«O Dio onnipotente ed eterno, che doni alla tua Chiesa la gioia di celebrare in un'unica festa i meriti e la gloria di tutti i santi, concedi al tuo popolo, per la comune intercessione di tanti nostri fratelli, l'abbondanza della tua misericordia.»
Questa è l'orazione-colletta dell'odierna solennità di Tutti i Santi. In essa troviamo quello che per la Chiesa è il culto dei santi: nostri fratelli che, per grazia di Nostro Signore, sono accanto a Lui nella gloria e, nell'attesa della risurrezione della carne, intercedono per noi, cioè pregano per noi il Signore affinché esaudisca le nostre preghiere, e talvolta le rivolgono più degnamente al Signore di quanto possiamo fare noi. Ecco perché, attraverso l'orazione, riconosciamo il "dono di celebrare la festa di tutti i santi"; c'è da dire che oggi molti cristiani si interrogano sul culto dei santi, e le risposte che si danno sono spesso influenzate dalla mentalità laicista e modernista. Non dobbiamo nascondere il fatto che per molti oggi il culto dei santi è "una delle tante superstizioni della Chiesa", addirittura alcuni lo vedono come un retaggio delle religioni politeiste: mai idea fu più sbagliata. I santi non sono dei, ed anche il culto che si presta doverosamente alle immagini sacre non è e non deve mai sfociare nell'idolatria. I santi sono nostri fratelli, che illuminano la nostra vita con l'esempio delle loro gesta e che, a causa della nostra indegnità, sollevano la nostra preghiera verso la Santissima Trinità; ricordiamo sempre il passaggio della lettera di san Giacomo: "Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza" (Gc 5,16): poiché nessuno di noi può avere l'ardire di dirsi "giusto" davanti a Dio, dobbiamo ringraziare di poterci affidare alle preghiere di chi, per Sua grazia, prima di noi è giunto al Suo cospetto, ed ora intercede a nostro favore insieme con la nostra Madre celeste, Maria.L'intera liturgia odierna sottolinea questi aspetti: in particolare chi avrà la possibilità di visitare il nostro Duomo, vedrà esposte alla venerazione sull'altare maggiore le reliquie di molti santi, solitamente conservate nel nostro museo. E non dimentichiamo quello che l'arte liturgica vuole comunicarci, attraverso la sacra musica gregoriana, che la nostra parrocchia ha la fortuna di aver conservato malgrado gli stravolgimenti degli ultimi quarant'anni. Concentriamoci quest'anno sull'antifona al Magnificat che ieri abbiamo avuto modo di seguire ed ascoltare durante i Primi Vespri, riportata nella foto; tutti i santi vi sono rappresentati, gli angeli e gli arcangeli, troni, dominazioni, principati e potestà, i cherubini e i serafini, i patriarchi e i profeti, i santi dottori della legge e tutti gli apostoli, i martiri di Cristo e i santi confessori, le vergini del Signore, gli eremiti e tutti gli altri santi: ad essi si chiede, nell'antifona, di intercedere per noi. Infatti notiamo come, all'esortazione "intercedite", la musica si sciolga in un lungo melisma (la stessa vocale è tenuta su note diverse), la maniera che il canto gregoriano usa per rivolgere le invocazioni dei fedeli a Dio con particolare pietà.
Nessun commento:
Posta un commento