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mercoledì 6 luglio 2011

Una festa che ha 269 anni

La tradizionale festa annuale che stiamo per celebrare i prossimi sabato e domenica, malgrado nel tempo si sia arricchita di elementi nuovi e folkloristici che la fanno apparire una festa recente, affonda in realtà le sue radici nella storia della cittadina marittima di Caorle. Risale, infatti, al 1742, quando, in seguito alla decisione del senato veneziano di confiscare i privilegi sulle acque territoriali caorlotte ai pescatori locali, il popolo si riunì ai piedi della Vergine dell'Angelo per implorarne la grazia e scongiurare il pericolo. Gli abitanti di Caorle vivevano di pesca, e fin dalla fondazione della Repubblica Serenissima, di cui Caorle costituiva una delle nove città del Dogado, avevano mantenuto alcuni diritti sul pescato, che consentiva loro quantomeno la sopravvivenza; rinunciare a quei privilegi avrebbe significato pagare al doge una certa percentuale sulla quantità pescata, e dunque voleva dire il progressivo e repentino deperimento dell'intera cittadina, già molto povera. Fu per questo che il consiglio della comunità civile, dopo aver ricevuto dal senato una prima risposta negativa, si rivolse al doge in persona, e affidarono alla Madonna dell'Angelo tutte le loro preoccupazioni ed ansie sullo svolgimento dell'intera vicenda, facendo voto solenne che, se essa si fosse risolta nel modo favorevole ai caorlotti, si sarebbe celebrata una festa ogni anno per commemorare la concessione di quella grazia.
La Vergine accolse benigna la supplica dei suoi figli, e qualche tempo dopo arrivò dal doge la decisione che i privilegi sulle acque dei pescatori caorlotti sarebbero rimasti intatti. Il consiglio, quindi, si rivolse al vescovo dell'epoca, Francesco Trevisan Suarez, anche lui molto devoto alla Madonna dell'Angelo (tanto da ricostruire il Santuario nella forma in cui ci appare oggi), il quale fissò la data della festa annuale che i cittadini avevano promesso con il voto nella domenica fra l'ottava della Natività della Vergine (l'8 settembre). Ma nel 1864, quando la diocesi era ormai già stata soppressa da quasi mezzo secolo, il patriarca di Venezia Giuseppe Luigi Trevisanato volle spostare quella ricorrenza in un periodo più comodo ai caorlotti, e si rivolse al Sommo Pontefice Pio IX affinché concedesse che la festa fosse celebrata alla seconda domenica di luglio. Il Papa acconsentì, e concesse inoltre che in quella data si celebrasse la Messa e l'Ufficio del Patrocinio di Maria Santissima.
Dieci anni dopo, nel 1874, lo stesso Papa Pio IX delegò il patriarca Trevisanato ad incoronare la statua della Santa Vergine, cosa che avvenne solennemente il 13 settembre dello stesso anno. Per questo motivo tale festa oggi viene ricordata come "Festa dell'Incoronazione", facendo in questo modo coincidere la ricorrenza del Voto del 1742 all'Incoronazione di quasi cent'anni dopo.
Con devozione, dunque, il popolo di Caorle torna a riunirsi ai piedi del simulacro della Vergine dell'Angelo ogni anno, la seconda domenica di luglio; inizialmente la festa si svolgeva direttamente al Santuario, con le Messe festive e i vespri solenni; ma in seguito allo sviluppo turistico di Caorle si ritenne opportuno spostare la festa in Duomo, capace di contenere più fedeli. Nacque così la tradizionale processione che, il sabato precedente la festa, trasporta la Venerata Immagine in Duomo dove, il giorno successivo, vengono celebrate Messe e Vespri solenni; la sera di domenica, infine, la Madonna fa il suo ritorno nella sua dimora in riva al mare, riaccompagnata dagli stessi fedeli. E' da ricordare che questa ricorrenza fa parte delle quattro in cui l'arciprete del Duomo di Caorle durante munere può celebrare Messa e Vespri pontificali, secondo la concessione data da Papa Giovanni XXIII al tempo del parroco mons. Felice Marchesan.
Ultimamente è stato aggiunto il cosiddetto incendio del campanile, ossia lo scoppio vivace di fuochi d'artificio appositamente posti all'interno del campanile del Duomo, che saluta l'arrivo del simulacro sabato sera e la sua partenza domenica sera. Ma questo aspetto di folklore, più che essere l'attrattiva principale dell'evento, è nato per sottolineare ancora una volta come la comunità di Caorle sia disposta a festeggiare con ogni onore la sua Madre e Patrona, che sempre veglia sulla città, difendendola dalle insidie del male.

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