Mi ricordo ancora una riflessione, a cui fui invitato durante un corso di esercizi spirituali, sul mistero dell'esistenza del male nel mondo. Alla domanda del perché esistano ancora il male ed il diavolo dopo che Gesù Cristo con la sua Risurrezione ha vinto la morte, si rispondeva con un esempio, citando la condotta delle truppe naziste dai territori occupati: malgrado fosse evidente che la guerra era persa, e la capitolazione era soltanto questione di ore, essi, andandosene, cercavano di distruggere quante più cose possibile, e non soltanto per garantirsi più sicura la fuga e tagliare la strada agli inseguitori, ma anche gratuitamente, come la storia ci insegna (ad esempio con il terribile progetto di porre fine a quella che è tristemente passata alla storia con l'epiteto di "soluzione finale"). Così, mi si spiegava, anche il diavolo ha già perso la guerra; ma sapendo che Iddio, nel suo immenso Amore verso l'uomo, sua creatura, lascia all'essere umano la libertà di seguirLo o di rifiutarLo, cerca di distruggere e divorare quante più anime possibile ora, che ancora può plagiare le coscienze.
In questi giorni, dopo la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, alcuni fatti mi hanno fatto tornare alla mente questo paragone. Documentari di stampo laicista, giornali e siti internet stanno ormai da tempo diffondendo l'equivalenza "prete = pedofilo"; equivalenza molto drammatica per due ordini di motivi: il primo è senz'altro quello che si usano, in questo modo, i terribili crimini di cui alcuni sacerdoti e vescovi si sono macchiati nei confronti di bambini innocenti e delle loro famiglie al solo scopo di voler screditare la Chiesa da parte di coloro che, in disaccordo con quanto essa predica, non trovano argomenti per contrastarla nel merito (per inesistenza degli argomenti stessi, dico io, o quanto meno per l'incapacità di chi li cerca); in secondo luogo perché, è evidente a tutti, si compie una generalizzazione criminosa ed infamante nei confronti delle centinaia di milioni di preti e vescovi che invece si adoperano per la salute, l'educazione, la salvezza di moltissimi bambini nel mondo (non solo cattolici) e di tutte le famiglie. E' come se, mi si permetta il paragone, quando i numerosi (e legittimi, nel nostro stato) cortei di protesta, si lasciano dietro le spalle cassonetti in fiamme, auto distrutte, vetrine di negozi in frantumi, per non parlare di feriti e, addirittura, di vittime, cominciassimo a dire che "manifestanti = delinquenti, malmenatori, assassini". E' chiaro che non tutti coloro che manifestano (contro il governo, contro il g8, contro qualsivoglia ragione) sono responsabili di questi atti vandalici; ma come mai, non appena nelle parole di qualche politico o commentatore televisivo si affacci anche solo il sentore di questo paragone tra manifestanti e vandali, si alzano gli scudi (in qualche modo giustamente) per salvaguardare la bontà della manifestazione nel suo complesso, e quando invece la gente dice apertamente "preti = pedofili" a stento si trova qualcuno che interviene a difesa dei milioni di preti buoni e che difende la causa della Chiesa? I manifestanti di Roma del dicembre 2010 (prendo ad esempio l'ultima manifestazione catastrofica avvenuta in Italia) sono innocenti tanto quanto i preti accusati vigliaccamente ed ingiustamente di pedofilia.
