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martedì 16 agosto 2011

San Rocco di Montpellier, compatrono di Caorle

Ricorre oggi la festa di San Rocco, confessore, compatrono della città di Caorle. Nato nel XIII secolo a Montpellier, in Francia, in realtà le notizie certe sulla sua vita non sono molte, e comunque ricche di elementi leggendari. Dopo aver perso i genitori quand'era ancora in tenera età, donò tutti i suoi averi ai poveri e partì in pellegrinaggio verso Roma per visitare le tombe degli apostoli. Arrivato nei pressi di Acquapendente si trovò immerso nella cruda realtà della peste; ma invece di girarne al largo per evitare la morte, come tutti avrebbero fatto, Rocco, che tendeva alla santità della vita, vi si tuffò a piene mani, trasportando gli appestati nei lazzareti e soccorrendoli con ogni cura. Si prodigò per gli ammalati fino a raggiungere Piacenza, e con la grazia del Signore compiva prodigiose guarigioni tra la popolazione, compresa quella di un cardinale a Roma, in seguito alla quale fu presentato a papa Urbano V. Ma fu egli stesso raggiunto dal contagio, e quasi per non gravare sulle spalle degli ammalati che aveva sempre desiderato aiutare, si ritirò in solitudine, poichè un grosso bubbone sulla gamba gli impediva persino di camminare. Si nutriva di quello che un cane randagio gli portava e beveva l'acqua delle pozzanghere. Inaspettatamente, però, guarì, e riprese il suo cammino per aiutare i più poveri. Nei pressi del Lago Maggiore, scambiato per una spia, fu incarcerato e morì nell'anonimato; solo dopo la morte fu riconosciuto per il santo dei miracoli al tempo della peste, e, benché non esistano documenti certi sulla sua effettiva canonizzazione, si sa che, in seguito ad una pestilenza, i padri del Concilio di Costanza invocarono la sua protezione e portarono in processione la sua immagine già nel 1414.
Il suo culto si sparse in gran parte d'Italia, specialmente in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Lazio. Nel nostro Duomo vi sono testimonianze del fiorire della devozione a san Rocco già dal '400, a cominciare dai resti dell'affresco della parete sinistra, che raffigurano un trittico di santi, datato intorno al '400 dal restauratore che si è occupato dei lavori. Il cartone che deve essere servito all'artista per realizzare l'intera opera mostra, in corrispondenza alla terza figura da sinistra (di per sè irriconoscibile) una mano che si scosta le vesti all'altezza delle gambe: il segno iconografico distintivo di san Rocco, che ostenta la piaga del bubbone a prova della sua guarigione dalla peste. Ma altre testimonianze derivano dalle fonti storiche; si ha notizia, infatti, che il 25 marzo 1513 fu eretta a Caorle la Confraternita di San Rocco, che aveva sede nell'omonimo oratorio, costruito in fianco al palazzo vescovile. All'interno della chiesetta era posta, sopra un altare ligneo e dorato, la statua del santo insieme a quelle di san Giacomo e di san Cristoforo. Nella chiesa erano inoltre custodite una tavola molto antica che raffigurava san Sebastiano ed una tela con la rappresentazione della Vergine Annunziata. Sulla parete di sinistra alcuni affreschi con didascalie raccontavano i miracoli di guarigione di san Rocco; i resti di tali affreschi si trovano ancora sul muro perimetrale del giardino della canonica, nel lato che dà sul chiostro realizzato nel 2000. Le fonti storiche ci raccontano, inoltre, che il 16 agosto, giorno della festa di san Rocco, i confratelli portavano in processione la statua del santo per le vie della città, per collocarla poi in cattedrale, dove il pomeriggio veniva cantata la Messa e celebrati i Vespri. Quindi il simulacro veniva riportato nel suo oratorio con un solenne corteo processionale a cui partecipava anche il vescovo.
La devozione verso san Rocco divenne più forte quando, nel 1729, la Scuola di Caorle ottenne una reliquia del Santo dalla Scuola Grande di Venezia; la reliquia era posta davanti al trono della statua del santo durante la processione. Malgrado l'oratorio fosse stato rilevato dalle autorità civili dopo la soppressione della diocesi, nel 1818, e demolito pochi anni dopo, la pietà dei caorlotti nei confronti del suo santo protettore rimase viva fino agli anni '70 del secolo scorso, quando il 16 agosto si celebravano Messe solenni e la statua di san Rocco, proveniente dall'antico oratorio, veniva portata in processione per le vie del centro. Poco importava che tale festa avesse luogo il giorno sucessivo a quello dell'Assunzione; mai il popolo di Caorle avrebbe lasciato solo il santo che gli garantiva la forza nelle difficoltà quotidiane. Purtroppo, proprio quando le malattie più gravi cominciarono ad essere debellate e la povertà lasciò il posto a stili di vita più agiati, i caorlotti si dimenticarono del loro patrono; e pur rimanendo chiusi gli uffici pubblici sono ben pochi i cittadini che si recano in chiesa a salutare il santo, neppure i bambini e i ragazzi che, pur rimanendo dell'alveo della parrocchia, partecipano alle attività estive.
Come verso la fine della sua vita, san Rocco è dimenticato, quasi nessuno lo riconosce come il potente guaritore amico di Dio e dei suoi poveri; non ci resta che pregare e sperare che, come dopo la sua morte, il popolo torni a riconoscerlo come un grande santo della carità.

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