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lunedì 14 marzo 2011

Don Bosco ai giovani: La Messa è Sacrificio

Vorrei riproporre oggi un pensiero di san Giovanni Bosco, dal libello "Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri negli esercizi di cristiana pietà". Nella premessa leggiamo lo scopo che con questo componimento don Bosco si prefiggeva:

«Due sono gl'inganni principali, con cui il demonio suole allontanare i giovani dalla virtù. Il primo è far loro venire in mente, che il servire al Signore consista in una vita malinconica e lontana da ogni divertimento e piacere. Non è così, cari giovani. Io voglio insegnarvi un metodo di vita cristiana, che vi possa nel tempo stesso rendere allegri e contenti, additandovi quali siano i veri divertimenti e i veri piaceri, talché voi possiate dire col santo profeta Davide: serviamo al Signore in santa allegria: servite Domino in laetitia. Tale appunto è lo scopo di questo libretto, servire al Signore e stare allegri.»

A giudizio del santo piemontese, uno dei motivi per cui i giovani del suo tempo si tenevano lontani da una vita virtuosa è che essa è spesso dipinta (dal diavolo) come una sorta di investimento in perdita, che priva dai divertimenti e dalla letizia; a ben guardare, però, questo modo di vedere le cose non si è affatto modificato dai tempi di san Giovanni Bosco, ed ancora oggi è "uno dei principali inganni che allontanano i giovani dalla virtù". Tuttavia il santo sacerdote non illude il giovane sul fatto che è possibile divertirsi dei divertimenti del mondo servendo Dio: egli, infatti, precisa che vi sono "veri divertimenti" e "veri piaceri". A mio modo di vedere questo insegnamento di don Bosco non è ancora sufficientemente recepito; è inutile negare che molto spesso si crea (a volte anche in buona fede) questa illusione. Col pretesto, cioè, di "attirare" il giovane alla Messa o alla vita di parrocchia e di non farlo allontanare, si contrattano le verità di fede: ad esempio tacendo su quelle parti del Catechismo (significato del peccato e del peccato mortale, etica e morale sessuale, matrimonio etc.) più scomode per i giovani, perché costringono ad una revisione della propria condotta di vita e a delle rinunce (a volte faticose), oppure, addirittura, dicendo che queste cose, pur presenti nel Catechismo, non sono più valide oggi, ma piuttosto retaggio di un passato della Chiesa fatto di superstizioni e spesso legato al periodo preconciliare. San Giovanni Bosco non sembra essere dello stesso avviso; intende insegnare "un metodo di vita cristiana che possa rendere allegri e contenti", ma della vera letizia cristiana, che a differenza della gioia e del divertimento mondani, dona pace allo spirito, e non al corpo. Infatti, collegato a questo inganno, ve n'è un altro:

«L'altro inganno è la speranza di una lunga vita colla comodità di convertirvi nella vecchiaia od in punto di morte. Badate bene, miei figliuoli, che molti furono in simile guisa ingannati. Chi ci assicura di venir vecchi? Uopo sarebbe patteggiare colla morte che ci aspetti fino a quel tempo: ma vita e morte sono nelle mani del Signore, il quale può disporne come a lui piace.»

Non che il santo piemontese indichi intrinsecamente malvagio sperare in una lunga vita, ma l'errore sta nel confidare che essa si protragga per lasciarci il tempo di sfogarci coi nostri divertimenti, e poterci comodamente convertire alla fine, quando ormai non ci resta più nulla da fare. In questo è in gioco la nostra responsabilità, poiché, se conosciamo di essere in peccato dobbiamo desiderare convertirci, sia quella degli educatori, poiché da loro, in qualche modo, dipende la salvezza delle anime dei propri discenti.
Una delle sezioni di questa importante e nobile opera di don Bosco è, dunque, dedicata alla Santa Messa. Alla luce di quanto espresso nella premessa, io penso che abbiamo qui una lezione valida ancora, e soprattutto, oggi, quando, per dirla con le parole del card. Burke, "il modo della riforma del rito della Messa ha abbastanza oscurato l'azione divina nella Santa Messa [...] e ha indotto alcuni nell'errore che la Santa Liturgia è una nostra attività". Scrive infatti san Giovanni Bosco:

