«L’itinerario quaresimale, nel quale siamo invitati a contemplare il Mistero della Croce, è “farsi conformi alla morte di Cristo” (Fil 3,10), per attuare una conversione profonda della nostra vita: lasciarci trasformare dall’azione dello Spirito Santo, come san Paolo sulla via di Damasco; orientare con decisione la nostra esistenza secondo la volontà di Dio; liberarci dal nostro egoismo, superando l’istinto di dominio sugli altri e aprendoci alla carità di Cristo.»
I punti principali su cui il Santo Padre centra il suo messaggio sono tre: l'accostamento della Quaresima al Battesimo, l'ascolto della Parola di Dio e le pratiche di mortificazione proprie del periodo quaresimale. Il Battesimo è legato da sempre alla Veglia Pasquale; dopo la Liturgia della Parola, si svolge infatti la benedizione dell'acqua del fonte battesimale tramite il Cero pasquale: un passo della preghiera di benedizione recita: «Infondi in quest'acqua, per opera dello Spirito Santo, la grazia del tuo unico Figlio, perché con il sacramento del Battesimo l'uomo, fatto a tua immagine, sia lavato dalla macchia del peccato, e dall'acqua e dallo Spirito Santo rinasca come nuova creatura». In questo modo, dice Benedetto XVI, la Quaresima con cui ci prepariamo alla Pasqua assume un carattere analogo al catecumenato, vale a dire al cammino di preparazione che viene compiuto prima del Battesimo. Tuttavia ciò non significa che occorra una predisposizione, per ricevere questo Sacramento, che soltanto l'uomo maturo può raggiungere: il fatto che la Chiesa l'abbia per Tradizione predisposto per i bambini appena nati "mette in evidenza che si tratta di un dono di Dio: nessuno merita la vita eterna con le proprie forze".Il secondo punto focale del messaggio del papa, è l'ascolto della Parola di Dio, come già aveva raccomandato nell'esortazione post-sinodale "Verbum Domini". Egli ripercorre brevemente le pagine del Vangelo che ci accompagneranno durante le prime cinque domeniche quaresimali: nella prima ascolteremo il brano delle tentazioni di Cristo da parte del diavolo nel deserto; Nostro Signore, per essere simile a noi in tutto fuorché nel peccato, ha accettato di sottoporsi alla tentazione cui noi tutti uomini siamo soggetti, affinché, vincendola, aprisse anche il nostro cuore alla speranza e ci potesse Lui stesso guidare a vincere il maligno che ogni giorno cerca di allontanare gli uomini dalla fede in Gesù Cristo. Il Vangelo della seconda domenica sarà invece quello della Trasfigurazione; il pontefice ci apre gli occhi su un'altra realtà: per poter incontrare Cristo Trasfigurato nella gloria dobbiamo, come Pietro, Giacomo e Giovanni, salire in disparte su un alto monte. E' cioè necessario "prendere le distanze dal rumore del quotidiano per immergersi nella presenza di Dio"; specialmente quando entriamo in chiesa, dunque, siamo invitati in questo periodo di Quaresima a lasciare fuori le frenesie, i vani divertimenti e le preoccupazioni del mondo, perché attraverso la preghiera possiamo sentire la voce che dice «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo.». La terza domenica, il brano della Samaritana al pozzo ci illumina sulla vocazione dei cristiani a "pregare il Padre in spirito e verità"; la domanda che Nostro Signore rivolge alla donna, scrive il papa, è rivolta a ciascuno di noi, "e vuole suscitare nel nostro cuore il desiderio del dono dell’acqua che zampilla per la vita eterna". Nella quarta domenica ascolteremo il Vangelo del cieco nato; come in quell'occasione, Cristo rivolge ad ogni singolo cristiano, nelle proprie miserie e infermità, l'invito a professare la propria Fede in Lui; solo in questo modo "Egli illuminerà tutte le oscurità della vita e porterà l’uomo a vivere da figlio della luce". Ancora la professione della nostra Fede ci è richiesta, come a santa Marta nel Vangelo della quinta domenica, la risurrezione di Lazzaro; questa volta, però, più spostata verso i misteri ultimi della nostra vita: "Io sono la risurrezione e la vita: chi crede in me, anche se muore, vivrà, e chiunque vive e crede in me non morrà in eterno. Credi tu questo?".
