
La presenza così abbondante degli angeli testimonia come, già all'epoca di realizzazione del dipinto, la nascita della Vergine Maria fosse vista come un punto importante per la Redenzione dell'uomo; è nata Colei che il Signore aveva preservato Immacolata fin dal concepimento, e che avrebbe portato nel suo grembo il Salvatore del mondo. Tutto ciò nonostante il dogma dell'Immacolata Concezione sia stato riconosciuto dalla Chiesa soltanto nella metà del 1800, quindi quasi due secoli dopo.
Un'altra particolarità si ritrova nei colori delle vesti della nutrice, un personaggio che, per la posizione e le dimensioni della figura, sembra quasi avere il primo posto nell'opera, ma che in realtà è il contorno per la neonata Maria Vergine che porta sulle ginocchia, pretesto usato dall'artista per arricchire di significati allegorici la figura della Madonna Bambina. Possiamo vedere il blu ed il rosso, colori che l'iconografia ha associato fin dai tempi più antichi a Gesù Cristo, e simboleggianti la temperanza (il blu) e il Sangue versato nella Passione (il rosso); successivamente, però, e specialmente a partire dal Rinascimento, anche la Vergine è stata spesso dipinta con vesti degli stessi colori. Ritroviamo, quindi, in questo quadro un richiamo a quella che sarebbe stata la vita della Vergine Maria, la quale, obbediente, serbava ogni istante dell'infanzia e della vita del suo Figlio Gesù nel suo Cuore Immacolato e che avrebbe anche lei sofferto, pur senza patire nel corpo, la Passione di Cristo sotto la sua Croce.
Possiamo notare, in conclusione, come la stessa nutrice, ed anche San Gioacchino, indossino una corda, a cingere loro i fianchi, segno di umiltà e, soprattutto, di castità: la castità della vita verginale per la Madonna e la castità della vita matrimoniale per il suo genitore, esempio di famiglia gradito agli occhi di Dio.
Qui sotto un particolare dell'opera.

Foto: caorlotti.it e caorle.com
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