungo e complesso, ma bisogna essere chiari: siamo maschi o femmine. E la normalità è essere eterosessuali».

Quindi secondo Lei non ci sono diritti da tutelare per quanto riguarda gli omosessuali attraverso i GayPride?

«L’unico risultato di queste manifestazioni è il proliferare di locali dove si offre sesso. A me dispiace tantissimo perchè so che i ragazzi più giovani ci credono davvero, e il loro entusiasmo viene alimentato di continiuo, facendo loro credere che si cambierà il mondo, ma non è così e ai vertici lo sanno bene. E’ il sesso il motore del mondo gay, come in una sorta di cannibalismo ci si nutre di una cosa che non si ha. Ed è questo che personalmente ha fatto scattare in me un campanello d’allarme. Il sesso. Perchè non esiste la fedeltà nel mondo gay, esiste la ricerca compulsiva di qualcosa che si vuole possedere, ma non la si ottiene perche’ ci si ostina a cercare nell’uguale a noi. Non esistono persone serene, o piene, nel mondo gay. Al contrario quando l’individuo scopre il mistero della complementarità, tutto acquista una luce diversa… ».

Quale è stata la molla che Le ha fatto pensare che qualcosa non andava nel mondo gay?

«Ad un certo punto, dopo anni di ricerca sfrenata, non solo non avevo trovato nulla, ma non avevo nemmeno capito bene cosa stavo cercando, e nemmeno se lo avrei trovato mai. Esausto, mi sono fermato, ho staccato. Poi ho scoperto che c’erano altre possibilità: con grandissimo stupore e altrettanta sofferenza ho scoperto una cosa che nessuno, in 20 anni di Arcigay mi aveva mai detto, e cioè che potevo diventare eterosessuale. Perchè non me lo avevano detto? Mi hanno rubato 20 anni di vita. Ho cominciato a leggere i libri di Nicolosi, psicoterapeuta americano, che da anni negli Stati Uniti si occupava di terapia riparativa. Non sono stato convinto da subito, ma ho voluto tentare anche quella strada. Ho capito che la mia vita era cambiata quando ho cominciato a percepire la profondità del mistero della complementarità, e ho sentito dentro di me un desiderio, che nessuno mi aveva detto che avrei potuto sentire: quello di essere padre. Fino ad allora nessuno mi aveva mai detto che avrei potuto generare una vita».

3 commenti:

  1. Post scriptum

    Non vorrei che i lettori si facessero l'idea che l'autore degli articoli di questo blog sia ossessionato dal denaro, ma una cosa occorre chiedersela, ad onore di verità: quanto costa l'Europride? Voglio dire sfilata dei carri, servizi vari (concerti eccetera)...
    Quella volta della visita del papa i giornali non esitarono a sparare la mirabolante cifra di due milioni di euro, falsa quanto coloro che misero in giro la voce. E numerosi siti (anche omosessualisti) si affrettarono a criticare le diocesi che chiedevano offerte ai fedeli. In questo caso si fatica a trovare l'informazione; dove sono i contabili di allora? E di certo sono del tutto assenti proteste per il fatto che parte del denaro occorrente è stato raccolto, durante diverse serate organizzate per l'occasione, dagli stessi partecipanti.
    Parrebbe che non siano stati superati il mezzo milione di euro. Non per fare i conti in tasca agli organizzatori, ma mi sorge spontaneo il piccolo dubbio che una macchina che osa addirittura chiamare Lady Gaga, che da quel che si apprende ha un tariffario da milioni di dollari a serata, si possa limitare a tale cifra. Comunque crediamoci: ci sono alcuni paladini che prontamente rispondono che la famosa cantante verrà gratis, e non si può che credere ciecamente a una notizia così verosimile.
    Comunque anche con 500.000 euro i poveri si possono sfamare, chissà come mai nessuno lo fa presente agli organizzatori come lo fecero presente al papa e alle diocesi quella volta.

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  2. "Non esistono persone serene, o piene, nel mondo gay"

    Mi spiace che non abbia avuto esperinze positive, ma fare di tutta un'erba un fascio è un po' presuntuoso, nonchè errato...

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  3. Può essere un'opinione non condivisibile, ma definirla presuntuosa o errata non credo sia corretto. D'altra parte non ha offeso nessuno, ed ha inoltre largamente argomentato questa sua dichiarazione: ha detto che il mondo gay è fatto di persone prive di serenità e pienezza perché basano tutto sul sesso (cosa largamente comprovata dalle immagini del gay-pride, per questo io credo che quello che dice sia vero). Quindi ogni opinione contraria è legittima, ma deve essere argomentata almeno quanto quelle di Di Tolve: se si vuole confutare le sue tesi non basta dire "non è vero", bisognerebbe argomentare, e con motivazioni più forti delle sue (di Di Tolve).

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