Questa vigliaccheria ed ingiustizia si ravvisa, oggi, in modo particolare nei confronti del beato Papa Giovanni Paolo II, e di chi lo ha ieri beatificato, il Santo Padre Bendetto XVI. Nei giorni scorsi, infatti, sono apparse, ad opera di campioni di libertà e di civiltà, delle scritte sui manifesti di Roma che ricordavano la beatificazione di papa Wojtila, che lo bollavano senza appello come pedofilo; e in vari siti internet viene usata (allo scopo di danneggiarne la memoria) la notizia di una associazione di vittime della pedofilia che protesta contro la beatificazione del papa polacco perché, cito testualmente, "avrebbe tollerato a lungo le molestie e le violenze subite da moltissimi fedeli". E' vero che, nel ciclone scatenatosi lo scorso anno su papa Benedetto XVI, fu tirato in ballo anche Giovanni Paolo II, e prontamente i commentatori più faziosi rilanciarono entusiasti la notizia. Mentre, però, i dubbi sorti sull'operato del papa polacco venivano verificati e dipanati dalle commissioni appositamente costituite, la piazza mediatica si trastullava con quella notizia, non preoccupandosi minimamente di indagare la buona fede di papa Wojtila né di papa Ratzinger. E quando arrivò la notizia della beatificazione, per costoro ciò non poteva significare altro che l'insabbiamento, il segreto, il complotto, come da copione dei "migliori" romanzi di Dan Brown. D'altra parte le accuse sono così infantili, e la loro consistenza così fragile, da non riuscire a suscitare arrabbiatura o sdegno nei confronti di chi tali accuse le porge; almeno per quanto mi riguarda, ma penso ciò valga anche per una certa quota dei lettori di questo umile blog, tutto quello che questi atteggiamenti suscitano è un misto tra pietà e compassione per chi li manifesta. Compassione per coloro che, deboli, non hanno la forza per compiere un'indagine autonoma sulla verità dei fatti, e si lasciano trascinare dal vociferare maligno di queste fonti di anti-notizie, evidentemente interessate a creare un'opinione pubblica esplicitamente avversa alla Chiesa. Pietà perché è chiaro, come dicevo all'inizio dell'articolo, che il diavolo, con queste persone, ha gioco facile, riesce a plagiare le anime di costoro, facendo leva sulla loro libertà di scelta, in modo che si perdano in giudizi falsi e gratuiti, che si fermano sempre ad un'analisi superficiale della storia e dei fatti. Non è un caso che le accuse di pedofilia, infiammatesi l'anno scorso contro papa Benedetto XVI, abbiano ripreso vigore in questi giorni; l'interesse della gente alla vita del nuovo beato, e da questa necessariamente a Nostro Signore Gesù Cristo, rischia di distogliere le menti da quella sorta di "volontà superiore" che da anni ormai cerca di rendere l'opinione pubblica un popolo di senza Dio. Il diavolo vede il rischio di perdere gran parte delle anime su cui ha influenza, e non può non stare a guardare di fronte a tanta mobilitazione cristiana; deve in qualche modo reagire, ed è proprio questa reazione a smascherarne i piani, a rivelare la sua firma sotto questi atti, lo ripeto, di profonda vigliaccheria ed ingiustizia.
Nei confronti di questi fratelli non si può che provare pena e compassione; preghiamo per loro perché abbiano la forza di aprire gli occhi, di vedere la falsità delle tesi a cui vanno dietro. Un aiuto ad aprire gli occhi in questo senso può venire da questo articolo di qualche anno fa, intitolato "Molto rumore per nulla" a firma di Massimo Introvigne, apparso sul sito del CENSUR; in esso l'autore demolisce con una certa facilità le accuse allora rivolte esclusivamente al pontefice regnante, Benedetto XVI (non vi era evidentemente alcuna utilità nel tirare in ballo il predecessore, a quel tempo), a partire da un film di stile complottistico uscito negli USA. Per questioni di tempo e di lunghezza non lo riporto in questo articolo, ma ne consiglio vivamente la lettura, specialmente a coloro che manifestano l'idea opposta, cioè che Giovanni Paolo II ha coperto i pedofili che si annidavano nella Chiesa: se la vostra convinzione è tanto solida non vi farà certo male leggere questo articolo, ma almeno vi invito a perdere quei 5 minuti che servono per leggerlo con attenzione, per amore di verità.
Molto rumore per nulla. Il Papa, la pedofilia e il documentario "Sex Crimes and the Vatican" di Massimo Introvigne
Vorrei solo far notare come questo articolo contenga dati di fatto, con la citazione di documenti e di date, e non illazioni, come quelle che in senso opposto si trovano oggi sul web (del tipo avrebbe tollerato: o ha tollerato o non lo ha fatto, e chi lo ha dimostrato?), o accuse direttamente e palesemente false, come quelle smontate punto per punto in questo articolo. Interessanti sono anche gli articoli citati in coda a quello di cui sopra ho messo il link.
