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domenica 21 novembre 2010

Lettera pastorale del patriarca

Oggi, solennità di Cristo Re e festa della Madonna della Salute per il nostro patriarcato, il patriarca ha voluto diffondere la sua prima lettera pastorale, per annunciare la visita del papa i prossimi 7 e 8 maggio ad Aquileia e Venezia. In essa il patriarca spiega le motivazioni della visita del papa ed il suo significato nell'ambito più ampio della Chiesa di Venezia e di tutto il nordest. In chiusura il nostro vescovo suggerisce una preghiera, da recitare quanto più possibile comunitariamente e anche personalmente, proprio per la futura visita del Santo Padre.

Carissime/i,
sabato 7 e domenica 8 maggio 2011 il Santo Padre sarà tra noi. Visiterà Aquileia e Venezia.
Avrò modo di ritornare con i fratelli vescovi della Conferenza Episcopale Triveneta sui gesti che si svolgeranno in occasione di questo straordinario avvenimento.
Con questo breve scritto, vorrei rivolgermi a tutti voi per condividere la gioia suscitata dall’annuncio della visita papale e renderci così conto del prezioso dono che il Papa ci fa. Questo, infatti, è il primo modo per prepararci ad accoglierlo degnamente.

1. Perché il Santo Padre viene a farci visita?

C’è una ragione profonda della venuta di Benedetto XVI tra noi. È di gran lunga la più importante perché esprime la missione specifica del successore di Pietro. Essa si radica nel compito che Gesù stesso affidò al Capo degli Apostoli quando gli disse: «Io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,32).
Che cosa significa questa espressione «conferma i tuoi fratelli»? Di quale conferma abbiamo bisogno?
Il desiderio che arde nel nostro cuore è di essere confermati nella certezza che Gesù Cristo è vivo ed è a noi contemporaneo. AmarLo e seguirLo ci rende pienamente uomini. La fede, nutrita dalla preghiera liturgica e personale, dall’amore di carità e dal pensiero di Cristo, è “conveniente” per gli uomini e le donne di oggi, perché investe in ogni istante affetti, lavoro e riposo. Nulla resta fuori. Benedetto XVI lo sta documentando con la sua preghiera, con la sua testimonianza, con il suo insegnamento e coi suoi viaggi. Qui sta la sostanza del dono che il Papa intende fare, visitandole, alle Chiese e alle popolazioni del Nordest.
Le occasioni concrete a cui si lega la sua venuta - la solenne Eucaristia nel parco di San Giuliano a Mestre, l’avvio del cammino interdiocesano verso il Secondo Convegno Ecclesiale ad Aquileia, la conclusione nella Basilica Cattedrale di San Marco della Visita
Pastorale del nostro Patriarcato, l’inaugurazione del restauro della Cappella della Trinità del Seminario Patriarcale, l’apertura della nuova biblioteca moderna dello Studium Generale Marcianum - sono la “carne” di questo dono.
Da quando Dio è entrato nella storia e ha voluto farsi in tutto simile a noi, tranne che nel peccato per renderci partecipi della sua stessa vita, ogni circostanza ed ogni rapporto di cui è intessuta l’umana esistenza sono occasione di incontro personale con Lui: è il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio. Quale occasione di verità e di bellezza poter vivere questi gesti con il Santo Padre!

