Duomo di Caorle su facebook

mercoledì 9 novembre 2011

Dopo il disastro

Sono ancora negli occhi e negli animi di tutti noi le spaventose immagini di quella che non si può nemmeno definire una semplice alluvione, nei territori delle Cinque Terre prima e della città di Genova poi: un torrente impetuoso che, a causa di condizioni atmosferiche eccezionali, ha distrutto case, automobili, vite umane. Chi di noi ha un'età sufficiente non può fare a meno di ricordare le alluvioni che in passato hanno colpito anche il nostro territorio di Caorle: proprio 45 anni fa, il 4 novembre 1966, il mare, gonfiato da forti venti di scirocco, e la pioggia ingente allagarono gran parte del centro storico, distruggendo la diga; e nell'ottobre di ormai 20 anni fa, quando cinque giorni di pioggia ininterrotta paralizzarono la città per giorni, allagando abitazioni e negozi ai piani terra. Ancora oggi chi ha vissuto uno di questi episodi li ricorda chiaramente nella sua memoria, e prova ancora un certo timore, quando le condizioni del tempo si fanno critiche, che la situazione di quei giorni possa ripetersi.
Possiamo bene immaginare, quindi, quali gravi difficoltà si trovino ora ad affrontare questi nostri fratelli che hanno perso tutto, chi la casa, chi anche il lavoro, o chi addirittura anche dei familiari o delle persone care. E non solo a Genova e in Liguria: sono di ieri, purtroppo, le notizie che anche altrove, in Italia, si sono avute delle vittime per la furia dell'acqua esondata da fiumi e torrenti.

Eventi come questi ci fanno riflettere; in particolare sul modo che abbiamo di concepire lo sviluppo delle città al giorno d'oggi, con una singolare corsa, che a tratti può parere anche ossessiva, a costruire palazzi e gettare colate di cemento senza avere riguardi per eventuali rischi ambientali, valutati spesso con troppa sufficienza nella fretta di realizzare le opere prefissate. Ma ci interroghiamo anche sulla prevenzione: interventi apparentemente semplici, come la pulizia dei fiumi, dei torrenti e dei canali, vengono a volte posticipati, non essendo visibile l'emergenza, ma in seguito si rimpiange di non essere intervenuti quando la situazione meteorologica ed ambientale lo permetteva. E' dunque certo che in eventi come questi noi uomini abbiamo qualcosa da recriminarci, per quanto riguarda le norme di sicurezza e il rispetto dell'ambiente in cui viviamo.

Tuttavia, credo, non dobbiamo dimenticare anche l'eccezionalità di certi eventi. Non per difendere le eventuali omissioni colpevoli degli enti preposti alla sicurezza dei cittadini; ma spesso, con un atteggiamento troppo "colpevolista" nei confronti dell'uomo, si corre il rischio di pensare che in fin dei conti l'uomo sia onnipotente, possa tutto, anche controllare i fenomeni naturali più devastanti, e qualora non ci riuscisse è perché deve aver sbagliato qualcosa, non è concepibile che l'uomo non possa controllare la natura. Non dobbiamo dimenticare che i disastri naturali, come alluvioni o terremoti, esistono, sono sempre esistiti in natura, e malgrado i progressi dell'umanità nel campo della scienza e della tecnica, alcuni di essi appaiono tutt'ora inevitabili, anche quando sono prevedibili. Questo non ci deve, però, portare alla disperazione ed allo scoramento; la precarietà dell'essere umano è insita nella sua stessa vita, come le Scritture e la Chiesa ci insegnano. I credenti ne traggono un invito all'umiltà ed alla temperanza nella vita di tutti i giorni, nonché alla preghiera, certi che le sofferenze della vita di questo mondo, associate alla Passione di Cristo, preludono ad una gioia più grande nell'altro; pur precisando che anche per i credenti certi dolori del corpo e dell'anima rimangono difficili da comprendere e la Fede non va certo presentata come un'anestesia che fa sentire meno il dolore. La Fede, come ha detto il Papa nell'Angelus di domenica scorsa, è però una indiscutibile fonte di speranza, che dà senso (inteso anche come direzionalità) alla vita dell'uomo. I non credenti, d'altra parte, vivono senza speranza e scoprono in eventi tragici come questi tutta l'insufficienza, la piccolezza, l'impotenza dell'essere umano di fronte alle realtà della vita; cose che fanno crollare le convinzioni specialmente di coloro che, pur professandosi atei, forse inconsapevolmente credono in dei quanto mai precari: se stessi, oppure la scienza. Purtroppo, di fronte al mistero di questo dolore così grande, si spalanca il baratro della disperazione, dal quale l'uomo, quando vuole essere solo, non riesce a mettersi in salvo con le sue sole forze.

L'urlo che sembra di udire è quello del salmo: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?", lo stesso che sulla Croce pronunciò il Signore Gesù Cristo. Dov'è Dio quando degli uomini o dei bambini innocenti muoiono, travolti dalla furia delle acque? Dare alle persone che hanno sofferto queste perdite una risposta è sempre molto delicato, ma credo di non essere banale se dico che Egli era accanto a quel volontario che è morto per salvare gente che nemmeno conosceva; o era accanto a quella madre che ha dato la sua vita per salvare quella di suo figlio. Il Signore sa cosa significa la sofferenza che porta fino alla morte e questo è per noi di grande consolazione. A noi, che con i nostri occhi non vediamo altra realtà di quella del mondo, può riuscire difficile capire che, dopo questa sofferenza, può esserci la salvezza; ma il salmo conclude: "Egli non ha disprezzato né disdegnato l'afflizione del povero, il proprio volto non gli ha nascosto ma ha ascoltato il suo grido di aiuto". Chiediamo, dunque, al Signore il dono della Fede, perché questi eventi tragici e dolorosi, dove il male e la morte sembrano avere la meglio, non offuschino in noi la speranza della salvezza che ci ha promesso il Padre, di cui ci ha dato resuscitando il suo Figlio Gesù Cristo. E non dimentichiamo, oltre ad adoperarci per un aiuto concreto agli abitanti delle zone disastrate, di pregare per l'anima delle vittime e per i loro familiari, nonché per tutti coloro che sono stati colpiti da questa calamità ed hanno riportato dei danni.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Articoli correlati