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lunedì 9 gennaio 2012

Lo spettacolo blasfemo

In questi giorni stiamo assistendo ad una nuova ondata di quella che alcuni osservatori chiamano cristiano-fobia, secondo una moda invalsa tra i più: dal Pakistan continuano ad arrivare notizie su Asia Bibi, la donna cristiana incarcerata e condannata a morte per blasfemia, di cui la quasi totalità dei media italiani sembra essersi dimenticata; oppure la terribile situazione dei cristiani in Nigeria, perseguitati e uccisi dai fondamentalisti islamici, che hanno intimato ai superstiti di lasciare le loro case per poter dare vita ad uno stato totalmente islamico. Ma finché questi gesti razzisti riguardano terre lontane, non ci toccano direttamente, restano fatti di cronaca, semplici titoli che, forse per una qualche casualità, abbiamo letto sui quotidiani o ascoltato al telegiornale.
In verità c'è un altro gesto cristianofobo che sta avvenendo proprio nel cuore della civilissima, democraticissima e liberissima Italia: si tratta di una rappresentazione teatrale di un certo Romeo Castellucci, dal titolo "Sul concetto di Volto del figlio di Dio". Questa, molto in sintesi, la trama: un anziano guarda la televisione in una stanza bianca; ma l'anziano è incontinente, ed è soggetto a frequenti attacchi di dissenteria. Tocca al figlio pulire la stanza ed accudire il padre, ma puntualmente un nuovo attacco di dissenteria inquina il bianco della scenografia non appena il figlio ha terminato le pulizie. Alla fine il povero figlio, forse esasperato, prende i liquami e gli escrementi depositati sul palcoscenico e li scaglia contro il fondo della scenografia.
Viene da chiedersi cosa c'entri il "Volto del figlio di Dio" in tutto questo; ebbene, anche se non se ne capisce il motivo (ma non credo sia l'unica cosa priva di spiegazione in tutta questa faccenda, a cominciare dall'affinità di questa cosa col teatro), durante tutto lo svolgimento campeggia sullo sfondo una gigantografia del Volto di Gesù Cristo, nella rappresentazione del Salvator Mundi di Antonello da Messina. Quindi la chiosa del lavoro di Castellucci non è semplicemente il figlio che lancia via gli escrementi per esasperazione; lancia quegli escrementi all'indirizzo del Volto di Gesù Cristo. E per fugare ogni dubbio (magari qualcuno può pensare che si tratti di casualità), il quadro si squarcia, lasciando leggere la frase "You are not my shepherd" (Tu non sei il mio pastore).
Non ci vuole molto, soltanto un minimo di onestà intellettuale, per capire che questo orrendo spettacolo non è semplicemente una provocazione, satira o qualcos'altro di lecito o innocente, ma un chiaro attacco, volutamente blasfemo, contro Gesù Cristo e contro i cristiani. Da parte sua il regista ci tiene a far sapere (in una lettera pubblicata sul blog messainlatino.it) che il suo spettacolo è «spirituale e cristico; portatore, cioè, dell’immagine del Cristo», e che «è completamente falso che si lordi il volto del Cristo con gli escrementi; chi ha visto lo spettacolo ha potuto vedere la finale colatura di un velo di inchiostro nero scendere sul dipinto come un sudario notturno». Il tutto dando, a chi abbia pensato che lo spettacolo potesse essere offensivo di Gesù Cristo e della religione cristiana, degli emeriti ignoranti. Ci perdoni, dunque, l'ignoranza il regista, se gli facciamo notare che, secondo il suo ragionamento, anche il regime nazista poteva essere definito filo-ebraico, anzi, il maggiore diffusore dell'ebraismo nella Germania degli anni '30, giacché aveva "gentilmente proposto" a tutti gli ebrei di portare in bella vista la Stella di David, un simbolo ebraico; oppure che l'allora ministro Calderoli era un fervente musulmano, giacché aveva deciso di indossare lui stesso la famosa maglietta con le vignette islamiche, un gesto sicuramente maomettistico. Ironia a parte, dal basso della nostra ignoranza ci sentiamo di suggerire al Castellucci che non basta esporre l'immagine di Cristo per definire "cristico" il suo spettacolo; dipende dalla destinazione che ha quell'immagine. E, per rispondere alla seconda obiezione qui riportata, quella cioè secondo cui l'immagine non sarebbe insozzata di escrementi nel finale dell'opera, ci limitiamo a riportare il link a un'immagine che rappresenta la scenografia a rappresentazione conclusa in un teatro francese.
Chiaramente non è un argomento allettante per i grandi quotidiani italiani, fatta eccezione per un articolo di Paola d'Amico a pagina 55 del Corriere di sabato scorso. In compenso in molti quotidiani compare oggi la notizia del comportamento omofobo di un politico pdl nei confronti del governatore della Puglia; allora viene da chiedersi: perché l'omofobia sì e la cristianofobia no? Se fa notizia l'omofobia perché non dovrebbe far notizia la discriminazione nei confronti dei cristiani? La notizia compare soltanto sulle pagine del web, nei siti e nei blog cattolici come Corrispondenza Romana e Fides et Forma, oltre al già citato Messa in Latino; su questi siti internet si sta diffondendo la notizia di una manifestazione di protesta pacifica a cui tutti i cattolici sono invitati che si dovrebbe tenere martedì 24 gennaio alle 19:30 e sabato 28 gennaio alle 20:00 (giorni in cui è prevista la messa in scena della suddetta rappresentazione) davanti al Teatro Parenti a Milano. Ci si può chiedere se vi sia effettivamente l'opportunità di manifestare, come qualcuno si è anche chiesto se vi sia l'opportunità di denunciare fatti di questo tipo; ha provato a dare una risposta il prof. Roberto de Mattei, in un video pubblicato a questo link, che invito per lo meno ad ascoltare. Di certo non vi è l'opportunità di rappresentare questo spettacolo blasfemo proprio mentre una donna cristiana viene, lei sì ingiustamente, accusata di blasfemia e minacciata di morte in Pakistan, e mentre migliaia di cristiani in Nigeria sono costretti a vivere nel terrore di essere trucidati, come già successo, a causa della loro fede cattolica.
Io personalmente inviterei ancora una volta a giudicare con onestà intellettuale quelli che sono i fatti, e che cita anche de Mattei: nel nostro stato non si può criticare il presidente della repubblica perché si rischia di essere accusati del reato di vilipendio, non si può obiettare allo stile di vita degli omosessuali perché si viene accusati di omofobia, non si possono criticare i musulmani perché si rischierebbero le ritorsioni (anche violente) di alcuni e quelle verbali di musulmani e non; Gesù Cristo, invece, può essere liberamente insozzato, offeso, sbeffeggiato e oltraggiato, non esistono leggi che tutelino la libertà di pensiero e di espressione dei cattolici. Se nemmeno protestiamo per questi eventi sconfortanti ed offensivi rischiamo sul serio di far rimanere soltanto la loro bestemmia. Ed invito anche, senza retorica o demagogia, a gettare uno sguardo sulla storia, su quella che è stata l'origine del razzismo più bieco del nostro continente, quello contro gli ebrei, gli omosessuali e i disabili nella Germania nazista e nella Russia comunista, e come esso si sia potuto diffondere senza freno anche grazie alla incolpevole docilità degli stessi discriminati che, ignari di quello a cui erano stati destinati, sopportavano in silenzio le assurde leggi e gli insulti da parte dei regimi nazista e comunista. Studiare la storia può servire anche per non commettere oggi gli stessi errori del passato.

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