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venerdì 25 novembre 2011

Giornata della Colletta Alimentare

Domani, ultimo sabato del mese di novembre, l'associazione Banco Alimentare Onlus organizza come di consueto la giornata della Colletta Alimentare, giunta alla sua quindicesima edizione. Alcuni volontari fuori dei supermercati accoglieranno i clienti consegnando loro una locandina ed una borsa per la spesa, nella quale chi può e chi vuole potrà porre alcuni prodotti dalla propria spesa da destinare ai più poveri e ai più bisognosi del nostro Paese. La borsa sarà poi riconsegnata all'uscita del supermercato, dove gli addetti (riconoscibili dalla pettorina con il logo dell'iniziativa) raccoglieranno i generi alimentari offerti. Nell'attuale situazione economica che rende critico il bilancio di molte delle nostre famiglie, questo piccolo gesto di solidarietà concreta ci aiuta ad essere vicini a coloro che si trovano in una situazione ancora peggiore (come coloro che hanno perso il lavoro, o non hanno più soldi per pagare la casa), e per i quali anche assicurare a se stessi e alla propria famiglia un pasto quotidiano diventa difficile. La Giornata della Colletta Alimentare ci aiuti, dunque, ad aprire gli occhi sulla povertà che ci circonda (e che purtroppo sta diventando sempre più evidente), ed anche ad apprezzare ancora di più i beni, specialmente i più semplici, che possiamo permetterci, riducendo gli sprechi di cibo e di acqua.
Non tutti i prodotti sono indicati per la colletta alimentare: è necessario che siano prodotti a lunga scadenza e non facilmente deteriorabili, come pasta, olio e scatolame. Una lista dei prodotti adatti, reperibile nel sito dell'associazione Banco Alimentare Onlus, www.bancoalimentare.it, è disponibile cliccando nel link qui sotto:
http://www.bancoalimentare.it/colletta-alimentare-2011/listaspesa.pdf.

Di seguito riporto l'articolo apparso ieri sul quotidiano online La Bussola Quotidiana, a firma di Giovanni Fighera, con una testimonianza del presidente dell'associazione, don Mauro Inzoli.

Colletta alimentare, la carità di un popolo
Di Giovanni Fighera

«La carità è il bene fondamentale che nessuno può mancare di mettere a frutto e senza il quale ogni altro dono è vano» ha detto Benedetto XVI, domenica 13 novembre prima dell’Angelus, al termine del quale il Papa ha anche salutato i volontari della Giornata nazionale della Colletta alimentare che si terrà il 26 novembre.

L’Associazione Onlus Banco Alimentare da anni raccoglie le eccedenze alimentari e le ridistribuisce ad enti ed iniziative che, in Italia, si occupano di assistenza e di aiuto ai poveri e agli emarginati. La raccolta cerca di rispondere concretamente alla emergenza povertà in Italia, assistendo oltre un milione di persone. Ma questo non basta: il bisogno è ben più grande. Per questo, da ormai quindici anni, l’ultimo sabato di novembre si tiene la Giornata Nazionale della Colletta alimentare in migliaia di supermercati. Più di centoventimila volontari all’opera, novemila e quattrocento tonnellate di cibo raccolte in un solo giorno, cinque milioni di italiani che hanno acquistato il cibo per i più poveri sono i numeri dell’anno scorso in Italia che hanno fatto della Colletta il gesto di un intero popolo, il più grande gesto di carità nel nostro Paese.