L'ultimo aspetto su cui il Santo Padre ci invita a riflettere in questo periodo è quello della mortificazione, che si realizza in tre modi: il digiuno, l'elemosina e la preghiera. Questi tre strumenti aiutano a vivere la Quaresima in una dimensione personale ed anche altruistica. Così il digiuno diventa il modo per distaccarsi dal mondo, di staccare il cuore dal peso delle cose materiali. Al giorno d'oggi questa pratica è un po' snobbata, da chi la giudica come una superstizione, segno esteriore in auge nell'antichità ma fondamentalmente inutile, oppure da chi pratica il digiuno volontariamente, ma non con lo scopo alto che ci propone il papa, bensì con l'obiettivo di diventare più belli esteriormente (non un distacco, quindi, dalle cose del mondo). Il digiuno, invece, è pratica quanto mai attuale: non solo è sacrificio che serve alla mortificazione personale, ma "apre maggiormente a Dio e alle necessità degli uomini, e fa sì che l’amore per Dio sia anche amore per il prossimo". E, specialmente per i nostri giovani, questo digiuno può concretizzarsi in una rinuncia non magari al cibo, ma all'uso del computer o del telefonino in maniera ossessiva, alle feste in discoteca, a comprarsi il capo d'abbigliamento firmato... Ognuno di noi può quindi fare delle rinunce, il papa raccomanda non solo al superfluo, ma specialmente all'ordinario.
Il digiuno si apre ad una dimensione comunitaria attraverso l'elemosina: "Nel nostro cammino ci troviamo di fronte anche alla tentazione dell’avere, dell’avidità di denaro, che insidia il primato di Dio nella nostra vita". Siamo chiamati, soprattutto in questo periodo quaresimale, a condividere le nostre ricchezze, obbedienti al comando di Gesù Nostro Signore: "Accumulate i vostri tesori in cielo"; la tentazione, dice il pontefice, è quella di pensare come il ricco del Vangelo, che aveva lavorato una vita per accumulare per sè enormi ricchezze; ma il giudizio del Signore non lascia spazio ad interpretazioni: "Stolto! Questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita".
Indispensabile, insieme a digiuno ed elemosina, è però la preghiera; essa, come gli apostoli sul monte Tabor, è il modo con cui il Signore ci prende in disparte e si rivela a noi in tutta la sua gloria, manifesta a noi tutto il suo amore. Scrive infatti il papa: "La preghiera ci permette anche di acquisire una nuova concezione del tempo: senza la prospettiva dell’eternità e della trascendenza, infatti, esso scandisce semplicemente i nostri passi verso un orizzonte che non ha futuro".
Lasciamoci ammaestrare da Nostro Signore tramite il suo vicario in terra; seguiamo i suoi consigli e prodighiamoci perché la nostra Quaresima sia feconda nella sua austerità. La nostra diocesi ha organizzato per il secondo anno l'iniziativa denominata "Venerdigiuniamo", ovvero devolvere il guadagno che deriva dal digiuno ogni venerdì a favore dei bisognosi (attraverso la raccolta "Un pane per amor di Dio"), ed occupando la propria pausa pranzo, con un momento di preghiera in chiesa. Questa iniziativa, dunque, condensa in sè tutte e tre le pratiche di mortificazione, digiuno, elemosina e preghiera. Ognuno di noi, però, può mettere in pratica questi suggerimenti come meglio crede, per aiutare i fratelli e a maggiore gloria di Dio.
Di seguito troverete il link al messaggio per la Quaresima di papa Bendetto XVI per l'anno 2011:
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