Quest'oggi alle 16:30, dopo una breve preghiera nella Basilica di sant'Anselmo all'Aventino, papa Benedetto XVI si è recato processionalmente alla Basilica di santa Sabina, dove ha celebrato la Santa Messa. Prima di imporre le Ceneri sul capo dei vescovi e dei cardinali presenti, nonché ad alcuni fedeli, ha pronunciato l'omelia, nella quale ha ripercorso le letture bibliche proposte dalla liturgia odierna. Lasciandosi guidare dal passo del profeta Gioele, il pontefice ha sottolineato che la Quaresima è spesso associata ad un sentimento di tristezza; il cristiano, però, deve guardarla con gli occhi della fede, come un dono di Dio. "Ritornate a me con tutto il cuore" è l'invito che il Signore rivolge a ciascuno di noi: non è una conversione superficiale e transitoria, ma un sincero proposito di ravvedimento. Il Profeta prende spunto dalla piaga delle cavallette, che avevano distrutto i campi e i raccolti, per dire che lacerarsi il cuore, interiormente, e non esteriormente è il sacrificio gradito a Dio. Tuttavia la conversione è possibile perché Dio è buono e grande nell'Amore; non possiamo salvarci né convertirci da noi stessi, è Dio che ci converte. Il cammino quaresimale è per noi l'occasione per sperimentare l'immenso Amore di Dio; il nostro mondo ha oggi quanto mai bisogno di essere convertito da Dio, di un cuore nuovo.
Passa poi alla seconda lettura, dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi; l'Apostolo ci invita a distogliere lo sguardo dalla sua persona per porlo verso Colui che lo ha inviato a predicare nel suo nome. Chi sceglie il servizio di ambasciatore, dice il Santo Padre, non deve far terminare ogni attenzione su se stesso, ma sul messaggio che gli è stato affidato. L'appello di Cristo alla conversione, scrive il Catechismo della Chiesa Cattolica, continua a risuonare per tutti i cristiani ancora oggi ed è rivolto a tutti i peccatori. Il dinamismo del cuore contrito che viene attirato da Dio non è un meccanismo prettamente umano; esso ritorna a Dio che ci ha amati per primo. Tutti possono parirsi all'azione di Dio, e noi cristiani dobbiamo essere messaggio vivente, anche perché spesso siamo rimasti l'unico Vangelo che i nostri fratelli nel mondo leggono ancora. Ecco la grande responsabilità a cui noi cristiani siamo chiamati, e l'impegno a vivere una buona Quaresima, anche per i nostri fratelli e non solo per noi.
Nel Vangelo, infine, Cristo pone l'attenzione sulle pratiche del digiuno, elemosina e preghiera; esse erano le pratiche che contraddistinguevano l'ebreo osservante, e nei secoli erano addiritttura diventate un modo per esprimere una certa superiorità. Il Signore trasfigura, dunque, queste pratiche, mettendo in guardia dalla tentazione che si ha quando si compie una buona azione, ovvero quella di desiderare la lode e l'ammirazione degli altri; così tali pratiche di mortificazione diventano non solo fini al benessere personale, ma anche nel rapporto con gli altri rischiano di farci vivere in funzione di quello che essi pensano di noi.
In conclusione, il papa si affida alla Madonna, chiedendoLe che ci conduca ad una conoscenza sempre più profonda di Cristo morto e risorto, e ci aiuti nel combattimento contro il peccato, perché possiamo gridare a Lui: "Convertici, Dio, nostra salvezza!".
Per leggere l'omelia completa potete cliccare sul seguente link:
Mercoledì delle Ceneri 2011 - Omelia del Santo Padre
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