Un nuovo ed ultimo invito alla preghiera per questi fratelli che preferiscono seguire le accattivanti teorie del complotto e del mistero (il diavolo sa bene che linguaggio parlare per fare breccia nella debolezza umana, solo l'aiuto di Dio ci consente di resistergli): preghiamo per loro, e non arrabbiamoci con loro; ciò darebbe solo ulteriore forza al maligno.
A mio parere, queste righe da un lato, mettono in guardia i deboli( cioè coloro che non ascoltano la Parola di Dio).....ma dall'altra, non fanno altro che gonfiare il male, che soddisfatto pensaerà tra se'...: " Che bello, in occasione della beatificazione del Papa, invece di gioire per lui, sprecano energia per scrivere di me, e per evitare che le anime mi seguano!".
RispondiEliminaChi ragiona con gli occhi del cuore, non perde neanche un istante per il diavolo...chi ha conosciuto Dio, non ha paura di niente e affida le anime al Signore Gesù, solo Lui le può salvare! E come? Con la sua Misericordia, no? E come si fa a chiedere perdono al Signore, se da ingenui fessi abbiamo ascoltato il tentatore? Ci sono i sacerdoti in confessionale......corri, corri, corri!!!!!!La Madonna ti apre gli occhi e ti dice che sei caduto come un pesce lesso nella rete, e il Signore Gesù che è morto in Croce per te e me miserabili, trabocca di GIOIAAAAAAAAAAAAA a vederti ritornare da Lui...e ti inonderà con il suo Preziosissimo Sangue e per te sarà la salvezza perchè ETERNA E' LA SUA MISERICORDIA...fidati.....è successo anche a me!
Da un certo punto di vista è vero che non dovremmo scrivere del demonio; tuttavia bisogna anche distinguere in che termini e perché se ne parla. Il mio intento in questo articolo, più che parlare dell'azione del diavolo fine a se stessa, era quello di mettere in guardia dall'azione del diavolo; e non si può mettere in guardia qualcuno se non si spiega da che cosa lo si vuole preservare. In questo modo non si perde tempo "per il diavolo", semmai si investe il tempo per il prossimo, a danno del diavolo.
RispondiEliminaIn questo caso, come in altri, mi preme soprattutto dare un aiuto a coloro che, dall'interno come dall'esterno della Chiesa, si approccino al mondo di internet, magari in cerca di una soluzione ai propri dubbi. E magari, spinti da una naturale irrequietezza in seguito a certe cose sentite in giro, cercano su un motore di ricerca in merito alle polemiche seguite alla beatificazione di papa Wojtila. Se questi trovano soltanto articoli faziosi, come quelli che ho citato, che ne sarà di loro? Come potranno distinguere ciò che è vero da ciò che è falso? Anzi, in una società mediatica e relativistica come quella odierna, dove non è più vero ciò che è oggettivamente vero, ma è vero quello che viene gridato a voce più alta, se troveranno le prime 3 pagine piene di articoli stile UAAR, o comunque anticattoliche, cosa penseranno?
Dobbiamo disinteressarci di questi fratelli, magari più deboli, che potrebbero essere tratti in inganno dalle insidie del mondo mediatico? Io penso di no. Per questo ho scritto questo, come altri, articoli, perché, anche se l'effetto è quello di un sasso lanciato nell'oceano, so che il dovere di un cristiano è anche questo: difendere la verità e i deboli dagli attacchi del maligno, da qualsiasi direzione e da qualsiasi mezzo essi vengano scagliati.
Ricordo l'omelia di un frate, che ho ascoltato all'inizio della Quaresima nella Basilica del Santo a Padova; egli ha esortato i fedeli a leggere il Catechismo, nei punti in cui parla del diavolo, perché egli esiste, il male esiste, non è una raffigurazione. Parlarne, nel senso di smascherare il male che egli dissemina e che vorrebbe far passare per bene, e agire contro di lui, è uno dei modi, insieme alla preghiera, per far sì che esso venga sconfitto.