Duomo di Caorle su facebook

lunedì 13 febbraio 2012

Tesori d'arte sacra: l'altare di San Rocco

Per l'appuntamento mensile con i tesori d'arte sacra conservati nel Duomo di Caorle parliamo oggi dell'altare di San Rocco, che si trova nella cappella ricavata nella parete sinistra proprio vicino alla porta d'ingresso della navata laterale. Fin dall'inizio del secolo XX, con la demolizione della chiesa delle Grazie, costruita davanti al Duomo, questa cappella laterale fu dedicata alla custodia del Battistero cinquecentesco, poi spostato nell'absidicola laterale destra nel 1975. La motivazione del posizionare il Battistero in questo luogo si trova nel fatto che il Battesimo è il primo sacramento dell'iniziazione cristiana, nonché la purificazione dell'uomo dal peccato originale, cosa che rende degni di partecipare alla Santa Messa. Proprio in memoria del proprio Battesimo, infatti, il cristiano che entra in chiesa si bagna con l'acqua santa facendosi il segno di Croce.
La collocazione dell'attuale altare è quindi relativamente recente. L'altare, di fattura barocca, era l'Altar maggiore del Santuario della Madonna dell'Angelo (vedi foto in fondo all'articolo): nella grande nicchia, coperta da una lastra di vetro, era posto il simulacro della Santa Vergine, mentre nella parte superiore della nicchia erano posti due Angeli in marmo che reggevano una corona in legno dorato, probabilmente la corona dell'Incoronazione del Simulacro, avvenuta nel 1874, per le mani del patriarca Giuseppe Luigi Trevisanato. Con la traslazione di quell'altare nel Duomo, fu trasportato in Santuario l'altare settecentesco che custodiva il Santissimo Sacramento proprio in Cattedrale, al quale furono aggiunti i due angeli di marmo.
La statua di San Rocco, compatrono di Caorle, proviene invece dall'antico oratorio di San Rocco, costruito a destra del Duomo, dove oggi sorge un piccolo chiostro in corrispondenza del quale sono ancora visibili resti di affreschi di quella piccola costruzione. La statua ritrae l'immagine del Santo di Montpellier nella sua iconografia tradizionale: il bastone del pellegrino in mano, l'emblema di San Rocco sul bracciale mentre indica con la mano destra la piaga che ha sulla gamba sinistra e con il cane randagio che gli porge il tozzo di pane. Egli, infatti, partì dalla Francia per recarsi a Roma, a pregare sulle tombe degli apostoli, fermandosi a curare negli ospizi i malati di peste; tuttavia fu contagiato dal morbo e, per non essere di peso o portar via cure ai suoi tanto amati ammalati, si rifugiò eremita in una grotta per morire da solo, dove un cane randagio gli portava il cibo necessario alla sua sopravvivenza. Ma Dio lo guarì miracolosamente: per questo è rappresentato nell'atto di mostrare la piaga della peste, ossia per testimoniare l'amore e la potenza di Dio che lo ha guarito.
Fin dal XIV secolo egli fu invocato come protettore dai mali inguaribili, tanto che Caorle lo annoverò tra i suoi patroni; nel XVII secolo, quando fu costruito l'oratorio, ne fu chiesta anche una reliquia alla Scuola Grande di Venezia, tutt'ora conservata nel museo liturgico parrocchiale ed esposta alla venerazione dei fedeli il giorno della sua festa, il 16 agosto. Un tempo anche la statua del Santo era esposta il 16 agosto, e dopo le solenni celebrazioni in Duomo, veniva portata in processione per le vie del paese, in quella che per tutti i caorlotti era la festa patronale per eccellenza (cadendo la festa del suo patrono principale, Santo Stefano, in corrispondenza delle feste natalizie).

L'odierno altare di San Rocco impiegato come altar maggiore del Santuario della Madonna dell'Angelo in una foto degli anni '60

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Articoli correlati