«Avvertimento: la Messa è l'offerta ed il sacrificio del Corpo e del Sangue di Nostro Signor G. C. che viene offerto e distribuito sotto le specie del pane e del vino consacrato; capite bene, o figliuoli, che nell'assistere alla santa Messa fa lo stesso come se voi vedeste il Divin Salvatore uscir di Gerusalemme e portare la croce sul monte Calvario, dove giunto viene, fra' più barbari tormenti, crocifisso spargendo fino all'ultima goccia il proprio sangue. Questo medesimo sacrificio rinnova il sacerdote mentre celebra la santa Messa, con questa sola distinzione che il sacrifizio del Calvario Gesù Cristo lo fece collo spargimento di sangue, quello della Messa è incruento, cioè senza spargimento di sangue.»

Questo era il tenore degli insegnamenti di don Bosco ai suoi giovani; egli non temeva, parlando in questi termini, di correre il rischio che i ragazzi si allontanassero dalla Messa. Anzi, avendo più premura della salvezza delle loro anime, li esorta, li ammonisce e li rimprovera in questo modo:

«Siccome non si può immaginare cosa più santa, più preziosa quanto il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità di Gesù Cristo, così voi, quando andate alla santa Messa, voglio siate persuasi che fate un'azione la più grande, la più santa, la più gloriosa a Dio, e la più utile all'anima propria. Gesù Cristo viene Egli stesso in persona ad applicare a ciascuno in particolare i meriti di quel sangue adorabilissimo, il quale sparse per noi sul Calvario in croce. Ciò deve inspirarci una grande idea della santa Messa e farci desiderare di assistervi bene. Ma il vedere tanti figliuoli con volontà deliberata distratti starvi irriverentemente senza modestia, senza attenzione, senza rispetto, rimanendosi in piedi, guardando qua e là, ah! costoro rinnovano più volte i patimenti del Calvario con grave scandalo de' compagni e disonore della religione! Per evitar un male così grande entrate con disposizioni di vero cristiano nello spirito di Gesù Cristo, e supponete di vederlo cominciare la sua dolorosa passione, esposto a' più barbari trattamenti per nostra salvezza.»

Se guardiamo queste parole con gli occhi del mondo, viene subito da chiedersi: dove sarebbe l'allegria e la contentezza? Sembra piuttosto che vivere la Messa, secondo don Bosco, sia quanto di più lontano dalla gioia, dalla festa e dal divertimento. Allora capiamo ancora di più il significato di quelle espressioni, "veri divertimenti" e "veri piaceri" che il cristiano, come insegna san Giovanni Bosco, deve perseguire nella sua vita: il cristiano trova letizia nel rivivere l'incruento sacrificio di Nostro Signore durante la Santa Messa per riceverne ogni beneficio spirituale. Al contempo il santo mette in guardia dalle distrazioni, dagli atti blasfemi e dalle mancanze di rispetto: di fronte al Signore che non solo si fa presente nella Santa Messa, ma ricompie il sacrificio tramite il quale ci ha redenti, non possiamo permettere di distraci, dobbiamo prepararci con ogni cura a questo mistico incontro con il Salvatore. Per questo è importante avere in somma considerazione la liturgia: anche i canti e gli atteggiamenti devono essere tutti diretti verso Cristo, e capiamo, dunque, come esistano musiche ed atteggiamenti del corpo adatti a varcare la soglia della chiesa ed altri che è bene, per rispetto e per il santo Timor di Dio, restino fuori.
San Giovanni Bosco conclude questa sezione del suo libello con una sorta di guida per "assistere con frutto alla Santa Messa"; sono indicazioni forgiate a misura della Messa antica, la quale per sua natura è tutta improntata a Cristo e al suo Sacrificio, ma che è bene applicare anche a quella riformata, per recuperarne la direzione corretta verso Nostro Signore e la sua dimensione sacrificale, nonché la differenza (che è necessario tener ben presente) tra la gioia del mondo e la letizia che promana dalla liturgia.