Don Mauro Inzoli, presidente dell’Associazione Banco Alimentare, scrive: «La carità non è appannaggio di qualcuno. […] Noi crediamo che la proposta di fare la spesa a favore dei poveri abbia in sé un contenuto educativo che possa incidere profondamente sulla cultura». Noi tutti siamo chiamati a sperimentare che la carità è della stessa natura dell’uomo. Nessuno, però, fa esperienza soltanto quando prova o sperimenta qualcosa. Una persona può aver avuto tante donne, ma può non aver mai fatto esperienza dell’amore. Miguel Mañara, la figura storica nascosta sotto il leggendario Don Giovanni, ha conquistato tante donne, ma non conosce davvero la natura dell’amore fin quando non incontra Girolama, che lo abbraccia nonostante il suo limite, che lo ama per quello che è, che gli mostra una letizia che le altre donne non possedevano. Miguel Mañara incontra una umanità diversa, più corrispondente alla sua attesa, al suo umano desiderio di essere amato. Non c’è umana esperienza senza questa verifica di corrispondenza al cuore. Nell’esperienza dell’amore la persona coglie la propria dimensione strutturale di essere dipendenza da un altro e percepisce un compimento, una soddisfazione, una letizia maggiori rispetto ad una posizione narcisistica di auto soddisfazione.

L’apertura all’altro è una dimensione naturale per l’essere umano che spesso, crescendo, finisce per dimenticarselo fino a quando non fa nuovamente esperienza di essere amato. Quando accade questo? Solo quando qualcuno gli fa percepire che tiene proprio a lui, che gli vuole bene così come è, incondizionatamente, senza preclusioni. Un fatto, tra i tanti sorprendenti che mi sono capitati in questi anni durante la colletta alimentare, testimonia in maniera emblematica che questa giornata è, in primo luogo, un’occasione di incontro e di condivisione del significato del gesto. Qualche anno fa, io e un mio collega di scuola abbiamo invitato gli studenti a partecipare alla Colletta, dopo averli accompagnati a visitare la sede del Banco in Lombardia. «Condividere un bisogno per condividere il senso della vita» è il motto. Il giorno della Colletta, nel pomeriggio, entra nel supermercato una signora anziana. Avrà forse ottant’anni. Mentre procede con passo lento e stanco, alcuni miei studenti la fermano per invitarla a fare la spesa, ma lei non vuole sentire ragioni. In maniera un po’ incauta e repentina la incalzo: «Signora, le devo dire una cosa importante!». Allora, arrabbiata e con sguardo di rimprovero, la signora inizia a farmi una predica sui giovani di oggi e sulla loro presunzione, mi racconta la sua storia, del trasferimento nei campi di concentramento in gioventù, della fortuna di essere un’esperta in un settore che poteva servire ai nazisti, della povertà sperimentata nel Secondo dopoguerra.

Mentre racconta, la ascolto attentamente e le faccio delle domande. Nel contempo, ogni tanto, quando passano dei clienti del supermercato, le chiedo scusa e interrompo momentaneamente l’ascolto per invitare al gesto della colletta. Col passare dei minuti il suo sguardo si intenerisce e si fa meno duro. Dopo un po’, mi chiede di poter far la conoscenza anche degli altri volontari e inizia a fermare i clienti del supermercato. A coloro che non si fermano non risparmia le critiche: «Vergognatevi!». Dopo due ore, la signora fa la spesa per la colletta. E poi, visto che ha la febbre, la invitiamo ad andare a casa a riposarsi. Questa volta, che fatica a convincerla ad andare via! Che sorpresa è rendersi conto che un gesto così dignitoso, un gesto di carità è per noi, perché possiamo essere più lieti! Che sorpresa è assistere ad un giorno ordinario che diventa straordinario per la presenza di Cristo, che è amore che unisce, che fa condividere, che riempie di senso e della sua presenza il vuoto della giornata! Si può sempre scommettere sulla nostra umanità e sulla quella altrui, perché, come dice un personaggio del romanzo Diario di un curato di campagna di Bernanos, «ogni uomo conserva sempre la possibilità di amare. L’Inferno è non amare più».

Per questo l’invito rivolto a tutti è di partecipare alla Colletta, sia come volontari che facendo la spesa, e di riflettere sulle cosiddette «dieci righe» che introducono al valore educativo del gesto: «Il momento storico che stiamo vivendo rimane molto delicato e drammatico. I poveri sono in costante crescita e sono sempre più prossimi a ciascuno di noi. Non manca solo il cibo, manca il lavoro, la casa e soprattutto sembrano venir meno le ragioni per sperare e per questo si è sempre più soli; una solitudine spesso avvertita da chiunque, poveri o ricchi. Cristo, presente ora, colma quella solitudine, risponde a tutte le esigenze del nostro cuore. Per questa esperienza, proponiamo ad ognuno la Colletta alimentare, perché facendo la spesa per chi è nel bisogno si ridesti tutta la nostra persona, cominciando a vivere all’altezza dei desideri del nostro cuore».


