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giovedì 28 luglio 2011

Nuova bocciatura per la legge sull'omofobia

In questi giorni, tra le altre annose questioni che il parlamento sta affrontando, si è consumata la nuova bocciatura del disegno di legge di modifica del Codice Penale per includere l'aggravante della discriminazione sessuale, denominata "Legge Concia" (presentata dalla deputata del Pd Anna Paola Concia). Sono state infatti accolte le pregiudiziali di costituzionalità proposte da Udc, PdL e Lega, con 293 voti a favore, 250 contrari e 21 astenuti). Ovviamente abbiamo assistito al solito lancio di insulti contro i cattolici e la Chiesa: le dichiarazioni vanno dal moderato "vergogna" di Bersani all'accusa della stessa Concia "state dalla parte dei violenti"; dall'accusa di "connivenza" che arriva dai banchi dell'Idv a quelle colorite delle associazioni arcigay. Ma sono offese a cui ormai si è più che abituati, e che francamente lasciano il tempo che trovano; cerchiamo invece di analizzare i fatti. Possiamo effettivamente dire che chi è contrario a questo progetto di legge è a favore della discriminazione? Leggiamo la modifica al Codice Penale che questa proposta di legge, giudicata incostituzionale dal parlamento, proponeva:

«Aggravano il reato quando non ne sono elementi costitutivi o circostanze aggravanti speciali le circostanze seguenti: l'avere, nei delitti non colposi contro la vita e l'incolumità individuale, contro la personalità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale, commesso il fatto per motivi di omofobia e transfobia, intesi come odio e discriminazione in ragione dell'orientamento sessuale di una persona verso persone del suo stesso sesso, persone del sesso opposto, persone di entrambi i sessi.»

