Nella serata di ieri, domenica 18 luglio, il patriarca ha celebrato la Santa Messa nella basilica veneziana del Redentore, rivolgendo il tradizionale discorso ai fedeli. Quest'anno il tema è stato "Bell'amore e sessualità"; il patriarca ha analizzato la "grammatica" delle relazioni sentimentali oggi mettendole a confronto con il "bell'amore" che la Parola di Dio ci propone nella Bibbia. Non sono mancati i riferimenti alla vicenda della pedofilia nella Chiesa, che se da una parte rischia di attirare il discredito di molti sulla morale sessuale predicata dalla Chiesa, dall'altra, dice il patriarca, pone in primo piano la figura del papa, Benedetto XVI, che con le parole "misericordia, giustizia in leale collaborazione con le autorità civili ed espiazione [...] non si sottrae alla corresponsabilità che ne viene ad ogni membro dell’unico corpo ecclesiale e, in particolare, del collegio episcopale".
Il discorso continua con una breve analisi di come certo mondo scientifico ha ridotto l'amore fra uomo e donna, e da qui l'alternativa convincente del bell'amore biblico, che parte, in fondo, da un dato scientifico incontrovertibile: "nessun uomo potrà mai auto-generarsi", e si fonda sulla naturale differenza dei sessi. Non manca di parlare della vanità che sembra alla base di molti rapporti di coppia oggi, della "smania del tutto e subito"; all'origine di questo problema il cardinale individua la paura della morte, facendo come esempio principe la decisione delle coppie di procreare, oggi spesso "determinata dalla paura del carattere contingente dell’esistenza". A ciò pone rimedio la Risurrezione di Cristo, che ci ha liberati dalla paura della morte.
Un punto cruciale è quello della castità, parola, dice il patriarca, oggi purtroppo caduta in disuso; esponendo l'importanza della castità non solo per i religiosi ma soprattutto per i laici e in particolare per le coppie, il patriarca conclude: "La castità mette in campo un’esperienza comune a tutti: in ogni ambito della sua esistenza l’uomo sa bene di non poter trovare soddisfazione senza sacrificio". Di qui, poi, si sofferma ad analizzare come la castità è espressa nella vita di tutti gli uomini, con la verginità, il celibato ecclesiastico e l'indissolubilità del matrimonio.
Il discorso termina con un messaggio di speranza per tutti i cristiani, riprendendo una riflessione di sant'Agostino: "Neppure l’umana fragilità sessuale rappresenta ultimamente un’obiezione fondata alla castità [...] La figura morale compiuta dell’umano non è l’impeccabilità ma la “ripresa”. Essa registra, sempre più col passare degli anni, il dolore per ogni singolo peccato mentre per la grazia del perdono di Dio approfondisce l’amore".
Per leggere il testo integrale del "discorso del Redentore" clicca qui.
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