In principio della Messa

Signor mio Gesù Cristo, io vi offerisco questo santo sacrifizio a vostra maggior gloria ed a bonte spirituale dell'anima mia, fatemi la grazia che il mio cuore e la mia mente ad altro più non pensino che a voi. Anima mia, scaccia ogni altro pensiero e preparati ad assistere a questa santa Messa col massimo raccoglimento.

Al Confiteor

Io confesso a Dio onnipotente, alla Beata sempre Vergine Maria, al Beato Michele Arcangelo, al Beato Giovanni Battista, a' santi apostoli Pietro e Paolo e a tutti i Santi, che molto peccai con pensieri, parole ed opere per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. Perciò prego la Beata Vergine Maria, il Beato Michele Arcangelo, il B. Giovanni Battista, i Ss. Apostoli Pietro e Paolo e tutti i santi ad intercedere per me appresso il Signor nostro Iddio.

Il Sacerdote ascende all'altare

Tutta la terra vi adori, o Signore, e canti lode al vostro santo nome. Sia gloria al Padre, al Figliuolo ed allo Spirito Santo. Così sia.

Al Kyrie eleison

Signor mio G. C, abbiate misericordia di questa povera anima mia.

Al Gloria

Sia gloria a Dio nel più alto de' cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà, perchè solo Iddio è degno di essere lodato e glorificato per tutti i secoli.

All'Oremus

Ricevete, o Signore, le preghiere che da questo sacerdote vi sono indirizzate per me. Concedetemi la grazia di vivere.e morire da buon cristiano nel grembo della santa Madre Chiesa.

All'Epistola

Infiammate, o Signore, il cuor mio del vostro santo amore, acciocchè io vi ami e vi serva tutti i giorni della mia vita.

Al Vangelo

Io sono pronto, o Signore, a confessare la fede del Vangelo a costo della mia vita, professando le grandi verità, che ivi sono contenute. Datemi grazia e fortezza per fare la vostra Divina volontà, e fuggire tutte le occasioni di peccare.

Al Credo

Io credo fermamente tutte le verità che voi, mio Dio, rivelaste alla vostra Chiesa, perchè siete verità infallibile. Accrescete perciò in me lo spirito di viva fede, di ferma speranza, e d'infiammata carità.

All'Offertorio

Vi offerisco, o mio Dio, per le mani del Sacerdote quel pane e quel vino che debbono essere cangiati nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo. Vi offro nel medesimo tempo il mio cuore, la lingua mia, affinchè per l'avvenire altro non desideri nè di altra cosa io parli, se non di quello che riguarda al vostro santo servizio.

All'Orate Fratres

Ricevete, Signore, questo sagrifizio per onore e gloria del vostro santo nome, per mio vantaggio, e per quello di tutta la vostra Santa Chiesa.

Al Praefatio

Mio cuore, alzati a Dio e pensa alla passione di G. C., che egli rinnova pe' tuoi peccati.

Al Sanctus

Anima mia, unisci ogni tuo affetto al coro degli Angeli, e canta con essi un inno di gloria dicendo: Santo, Santo, Santo è il Signore, il Dio degli eserciti. Sia glorificato e benedetto per tutti i secoli.

Al Memento dei vivi

Vi prego, o Gesù mio, di ricordarvi de' miei genitori, degli altri parenti, de' miei benefattori, degli amici miei, ed anche de' miei nemici: ricordatevi altresì del Sommo Pontefice e di tutta la Chiesa, e di ogni autorità spirituale e temporale, a cui tutti sia pace, concordia e benedizione.