Fonte: labussolaquotidiana.it.

7 commenti:

  1. il cibo dopo a chi viene consegnato?

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  2. Cito dal sito del banco alimentare:

    «Il Banco Alimentare recupera eccedenze alimentari e le ridistribuisce gratuitamente ad associazioni ed enti caritativi.
    Sono centinaia i soggetti della filiera agroalimentare che donano le proprie eccedenze alla Rete Banco Alimentare trasformando le eccedenze in risorse.
    Emerge con chiarezza che questo insieme di "relazioni positive e curate" da parte della Rete Banco Alimentare genera valore e testimonia la possibilità di una collaborazione tra diversi soggetti dello scenario sociale, spesso impegnati in un contesto competitivo».

    «La Rete Banco Alimentare assiste gratuitamente 8.159 strutture caritative sparse su tutto il territorio nazionale. La loro attività raggiunge un totale di 1.443.584 persone bisognose.

    Per poter ricevere gli alimenti, donati in forma completamente gratuita dalla Rete, le strutture caritative devono stipulare una convenzione direttamente con ciascuna Organizzazione Banco Alimentare da cui riceveranno periodicamente i prodotti alimentari. Tale accordo di collaborazione prevede l’impegno, da parte di questi ultimi, ad utilizzare i prodotti ricevuti esclusivamente a favore di persone bisognose e la disponibilità a visite da parte di responsabili della Rete BA, volti a verificare innanzitutto l’effettiva attività di assistenza svolta, la gestione trasparente delle quantità ricevute e delle scorte, e il rispetto delle norme igienico sanitarie nel trattamento degli alimenti.

    L'importanza dell'opera svolta da queste realtà le rende una risorsa irrinunciabile per l'intera società italiana e ad esse il Banco Alimentare si rivolge in modo prioritario. Infatti il dono gratuito di alimenti permette alle strutture assistite di destinare maggiori risorse alla propria mission, nel segno di una sussidiarietà concreta e testimoniata».

    Ne approfitto per comunicare che la raccolta in tutti i supermercati italiani quest'anno è stata di 9600 tonnellate; nella passata edizione le tonnellate raccolte furono 9.400. Un dato impressionante che, nel concreto, ha voluto dire un contributo reale a ben 8.159 strutture caritative, che in Italia accolgono 1.400.000 poveri (il 15,6% di questi enti svolge attività residenziali, il 9,4% attività mensa, mentre il restante 75,1% confeziona i pacchi alimentari per le famiglie povere).

    Per ogni ulteriore informazione invito a visitare il sito del banco alimentare: http://www.bancoalimentare.it

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  3. ma intendevo a quale come vanno gli alimenti perchè io sono un cittadino di caorle e voglio che il cibo che io ho pagato vada alle famiglie povere del mio paese. :)

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  4. Credo che i generi alimentari siano raccolti nei diversi centri regionali del banco alimentare, come riportato nel sito, e da lì siano smistati alle associazioni che ne fanno richiesta. Per il Veneto il centro del banco alimentare si trova a Verona. Se finiscano anche a Caorle questo non glielo posso dire, dipende se qui a Caorle c'è qualcuno che ne ha fatto e ne fa richiesta, ad esempio mi pare che la Caritas lo abbia fatto in passato e forse lo farà ancora, alla quale poi i poveri della città si rivolgeranno per ottenere i generi alimentari. In questa pagina (http://www.bancoalimentare.it/it/node/1811) c'è il dettaglio del numero di enti aiutati per provincia dal centro del banco alimentare per il Veneto.

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  5. come crede lei deve saperlo

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