Una prima obiezione che si può muovere a questa modifica, che è stata la principale obiezione delle pregiudiziali di costituzionalità, è la seguente: perché chi commette un reato dovrebbe avere, oltre alle aggravanti già previste, una speciale aggravante in più se questo reato l'ha compiuto in ragione della discriminazione contro gli omosessuali (o transessuali)? Con questo, mi sembra chiaro, non si intende assolutamente dire che i reati compiuti per discriminazioni contro gli omosessuali siano giustificabili o non punibili; semplicemente, con questa proposta di legge, si introduce una oggettiva disparità di trattamento, che rende i reati compiuti per discriminazione contro gli omosessuali più gravi di altri. Per fare un esempio, è come se un uomo bruciasse la macchina del suo vicino di casa che, per esempio, è di nazionalità tedesca, per il solo motivo che gli stanno antipatici i tedeschi, e un altro uomo bruciasse la macchina del suo vicino di casa omosessuale, per il solo motivo che gli stanno antipatici gli omosessuali. Per quale motivo l'omosessuale dovrebbe ricevere un risarcimento maggiore del tedesco? Non sono forse le due ingiustizie egualmente deprecabili? Non si introduce, con questa diversità di punizioni, una disparità di diritti tra le persone? Oppure: il padrone di una ditta decide di non assumere o di licenziare un dipendente perché, ad esempio, si dichiara cristiano cattolico, e in un'altra ditta un altro padrone decide di non assumere o di licenziare un dipendente perché si dichiara omosessuale. Perché l'omosessuale avrebbe diritto di essere riassunto ed il cattolico no? Non hanno forse entrambi lo stesso diritto di essere riassunti? E i due datori di lavoro non dovrebbero forse essere puniti con la stessa pena?
In questo modo gli omosessuali e i transessuali sarebbero trattati come privilegiati rispetto agli altri cittadini, cosicché se qualcuno torce loro un capello deve pagare di più rispetto a quando il capello è torto a un cittadino "qualsiasi". Traspaiono, in questo progetto di legge, le vere intenzioni dei movimenti omosessualisti, che già in altri articoli abbiamo sottolineato: innanzitutto quella di dire che "gay è meglio"; i gay e i transessuali sarebbero come degli eletti, al di sopra degli altri comuni cittadini. E poi quella di far intendere alla gente che in Italia omosessuali e transessuali vivrebbero vessati, umiliati e perseguitati; una situazione che, credo, tutti possiamo essere concordi nel dire falsa. Le persone omosessuali, oggi, non sono discriminate rispetto agli altri, ma ottengono posti di lavoro come gli altri e hanno le stesse libertà degli altri; addirittura, possiamo dire, hanno già di fatto più diritti degli altri, ché se un gruppo di buon temponi decidesse di mettersi su un camion a schiamazzare e girare nudi per la città verrebbero (come è giusto) immediatamente fermati dalle forze dell'ordine, ma se questi signori dicessero che stanno manifestando l'orgoglio gay sono sicuro che i vigili non potrebbero nemmeno parlargli. Qualcuno potrebbe obiettare che nessuno brucia la macchina ai tedeschi perché sono tedeschi, e nessuno licenzia i cattolici perché sono cattolici, mentre succede che qualcuno bruci la macchina o licenzi un omosessuale perché omosessuale. Questa obiezione, tipica conseguenza di una stampa ormai pressoché totalmente espressione del demagogico pensiero relativista, non ha comunque senso; a parte che non sono sicuro che, nel caso dei cattolici, possiamo essere sicuri dell'assenza di discriminazioni, ma in ogni caso le leggi ci sono già, assicurano già alla giustizia coloro che commettono crimini contro le persone per qualsivoglia pregiudizio ed aiuta allo stesso modo tutti coloro che subiscono ingiustizie in ogni tipo di circostanza.
Una seconda obiezione, non priva di crescente preoccupazione, riguarda le parole evidenziate in grassetto nella citazione della proposta di legge, ovvero quello che si intende per omofobia e transfobia: "odio e discriminazione in ragione dell'orientamento sessuale di una persona". Chi è che definisce quando si ha a che fare con odio e discriminazione? Lo scopo che si intravvede sotto una definizione così lasca dell'omofobia, come nota anche Marco Invernizzi in un articolo di oggi su La Bussola Quotidiana, è quello di portare al riconoscimento anche in Italia di matrimoni e di adozioni omosessuali. Sappiamo tutti che chi si oppone più vistosamente a questo traguardo è la Chiesa cattolica, per lo meno in Italia; dunque una norma di questo tipo finirebbe per costringere, a norma di Codice Penale, preti e vescovi a tacere la dottrina cattolica sull'omosessualità, che è considerata discriminatoria nei confronti degli omosessuali dalle associazioni omosessualiste. Come più volte osservato anche su questo blog, la dottrina cattolica, invece, raccomanda di evitare categoricamente ogni marchio di ingiusta discriminazione nei confronti degli omosessuali (CCC n. 2358); ma non può tacere il disordine dal quale gli atti sessuali fra due persone dello stesso sesso sono intrinsecamente affetti. Se dunque la Chiesa non intende discriminare gli omosessuali, metterla a tacere, magari per l'applicazione di una legge dalla dubbia interpretazione significa, come minimo, offendere e limitare la libertà di pensiero.
Ma non è solo la Chiesa ad esserne danneggiata: se, come è largamente auspicabile, l'applicazione di una legge simile porterebbe a giudicare omofobo il non affidamento di figli a coppie omosessuali, a pagare il prezzo più alto sarebbero ancora i più deboli e gli indifesi, ossia i bambini, ritenuti ancora una volta un diritto, un oggetto, alla stregua di un sussidio economico, di una pensione o di un animale domestico. Ormai da più parti i sociologi e gli psicologi si stanno rendendo conto del fatto che, nell'educazione di un figlio, è indispensabile la presenza di una figura maschile accanto ad una figura femminile, e che i figli allevati da coppie dello stesso sesso manifestano indiscutibili problematiche caratteriali e sociali. Ma nascondere la verità e piegare persino i risultati scientifici al livello di mera opinione è naturale per coloro che riempiono i propri comizi della parola "libertà", ma in realtà desiderano solo imporre la propria idea.
Per questi motivi non abbiamo che da rallegrarci di un risultato come quello dei giorni scorsi, che boccia una legge così malfatta. Speriamo che, almeno sui valori non negoziabili, i nostri politici (o almeno la maggioranza di essi) siano ancora capaci di decidere in coscienza, lontani dalle logiche di partito e dagli interessi personali, come hanno fatto in quest'occasione. E non facciamo mancare una preghiera per la nostra Italia e per gli italiani, specialmente, in questo caso, coloro che sono sviati da persone che, quelle sì, guardano egoisticamente soltanto a se stesse.

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