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giovedì 11 novembre 2010

L'esortazione postsinodale Verbum Domini

E' stata pubblicata oggi l'esortazione apostolica Verbum Domini, scritta da papa Benedetto XVI, dopo il sinodo dei vescovi tenutosi in Vaticano dal 5 al 26 ottobre del 2008, attraverso la quale, in accoglimento dell'auspicio dei padri sinodali, il pontefice rende nota a tutto il Popolo di Dio «la ricchezza emersa nell’assise vaticana e le indicazioni espresse dal lavoro comune». L'intera esortazione ha come cardine la Parola di Dio nella Scrittura e la sua importanza in tutti gli ambiti della vita ecclesiale; riprendendo un'espressione dell'Instrumentum laboris del sinodo, il papa scrive, nell'introduzione dell'esortazione apostolica: «la Chiesa si fonda sulla Parola di Dio, nasce e vive di essa»; riconosce, poi, che l'importanza della Scrittura è stata più volte ribadita come in un crescendo a partire da papa Leone XIII fino alla costituzione dogmatica Dei Verbum del Concilio Vaticano II, che ha dato grande impulso alla «riscoperta della Parola di Dio nella vita della Chiesa». Sempre nell'introduzione leggiamo un breve riassunto del lavoro dei padri sinodali che, ascoltando, celebrando la Parola di Dio e raccontandosi vicendevolmente quanto il Signore sta operando nel suo popolo, hanno riscoperto ciò che nel quotidiano rischiamo di dare per scontato: «il fatto che Dio parli e risponda alle nostre domande»; inoltre il papa sottolinea la presenza di delegati ecumenici quali il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e, per la prima volta, un rabbino.
L'intero svolgersi dell'esortazione pontificia, in tre parti, si richiama al prologo del Vangelo di Giovanni, «nel quale ci è comunicato il fondamento della nostra vita: il Verbo, che dal principio è presso Dio, si è fatto carne ed ha posto la sua dimora in mezzo a noi (cfr Gv 1,14)». Nella prima parte, Verbum Dei, si pone l'accento sul dono della Parola di Dio come di un dialogo che Dio stesso ha con noi, a cui l'uomo è chiamato a rispondere entrando nella sua Alleanza; in questo panorama si comprende il peccato come «non ascolto della parola», cioè il rifiuto, in piena libertà, dell'uomo ad entrare nell'Alleanza con Dio. Un aspetto particolare di questo dialogo di Dio con l'uomo è sottolineato nella figura della Madonna, passo ripreso anche dal prefetto della Congregazione per i vescovi, card. Marc Ouellet, nella presentazione dell'esortazione oggi in Vaticano. Sempre questa prima parte si snoda nell'ermeneutica, cioè nella chiave di lettura, della Sacra Scrittura nella Chiesa, ove trova spazio un analisi del rapporto fra fede e ragione; in questa sezione si mette in guardia da un'«interpretazione soggettivistica ed arbitraria» che scaturisce dall'approccio fondamentalista alla Sacra Scrittura, il quale, dice il papa, «rappresenta un tradimento sia del senso letterale che spirituale, aprendo la strada a strumentalizzazioni di varia natura, diffondendo, ad esempio, interpretazioni antiecclesiali delle Scritture stesse».
La seconda parte, Verbum in Ecclesia, enfatizza il rapporto che ha e deve avere la Chiesa con la Sacra Scrittura; il corpo fondamentale di questa sezione è intitolato: Liturgia, luogo privilegiato della Parola di Dio. In esso il papa e i padri sinodali dicono chiaramente che la vita della Chiesa deve mantenere il suo perno nella Liturgia, la quale, dal canto suo, è intrisa in ogni sua parte della Sacra Scrittura. Riprendendo la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium il Santo Padre scrive: «Nella celebrazione liturgica la sacra Scrittura ha una importanza estrema. Da essa infatti si attingono le letture che vengono poi spiegate nell’omelia e i salmi che si cantano; del suo afflato e del suo spirito sono permeate le preghiere, le orazioni e i carmi liturgici; da essa infine prendono significato le azioni e i simboli liturgici»; così comincia una attenta analisi