A pochissimi giorni dalla visita del Santo Padre Benedetto XVI al nostro territorio, alle Chiese del Nordest, ad Aquileia e Venezia, trasmettiamo un breve riassunto e l'intervista rilasciata qualche tempo fa dal nostro patriarca, il cardinale Angelo Scola, all'emittente televisiva cattolica Telepace.
Il papa, esordisce il patriarca, viene per ciascuno di noi, e ciò è confermato dalla frase scelta per rappresentare questa visita: "Tu conferma la nostra fede", un Tu che ricorda il dialogo tra Gesù e Pietro, il "Mi ami tu". La visita del papa ci fa interrogare sul nostro cammino rispetto a Dio: la venuta del papa è una possibilità eccezionale che non deve essere persa da tutti, dai credenti in primo luogo ma anche da tutte le persone di buonsenso. E' necessaria, però, l'umiltà di accogliere il papa, la capacità e la disposizione all'ascolto, cosa che oggi sembra sempre più venire meno. L'ascolto è la capacità di ricevere, che implica un lasciarsi svuotare; da questo punto di vista la visita del papa è una grandissima occasione per chiunque sia capace di ascoltare, svuotato da ogni pregiudizio, almeno come tentativo di essere critici.
Il patriarca, appositamente interrogato, pone poi l'accento su che cos'è il Nordest; si intende un Nordest largo, non solo Veneto, Trentino - Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, ma tutto il territorio nato, cristianamente parlando, da Aquileia, in vista di un ripensamento del Nordest nel futuro. La fede che il papa troverà, si augura il nostro vescovo, sarà quella della Chiesa Santa di Dio che sfida uomini e donne a passare da una fede di convenienza ad una fede per convinzione, da un essere cristiani per nascita ad esserlo per scelta. Nelle vicende del mondo che ci circonda appariamo spesso come frastornati, ma malgrado ciò sempre in piedi; la visita del papa, in questo senso, è la volontà di essere confermati da lui, farci vedere che la fede non è una favola o un'evasione fuori dal mondo, ma possibilità di essere immersi nell'oggi, capaci di pratiche virtuose.
Parlando del cuore della visita del papa come la Santa Messa al parco san Giuliano domenica prossima, il patriarca intende invitare a riscoprire il significato della Chiesa: non è propriamente il tempio, ma la volontà di lasciare le proprie case e fisicamente lasciandoci convocare da Gesù per avere parte a Lui. La Chiesa sia atto vivo, della quale bisogna che tutti comprendiamo la componente di pellegrinaggio e di sacrificio; per questo non sarà la stessa cosa, per chi non è impossibilitato a muoversi, essere presenti fisicamente al parco san Giuliano od ascoltarlo alla televisione. Alla Messa al parco san Giuliano sono invitati tutti; mentre i gesti di Aquileia e di Venezia, per motivi logistici, non potranno essere seguiti in prima persona da tutti coloro che lo desiderassero, a san Giuliano potranno venire tutti: il papa viene per il popolo di Dio.
Il patriarca si è detto, poi, molto contento del fatto che la visita del papa sia stata sentita come un fatto non esclusivo dei cattolici, malgrado la stragrande maggioranza degli abitanti del nostro territorio sia battezzata, ed il Battesimo non si può mai cancellare. La visita del papa potrà così rappresentare una possibilità di risveglio, in senso nobile, del nostro popolo, che avrà delle ricadute benefiche anche in ambito civile e culturale, oltre che spirituale, come affermato dall'allora cardinale Ratzinger: "quando la fede dice all'uomo chi è l'uomo diventa inesorabilmente cultura". Cristo Gesù, Via, Verità e Vita, ci accompagna nel quotidiano, nel modo di vivere gli affetti, il lavoro, le nostre fragilità il dolore: Cristo non è lontano da nessuno.
Commentando la scelta di non voler gravare economicamente sulle istituzioni pubbliche, il nostro vescovo dice che è stata una scelta piuttosto coraggiosa, e sottolinea come le offerte liberamente versate, oltre che per l'organizzazione, siano destinate a quel fondo che il papa silenziosamente ma continuamente devolve alle persone bisognose in ogni parte del mondo, come nei casi di grandi cataclismi naturali, ma anche per le varie realtà civili.
Particolarmente importante sarà l'incontro del papa con il mondo civile, culturale e politico; lo Studium Generale Marcianum, dice il patriarca, ha voluto organizzare una particolare Lectio Magistralis del papa a tutta la città di Venezia, in cui tutte le realtà civili della società saranno rappresentate, ma nella quale, come già avvenuto in altre parti del mondo, il papa si rivolgerà direttamente al mondo.
Per quanto riguarda l'aspetto storico della visita del Santo Padre, il porporato ha sottolinato come ormai dal 1985, con la visita di Giovanni Paolo II, Venezia non ospiti un papa; ma la visita del papa sarà storica anche per il fatto che il mondo che incontrerà qui il pontefice è molto diverso da quello incontrato da papa Wojtila, e quindi la sua visita aprirà ad affrontare con coraggio il futuro che ci aspetta.
In conclusione, il patriarca si augura che la visita del papa faccia sorgere la domanda che ognuno di noi, consapevolmente o meno, si pone al risveglio ogni giorno, ossia la compagnia di Dio.
Di seguito potete ascoltare l'intera intervista:
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