Cose belle e cose meno belle
Di don Eusebio Vismara S.D.B.
Nei viaggi di cui le ho detto, celebrai a molti altari. E ne vidi degli altari belli, ben fatti e tenuti a dovere: ornati con sobrietà e con gusto, mantenuti con decoro e proprietà; soprattutto puliti e candidi. E ne ho gioito. [...] Gode l'anima e s'accresce la pietà. Sembra più viva la fede, e nella fede si ravviva l'amore. Un bell'altare sembra che renda più bella la Messa. [...] Per la ragion dei contrari – come dicono i filosofi – un brutto altare deve produrre un effetto tutto opposto. La ragione filosofica ha purtroppo tutto il suo avveramento psicologico. Un senso di pena, di disgusto, talora di vera ripugnanza si prova nell'accostarsi ad un altare che non sia qual deve essere e non sia tenuto come si deve. La fede deve ravvivarsi quasi per contrasto, e la pietà non può trionfare se non sopra un senso di stizza. Si sta male. Tutto diventa brutto. Si prova pena per Gesù stesso che vede così maltrattato il suo Sacrificio ed è costretto a discendere su quegli altari, che fanno proprio pensare alla stalla di Betlemme e alla croce del Calvario. Poveri e miseri altari. Ma non è sempre la povertà e la miseria che li rende brutti. E' l'incuria, è la mancanza di ogni riguardo; è soprattutto la mancanza di proprietà e pulizia. [...] Eh via! La stizza è stizza. Ma la stizza che si sente quando si vede maltrattato in tal guisa un'altare è una stizza santa. [...] Ecco pertanto, egregio Direttore, un secondo campo di battaglia per la rivista: l’altare del Signore. Campo in cui si possono combattere -molte sante battaglie, incominciando ad ingaggiarne una - non inorridisca - proprio contro le croci e i crocifissi. Nuovo iconoclasmo? Affatto. Proprio per amore e per l’onore della Croce e del Crocifisso indico la guerra alle croci ed ai crocifissi. Intendo i brutti ed orribili crocifissi, le brutte e indecenti croci, che all’altare non sono quali debbono essere; che non sono il trionfo ma l’umiliazione della Croce e del Crocifisso. Secondo la mente della Chiesa, la croce su ogni altare, ma soprattutto, all’altar maggiore, deve essere dominate [...]. E invece... Si vedono croci che quasi non si vedono; appena visibili al sacerdote che celebra, a stento percepibili ai fedeli che vi assistono. Il crocifisso deve rappresentare la figura adorabile del Salvatore. E invece talora sembra una goffa e mostruosa caricatura della persona divina di Gesù. Oh quante volte in cuor mio ho augurato il fallimento alle fabbriche ed alle ditte che allagano le chiese con simili sacrileghi prodotti. Nè mai mi sono chiamato in colpa di un si cordiale augurio. Nel cuore però ho avuto pure un senso di amara compassione pei sacerdoti che fanno tali acquisti per le loro chiese. Lasciamo la questione dell’arte e quella relativa degli artisti, che si indignano perchè in luogo dell’arte trionfa il commercio e l’affarismo nella casa di Dio, si pensa al soldo, a ciò che poco costa, e nulla più. Qui mi pongo unicamente dal punto di vista della pietà e della decenza. Son così belle le cose belle; e perchè cercare le cose meno belle? E proprio quando si tratta della persona del Salvatore? Povero Gesù! Fu già messo in croce una volta, e non basta! Fu venduto per trenta denari, e si baratta ancora per poche lire! Nè qui finisce ciò che riguarda l’altare. Dovrei dire ancora del tabernacolo e del conopeo, che non sono a dovere; delle carteglorie in cui è impossibile leggere una parola: e che ci stanno a fare? dei candelieri e delle candele; degli addobbi e dei fiori: di quelle cose belle, cioè, che sono proprio fatte per rendere più bello l’altare, e invece sono le meno belle e lo rendono sempre più brutto. Quando sarà il giorno in cui vedremo tutti gli altari belli nella casa di Dio? Al solito, io sogno! Sono e sarò un eterno sognatore. Ma sono pur belli i sogni belli.
Fonte: cordialiter.blogspot.com
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