All’elevazione dell'Ostia

Con tutta umiltà prostrato vi adoro, o Signore, e credo fermamente che voi esistete in questa Ostia sacra. Oh gran mistero, un Dio viene dal cielo in terra per la mia salute! Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo sacramento. (100 giorni d'indulgenza ogni volta).

All’Elevazione del calice

Signor mio Gesù Cristo, io adoro quel sangue che voi spargeste per salvare l'anima mia. Io ve l'offerisco in memoria della vostra passione, morte, risurrezione e ascensione al cielo; ricevetelo in isconto de' miei peccati, e pei bisogni di santa Chiesa.

Al memento dei morti

Ricordatevi, Signore, delle anime del Purgatorio e specialmente di quelle de' miei parenti, benefattori spirituali e temporali. Liberatele da quelle pene e date a tutte la gloria del paradiso.

Al Pater noster

Vi ringrazio, Gesù mio, di questo eccellente modello di preghiera che mi deste: fatemi la grazia che io la possa recitare colla divozione e coll'attenzione che si merita. Concedetemi quanto in essa vi domanda per me quel sacerdote, e soprattutto che io non cada in mortale peccato, unico e sommo male che può farmi perdere eternamente. Dite il Pater noster, etc.

All'Agnus Dei

Gesù, agnello immacolato, vi supplico ad usare misericordia a me e a tutti gli uomini del mondo affinchè tutti si convertano a voi, per godere quella vera pace che provano coloro che sono in grazia vostra.

Al Domine non sum dignus

O Signore, per la moltitudine de' miei peccati io non son degno che voi veniate ad abitare nell'anima mia, ma dite solamente una parola, e mi sarà rimesso ogni peccato. Oh quanto mi spiace di avervi offeso, fatemi la grazia, che non vi offenda mai più per l'avvenire.

Alla Comunione

Se non potete comunicarvi sacramentalmente fate almeno la comunione spirituale, che consiste in un ardente desiderio di ricevere Gesù nel vostro cuore, dicendo: Mio caro e buon Gesù, poichè questa mattina io non posso ricevere l'Ostia santa, venite nondimeno a prendere possesso di me colla vostra grazia, onde io viva sempre nel vostro santo amore. La grazia che singolarmente vi domando è di potere star lontano dalle cattive compagnie, che pur troppo sono stato occasione delle mie cadute nel peccato.

Alle ultime orazioni

Vi ringrazio, o mio Dio, di esservi sacrificato per me. Fate che sin da questo momento tutto io mi possa sacrificare a Voi. Dispiaceri, fatiche, caldo, freddo, fame, sete ed anche la morte tutto accetterò volentieri dalle vostre mani, pronto ad offerire tutto e perdere tutto, purchè io possa adempiere quello che prescrive la vostra santa legge.

Alla Benedizione

Benedite, Signore, queste sante risoluzioni, beneditemi per la mano del vostro ministro, e fate che gli effetti di questa benedizione siano eternamente sopra di me. Nel nome del Padre, e del Figliuolo, e dello Spirito Santo. Così sia.

All’ultimo Vangelo

Verbo eterno, fatto carne per salvare l'anima mia, io vi adoro col più profondo rispetto, e vi ringrazio di quanto patiste per me. Concedetemi la grazia di conservare i frutti di questa santa Messa; perdonatemi, se non vi ho assistito colla debita attenzione, e fate che uscendo io di questa chiesa abbiano gli occhi, la lingua e tutti i sensi miei in sommo orrore ogni cosa che si opponga alle verità del vostro santo Vangelo. Dite una Salve alla B. V. Immacolata ed un Pater a S. Giuseppe, affinchè vi aiutino a mantenere i proponimenti fatti, e soprattutto ad evitare lo occasioni del peccato.

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