
In questo sta il trionfo della Croce per tutti gli uomini: non è l'esaltazione del dolore in sè, o delle sofferenze a cui si va incontro magari per difendere una ideologia, ma l'esaltazione del Santo Sacrificio che ha determinato la nostra Redenzione ed il nostro distacco dalla condizione umana, in cui il dolore non aveva senso. Come ci ricordava il cardinale Angelo Scola, commentando la lettera ai Colossesi di san Paolo apostolo nella sua omelia tenuta durante la Santa Messa di congedo dal patriarcato, risorgendo dalla morte Gesù Cristo ci ha fatti risorgere con Lui, rendendoci partecipi fin d'ora del suo destino di gloria; questo se anche noi lo vogliamo ed abbandoniamo le passioni ed i peccati che ci tengono invece legati alla sorte terrena. Ecco perché chi rifiuta la mano che il nostro Salvatore ci tende per trarci dal fango di una vita prettamente mondana non ha possibilità di rispondere all'atroce interrogativo dell'uomo sul perché del male e del dolore, e finisce per togliere la dignità anche ai malati terminali, perché giudicati vivere una vita insignificante. Se invece orientiamo la nostra vita nella direzione di quella di Cristo anche il dolore assume un senso, una direzione, che è quella del Calvario, del Sepolcro e della Risurrezione; il nostro dolore, come quello del nostro Redentore, non finisce con la morte, ma va oltre, e viene sconfitto nella Risurrezione.
Di certo non è facile sopportare certe sofferenze dell'anima, prima ancora di quelle del corpo, come quelle che ci provocano il distacco da una persona cara; tuttavia l'Esaltazione della Croce ci fa capire che il cristiano gode in qualche modo, per i meriti del nostro Salvatore Gesù Cristo, come di un privilegio, poiché il suo Signore ha sofferto per primo ogni possibile dolore per poi vincerlo. Anche tra i credenti, oggi, forse proprio perché ci troviamo permeati da una mentalità che cerca la gioia soltanto nel mondo, c'è chi crede di poter raggiungere la felicità rifiutando la sofferenza ed il dolore, o trasformando la Santa Messa in un "party". Ma se il cristiano eliminasse il dolore dalla propria vita e religione, o privasse del suo carattere sacrificale la Santa Messa, nella quale il glorioso sacrificio della Croce si ripropone in maniera incruenta, finirebbe per precludersi la strada che porta alla gioia stessa; l'Esaltazione della Croce ci mostra come alla gloria si arrivi soltanto attraverso la Croce. Gesù Cristo ci promette la gioia, e la sua promessa è molto più realistica e plausibile di quelle che ci fa il mondo: Egli ci indica che la strada è quella che passa per la porta stretta e che ci conduce con Lui al Calvario, una strada che ha percorso prima di noi, dandoci l'esempio, ed assicurandoci che la meta è sicura.
Ascoltiamo alcuni brani di musica sacra. Prima l'inno "Crux Fidelis", dal repertorio gregoriano e poi in una splendida versione polifonica, a 6 voci, dell'antifona "Adoramus Te", scritta dal grande compositore Claudio Monteverdi.
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