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mercoledì 1 febbraio 2012

Il card. Marco Cè saluta il Patriarca eletto

Carissimo Patriarca, l’attesa notizia della tua nomina di nuovo pastore di questa Chiesa è finalmente arrivata e noi l’accogliamo con gioia.
Quando, il primo dicembre del lontano 1978, fui chiamato in Congregazione dei Vescovi e mi si comunicò che il Papa mi aveva designato Patriarca di Venezia, fui preso da grande sgomento. Questo stato d’animo mi accompagnò per alcune settimane, finché mi decisi a parlarne con il vecchio e venerando Vescovo di Padova, Mons. Girolamo Bortignon, sapendo che conosceva Venezia per esserci vissuto a lungo da Frate Cappuccino nel convento del Redentore e in quello di Mestre. E lui mi pacificò dicendomi di andare a Venezia con serenità: “I veneziani io li conosco, mi assicurava, le vorranno bene”. Mi resi conto molto presto che aveva ragione.

Vorrei dire la stessa cosa a te, caro Patriarca. Vieni col cuore aperto. I veneziani ti accoglieranno con gioia e ti vorranno bene.
Il Patriarcato di Venezia è una grande famiglia: io ho sempre ringraziato il Signore d’avermi chiamato a servire una Chiesa, non troppo grande, nella quale fosse possibile stabilire dei rapporti personali: dopo pochi mesi conosci tutti i sacerdoti, tuoi primi collaboratori e, in non troppo tempo, in qualunque parrocchia tu vada, riconosci delle persone che ormai ti sono note. E questo ti fa sentire a casa.

Il territorio in cui è insediata la nostra Chiesa è vario e complesso e va dalla Città storica, dalla grande storia e tradizione culturale, al complesso di Marghera con i suoi travagli relativi al lavoro, alla Città di Mestre,viva e attiva, fino alla zona prevalentemente turistica del Litorale. La pastorale quindi deve essere articolata e attenta alla diverse situazioni: tu troverai una Chiesa sensibile, inserita nei problemi del territorio, impegnata nella evangelizzazione delle persone e dell’ambiente.

Vorrei anche dire che la figura del Patriarca a Venezia è amata “pregiudizialmente”. E questo ti deve aprire il cuore, disponendolo ad accogliere questa Chiesa con serenità e a lasciarti accogliere con fiducia.
Quando entrerai in San Marco e ti sentirai avvolto dalla luce dorata dei mosaici, popolati di Santi, e incrocerai il tuo sguardo col Cristo pantocrator dell’abside, nel calore dell’abbraccio di un popolo che ti ha desiderato, di' come Maria il tuo “sì” alla chiamata del Signore: il Risorto che sarà sempre nella tua barca, nei giorni della gioia e in quelli della fatica.

Auguri Patriarca!

Fonte: gvonline.it.

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