2. Una passione per tutto l’umano

Seguire Cristo consente di vivere in pienezza. Questo – ognuno di noi lo intuisce molto bene – non coincide automaticamente con il superamento delle nostre contraddizioni o incoerenze, né tantomeno significa che i cristiani siano migliori di coloro che pensano o dicono di non credere. Vuol dire unicamente che per grazia di Dio abbiamo ricevuto questa possibilità che vogliamo condividere con tutti. Infatti, per ogni uomo ed ogni donna è naturale comunicare ogni giorno spontaneamente, in tutti gli ambienti che frequenta, ciò a cui uno tiene più di ogni altra cosa.
«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10, 8) scrive l’Apostolo. Questo dinamismo è inscritto nel DNA del cristiano. Appartenere al Signore nella sua Chiesa genera un’inarrestabile passione per l’umano – anzitutto per quello che riscopriamo in noi – che si traduce nella ricerca di un’apertura al confronto con tutti.
La venuta del Santo Padre ad Aquileia e a Venezia è destinata a tutti gli abitanti di queste nostre terre che, ne sono certo, sapranno trarne profitto come avvenne per la visita di Paolo VI (1972) e di Giovanni Paolo II (1985). Come non ricordare in proposito il singolare legame tra Pietro e Marco che così profondamente ha segnato la nostra straordinaria storia? E come tacere, per limitarci ai tempi recenti, l’approfondirsi del solido legame delle nostre genti con il Papa grazie a San Pio X, al Beato Giovanni XXIII, al Servo di Dio Giovanni Paolo I, patriarchi divenuti papi, ma soprattutto santi, cioè uomini riusciti?
«Gli uomini - è lo stesso Benedetto XVI a ricordarcelo - avranno sempre bisogno di Dio, anche nell’epoca del dominio tecnico del mondo e della globalizzazione: del Dio che ci si è mostrato in Gesù Cristo e che ci raduna nella Chiesa universale, per imparare con Lui e per mezzo di Lui la vera vita e per tenere presenti e rendere efficaci i criteri della vera umanità… Dio vive, e ha bisogno di uomini che esistono per Lui e che Lo portano agli altri» (Benedetto XVI, Lettera ai seminaristi, 18 ottobre 2010). Desideriamo che un po’di questo gusto per la bellezza della fede e per la passione di comunicarla raggiunga anche noi. Per questo, con umiltà ma anche con decisione, vogliamo mettere a disposizione della persona e della missione del Papa, in questa straordinaria occasione, energie e creatività, affinché Cristo sia conosciuto ed amato.

3. Come prepararci

Per prepararci a vivere fino in fondo l’incontro con il Papa ci vogliamo dare tempi e modalità.

a. Anzitutto i tempi
Mi sembra opportuno dividere il periodo di attesa in due grandi momenti. Il primo andrà dalla Festa della Madonna della Salute, che quest’anno coincide con la solennità di Cristo Re, fino all’inizio della Quaresima. Il secondo dalla Quaresima fino al 7-8 maggio.

b. Modalità
Dopo aver interpellato vari organismi sinodali del Patriarcato propongo di concentrarci per la prima fase su due aspetti: la preghiera assidua e l’approfondimento del magistero di Benedetto XVI.
Questa scelta presenta un duplice vantaggio.
Anzitutto ci aiuta ad assimilare in profondità il valore del gesto papale. Il suo scopo, abbiamo detto, è quello di confermare la nostra fede affinché la nostra vita fin d’ora sia più bella, più buona e più vera. Facciamo nostra la domanda degli Apostoli: «Accresci la nostra fede» (Lc 17,6).
In secondo luogo la nostra preparazione, così intesa, non richiederà impegni straordinari da assumere personalmente, in famiglia, nelle nostre aggregazioni, parrocchie, vicariati e diocesi. Si tratterà piuttosto di imprimere al nostro cammino ordinario un preciso orientamento verso l’evento di grazia che la visita del Santo Padre rappresenta per trarne tutto il frutto possibile.

* La preghiera
Mi limito a suggerire qualche indicazione che chiede di essere personalizzata e tradotta nelle forme più adeguate da parte di ogni comunità e di ogni fedele. Tutti gli abituali atti liturgici (la celebrazione dell’Eucaristia, della Riconciliazione e di tutti i Sacramenti, Liturgia della Parola di Dio, Liturgia della Ore, ecc. ) ed ogni forma di preghiera comunitaria (adorazione comunitaria, santo rosario, feste della Madonna e dei santi, ecc.) abbiano come intenzione esplicitamente espressa la preparazione del popolo di Dio all’evento di grazia rappresentato dalla Visita del Santo Padre. Domando, per la medesima intenzione, l’intensificarsi della preghiera in famiglia e della preghiera personale (preghiere del mattino e della sera, prima e dopo i pasti, ecc.). Gente Veneta e gli altri mezzi di comunicazione proporranno settimanalmente dei suggerimenti in proposito.
Vi invito inoltre a recitare sovente, comunitariamente e personalmente, la preghiera seguente appositamente preparata per la venuta del Papa.