delle caratteristiche della Liturgia in tutte le sue parti (Celebrazione Eucaristica, Liturgia delle Ore, Sacramenti, Benedizioni, gesti di devozione popolare), e delle problematiche che oggi la affliggono. Troviamo dunque un'esortazione a solennizzare, specialmente nei momenti culminanti del calendario liturgico, la proclamazione della Parola con il canto del salmo e del Vangelo, fino all'invito di ripristinare l'uso dell'Evangeliario da portare processionalmente prima all'altare e poi al pulpito; l'invito ai laici, ai quali nel rito romano spetta la proclamazione della prima e della seconda lettura e del salmo, ad una preparazione tecnica e spirituale; la raccomandazione a tutti i vescovi e sacerdoti che l'omelia sia tenuta da persone che, in forza della Sacra Ordinazione, hanno il compito magisteriale, ossia esclusivamente da vescovi, preti e diaconi; agli stessi il papa raccomanda, riprendendo la precedente esortazione postsinodale Sacramentum Caritatis, di «evitare omelie generiche ed astratte, che occultino la semplicità della Parola di Dio, come pure inutili divagazioni che rischiano di attirare l’attenzione sul predicatore piuttosto che al cuore del messaggio evangelico; deve risultare chiaro ai fedeli che ciò che sta a cuore al predicatore è mostrare Cristo, che deve essere al centro di ogni omelia». Una particolare attenzione è posta sulla Liturgia delle Ore, della quale vescovi, preti e diaconi hanno ricevuto il mandato; i padri sinodali hanno espresso il vivo desiderio che questa forma di preghiera, almeno nelle Lodi e nei Vespri, si diffonda maggiormente nel Popolo di Dio e, specialmente nelle solennità e nelle domeniche, se ne favorisca la partecipazione del popolo. Nell'ascolto liturgico della Parola di Dio, il papa e il sinodo pongono l'accento sul silenzio: «la parola può essere pronunciata e udita solamente nel silenzio, esteriore ed interiore»; interessante è il fatto che alla raccomandazione dell'Esclusività dei testi biblici nella liturgia segua quella di un canto liturgico biblicamente ispirato, con preciso riferimento al canto gregoriano.
L'ultima parte, Verbum mundo, è incentrata sulla missione della Chiesa e sull'annuncio della Parola di Dio a tutto il mondo; il Santo Padre ricorda che «tutti i battezzati sono indispensabili all'annuncio» e che la Missione riguarda la vita di tutti i cristiani; di qui la necessità di una nuova evangelizzazione nella vita di tutti i giorni, non più limitata alle terre lontane, ma estesa alla nostra stessa realtà. Tuttavia il papa non cessa di ricordare coloro che, per diffondere la Parola di Dio ai popoli più poveri e in mezzo a quelli più intolleranti, arrivano a rischiare, e talvolta (purtroppo bisognerebbe dire frequentemente) a perdere la loro stessa vita.
Parte delle raccomandazioni sinodali, specie quelle sulla liturgia, sono ben accolte nella nostra parrocchia, che ha la fortuna di aver mantenuto per tradizione il canto gregoriano nelle sue celebrazioni liturgiche, la celebrazione comunitaria e cantata dei Vespri domenicali e nelle solennità e di aver conservato dignitosi e preziosi supellettili al servizio della liturgia. Perciò, e questo è anche l'invito del patriarca specialmente in vista della prossima visita nella nostra diocesi, dobbiamo accogliere con grande gioia, sollecitudine ed obbedienza l'insegnamento del pontefice, per farlo nostro nella vita comunitaria e personale di tutti i giorni.

Chi volesse approfondire questo riassunto molto conciso dell'esortazione postsinodale Verbum Domini di papa Benedetto XVI, può scaricarla cliccando qui.
Cliccando invece qui è possibile leggere le parole del prefetto della Congregazione per i Vescovi, card. Marc Ouellet, del segretario generale del sinodo dei vescovi, mons. Nikola Eterovic, e del sotto-segretario del sinodo dei vescovi, mons. Fortunato Frezza, durante la conferenza stampa di presentazione.

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