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giovedì 14 luglio 2011

Tesori d'arte sacra: l'abside sinistra

Torna l'appuntamento mensile con i tesori d'arte sacra custoditi nella Cattedrale, nel Museo liturgico parrocchiale e nel Santuario; quest'oggi focalizziamo la nostra attenzione sull'abside sinistra, completamente affrescata e decorata, che ospita la cappella del Santissimo Sacramento con il Tabernacolo. L'affresco principale è senza dubbio quello del catino, ossia la parte semisferica che chiude la struttura absidale verso il soffitto, risalente al XIV secolo e sul quale si possono scorgere la figura della Santa Vergine con Bambino in una sorta di scrigno aperto, ove sono impressi dei simboli, che richiamano il cosiddetto nodo di Salomone rappresentato in molti dei mosaici della Basilica di Aquileia.
Ai lati della Madonna vi sono due figure di Santi diaconi e martiri: lo si riconosce dalla lunga veste che indossano, la dalmatica, propria dei diaconi nella storia della Chiesa, e dalla palma che reggono in mano, simbolo apocalittico della vittoria dei martiri. Il Santo a destra è Santo Stefano Protomartire, patrono principale di Caorle, che reca sulla testa e sulla spalla le pietre della sua lapidazione; quello a sinistra è San Lorenzo: infatti, da quando il corpo di Santo Stefano fu trasportato a Roma e deposto nello stesso sepolcro di San Lorenzo, protodiacono romano, il culto dei due martiri cristiani fu per lungo tempo unito.
Ai piedi della scena si osserva un'intera confraternita prostrata in ginocchio, nell'atto di offrire una preghiera che il Bambino Gesù fa per accogliere, dal Grembo della Vergine, con le mani tese. Si tratta con ogni probabilità della Confraternita dell'Assunta, che in quest'abside aveva eretto l'omonimo altare ove era ospitato il Santissimo Sacramento, e che aveva contribuito ad erigere l'oratorio dell'Assunta, ora distrutto, dal quale deriva una statua della Vergine in legno dorato, oggi ancora conservata in Duomo.
Il tamburo dell'abside, sempre affrescato, è invece decorato da un tema architettonico di sei archi sorretti da colonne; all'interno degli archi si stagliano cinque stemmi di vescovi di Caorle (oggi in gran parte consumati), e lo stemma, ben visibile, di papa Sisto V (il terzo partendo da sinistra). Il fatto di aver rappresentato nella Cattedrale di Caorle lo stemma di papa Peretti deve senz'altro rimandare alla nomina del vescovo Girolamo Righettino. Egli, canonico regolare di Sant'Agostino, era anche esperto di cabala e algebra, e si era recato a Roma per far approvare dal Sant'Uffizio uno dei suoi scritti più famosi; l'impressione che la sua opera fece sui prelati romani fu talmente positiva che il monaco fu invitato personalmente in udienza dal pontefice, che ebbe modo di conoscerlo e di commisionargli una carta topografica della città di Roma. Alla morte del vescovo di Caorle Giulio Soperchio, per la stima che si era venuta a instaurare tra il prelato e il papa, fu lo stesso Sisto V, in un pubblico concistoro, a nominare vescovo di Caorle Girolamo Righettino, e con somme lodi, come ci tramandano gli scritti dell'epoca. Così lo stemma del vescovo agostiniano doveva trovarsi affrescato nelle vicinanze di quello papale nel tamburo dell'abside sinistra, anche se ora non ve n'è traccia; tuttavia quello stemma ricorre sulla vasca del Battistero cinquecentesco, che egli contribuì a realizzare, tutt'ora conservato in Duomo.
Infine, a sorreggere il Tabernacolo in stile moderno, è stata posta un'antica ara sacrificale romana appartenuta alla gens Licovia, e risalente al I secolo d.C., e sulla quale è possibile trovare, oltre alle iscrizioni ed alcune raffigurazioni, una conca per raccogliere il sangue delle vittime. Interessante è il significato di questa giustapposizione: mentre in antichità su quest'oggetto gli uomini compivano sacrifici di animali rivolti agli dei pagani, oggi vi è posto sopra l'unico Dio vivo e vero, che si è sacrificato Egli stesso per il bene e la salvezza degli uomini.
Qui di seguito alcune foto d'insieme del complesso dell'abside e del Tabernacolo (foto tratte dal sito caorlotti.it).

 

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