Domani, 30 agosto, ricorre il 972° anniversario della Dedicazione del Duomo di Caorle. Finito di costruire, secondo le fonti storiche in nostro possesso, nell'anno 1038, non si hanno però notizie della data precisa di consacrazione. Così il vescovo di Caorle Pietro Martire Rusca, il 30 agosto 1665, ha solennemente riconsacrato il Duomo, apponendo alle pareti dodici croci in terracotta, e lasciando a memoria di questo gesto una lapide, inizialmente posta sopra il portone principale e ora spostata sopra la nicchia della Madonna delle Grazie. L'iscrizione recita:
D.O.M.
LEVITAE STEPHANO PROTOMARTYRI
FR. PETRUS MARTYR RUSCA EPUS CONSECRAVIT
MARINO PIZZAMANO PRAETORE MDCLXV III CAL SEP
Non è di chiara comprensione la data indicata su questa lapide, a causa della equivoca posizione dei numeri; nella "Storia di Caorle" di Giovanni Musolino si legge che l'iscrizione completa sarebbe "ante diem tertium calendas septembris" (tre giorni prima del 1° settembre, come era consuetudine nelle date latine), cioè appunto il 30 agosto; lo storico Trino Bottani, nel suo "Saggio di storia della Città di Caorle" ne dà la stessa interpretazione. Altri, come il vescovo di Caorle Francesco Andrea Grassi, il quale però in seguito si corresse, diedero invece diversa interpretazione, e isolarono dal testo "calendas septembris" attaccando il III romano alla precedente data; così si parlerebbe del 1° settembre 1668. La storiografia principale, però, fa pendere l'ago della bilancia sulla prima ipotesi, cioè 30 agosto 1665.
Così domani celebreremo il 972° compleanno del nostro Duomo, cattedrale millenaria e centro naturale della cittadina caorlotta. Cominceremo la solennità liturgica questa sera, alle 18:15, con il canto dei Primi Vespri, e concluderemo domani sera alle 18:30 con la Santa Messa solenne e il canto dei Vespri. In questa cornice di festa si inserisce pure l'incontro con i fratelli Guido e Giampaolo Gusso, nella sala grande del patronato alle ore 20:30, che ci parleranno di Angelo Giuseppe Roncalli e del suo legame con Caorle, prima come patriarca di Venezia e poi come papa Giovanni XXIII.
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