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domenica 13 novembre 2011

Tesori d'arte sacra: la Natività della Vergine

Appeso alla parete sinistra, accanto al trittico affrescato di recente portato alla luce, è custodito il grande quadro della Natività della Beata Vergine Maria, risalente al XVII secolo. Si tratta di un dipinto di scuola veneta che rappresenta la scena della nascita della Madonna secondo quanto la tradizione artistica, specie del periodo barocco, ha immaginato. Il centro di tutta la scena è la Vergine neonata sulle ginocchia della levatrice; una donna, inginocchiata alla sua destra, si affretta a porgere un panno ed un'altra, alla sinistra, prepara una piccola culla in legno finemente intarsiato. Un'aura soprannaturale è conferita dalle figure angeliche che circondano la scena principale, le quali, con le braccia raccolte al petto, si meravigliano per la nascita dell'Immacolata Concezione. Sullo sfondo, a destra, si scorge Sant'Anna, accudita da due ancelle dopo il parto; il letto a baldacchino e le porte che si spalancano su quella che sembra essere l'ampia stanza da letto di un nobile palazzo veneziano sembrano immergere tutti i soggetti nel contesto storico in cui l'opera stessa è stata realizzata, il 1600; questo anacronismo, tuttavia, può trovare spiegazione nella necessità dell'arte sacra di avvicinare le vicende evangeliche e bibliche in una realtà familiare ai fedeli e agli osservatori dell'opera. Dalla parte opposta, sempre sullo sfondo, si vede invece San Gioacchino, padre della Madonna, che, in disparte, sembra ringraziare il Signore per la nuova nascita con gli occhi rivolti verso alto. Dalla finestra alle sue spalle si intravvede un cielo piuttosto scuro illuminato dalla chiara luce dell'aurora, per richiamare a quel titolo di Mistica aurora della Redenzione attribuito alla Beata Vergine Maria. A fare da contorno alla scena, infine, tre angioletti sorreggono un grosso drappo di colore rosso, quasi un divisorio fra quanto succede in primo piano e lo sfondo dell'opera.
La presenza così abbondante degli angeli testimonia come, già all'epoca di realizzazione del dipinto, la nascita della Vergine Maria fosse vista come un punto importante per la Redenzione dell'uomo; è nata Colei che il Signore aveva preservato Immacolata fin dal concepimento, e che avrebbe portato nel suo grembo il Salvatore del mondo. Tutto ciò nonostante il dogma dell'Immacolata Concezione sia stato riconosciuto dalla Chiesa soltanto nella metà del 1800, quindi quasi due secoli dopo.
Un'altra particolarità si ritrova nei colori delle vesti della nutrice, un personaggio che, per la posizione e le dimensioni della figura, sembra quasi avere il primo posto nell'opera, ma che in realtà è il contorno per la neonata Maria Vergine che porta sulle ginocchia, pretesto usato dall'artista per arricchire di significati allegorici la figura della Madonna Bambina. Possiamo vedere il blu ed il rosso, colori che l'iconografia ha associato fin dai tempi più antichi a Gesù Cristo, e simboleggianti la temperanza (il blu) e il Sangue versato nella Passione (il rosso); successivamente, però, e specialmente a partire dal Rinascimento, anche la Vergine è stata spesso dipinta con vesti degli stessi colori. Ritroviamo, quindi, in questo quadro un richiamo a quella che sarebbe stata la vita della Vergine Maria, la quale, obbediente, serbava ogni istante dell'infanzia e della vita del suo Figlio Gesù nel suo Cuore Immacolato e che avrebbe anche lei sofferto, pur senza patire nel corpo, la Passione di Cristo sotto la sua Croce.
Possiamo notare, in conclusione, come la stessa nutrice, ed anche San Gioacchino, indossino una corda, a cingere loro i fianchi, segno di umiltà e, soprattutto, di castità: la castità della vita verginale per la Madonna e la castità della vita matrimoniale per il suo genitore, esempio di famiglia gradito agli occhi di Dio.
Qui sotto un particolare dell'opera.

Natività della Beata Vergine - Particolare

Foto: caorlotti.it e caorle.com

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