Preghiera in preparazione
della Visita pastorale di Benedetto XVI
ad Aquileia e a Venezia 7-8 maggio 2011

Dio Padre, sorgente di ogni paternità,
che hai creato il mondo e quanti vi abitano,
Dio Figlio che, per salvarci, ti sei fatto
uomo e hai condiviso la nostra condizione
umana fino alla morte e alla morte di croce,
Dio Spirito Santo che facendoci partecipi
della comunione divina rinnovi
ogni nostra relazione,
ti ringraziamo per il dono di Papa Benedetto in mezzo a noi.
Egli viene a confermare i fratelli,
concedici di accoglierlo con amore filiale
per imitarne la fede indomita,
la speranza certa e la carità ardente.

Signore Gesù, tu hai detto a Pietro:
«Su questa pietra edificherò la mia Chiesa»,
rendici figli degni di questa santa Dimora,
docili al suo Successore.
Signore Gesù, tu hai detto:
«Sono venuto perché abbiano la vita
e l’abbiano in abbondanza»,
donaci di farne ogni giorno esperienza
negli affetti, nel lavoro e nel riposo,
rinnova il coraggio che ha spinto i nostri padri fino agli estremi confini del mondo,
perché possiamo comunicare
a tutti gli uomini il gusto della vita cristiana.

Vergine amata, tu che nei momenti
della prova hai custodito i tuoi figli,
proteggi le nostre terre con tutti coloro
che vi abitano e le visitano.
A Te, Madre del bell’amore,
affidiamo in modo speciale noi stessi,
tutti i nostri cari, le nostre famiglie,
i bambini, i giovani, gli ammalati,
gli anziani, i più poveri e bisognosi, tutti i perseguitati per la fede e per giusti ideali,
in modo speciale i nostri fratelli cristiani.
Tu, Causa della nostra letizia,
ascolta ed intercedi.
Amen.


* L’approfondimento del magistero papale
Ogni settimana verrà fornito, sempre attraverso Gente Veneta e gli altri mezzi di comunicazione, un breve testo tratto dall’insegnamento papale perché possa divenire oggetto di riflessione e di meditazione. Una speciale Commissione è già all’opera per costruire, in modo semplice ma organico, questa antologia. Il suo scopo è quello di accompagnarci nel quotidiano, illuminando con le parole del Papa i principali misteri della nostra fede in se stessi e nelle loro implicazioni con la nostra vita di uomini e di donne, di fanciulli/e, di ragazzi/e, di giovani, di adulti e di anziani.
Questi testi dovranno essere oggetto di una attenta lettura sia personale che comunitaria. Una lettura che può nascere solo da un ascolto profondo, libero da ogni pregiudizio, che cerchi un confronto a 360 gradi non solo con i battezzati ma con tutti i nostri fratelli uomini.

Carissimi,
la visita del Santo Padre è un dono che, come ogni dono, suscita una risposta grata. Una risposta che chiede responsabilità. Al senso di responsabilità di ciascuno singolarmente preso, di tutte le comunità cristiane, di tutte le associazioni ecclesiali e civili, di tutte le istituzioni mi affido perché questa straordinaria occasione sia preparata fin nei minimi particolari. Il Papa ci trova in cammino e, ne sono certo, ci lascerà in eredità nuove possibilità di crescita personale, ecclesiale civile.
Di cuore porgo a tutti la mia benedizione ed il mio affettuoso saluto.

S.E. card. Angelo Scola
Patriarca

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