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giovedì 3 giugno 2010

Ucciso mons. Luigi Padovese

E' con grande tristezza che annunciamo la morte di mons Luigi Padovese, vicario apostolico in Anatolia, che recentemente aveva partecipato all'ultima assemblea ecclesiale del patriarcato di Venezia. Questa la notizia da uno dei quotidiani nazionali:
ANKARA - Monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia, è stato ucciso oggi a Iskenderun, in Turchia. Il religioso sarebbe stato ammazzato a coltellate.
Ad ucciderlo sarebbe stato il suo autista, stando almeno a quanto ha affermato l'emittente turca Ntv. Monsignor Padovese è stato trasportato d'urgenza in ospedale ma è morto durante il trasferimento.

Era nato a Milano 63 anni fa e nel 1965 fece la sua prima professione nei frati cappuccini e nel giugno del 1973 venne ordinato sacerdote. Era professore titolare della cattedra di Patristica alla Pontificia Università dell'Antonianum. Fino al giorno in cui venne ordinato vescovo, era stato per 16 anni direttore dell'Istituto di Spiritualità nella stessa università.

Nel 2005 fu assassinato, sempre a coltellate Padre Santoro e nel dicembre del 2007 un altro frate francescano fu aggredito a Smirne - senza conseguenze gravi - al termine della messa. Si trattò quella volta di padre Adriano Franchini, superiore della Custodia di Turchia e fu lo stesso monsignor Luigi Padovese, già allora presidente della Conferenza episcopale turca e Vicario apostolico per l'Anatolia, a dare l'annuncio.

Un "fatto orribile", "incredibile", "siamo costernati": è questa la prima reazione a caldo - appresa la notizia - di padre Federico Lombardi, portavoce del Vaticano, alla notizia dell'uccisione in Turchia di mons. Padovese.

Nel corso di una recente intervista, lo stesso vescovo assassinato oggi tracciava un quadro della condizione dei cristiani e dei cattolici, in particolare, che vivono in turchia, circodati - si diceva - da un clima non privo di tensioni.

"Per capire l'attuale situazione che vivono i cristiani in Turchia oggi - disse Padovese in quell'occasione - occorre riandare agli anni settanta e lì focalizzare in particolare due fenomeni concomitanti: da un lato il ridimensionamento dell'islam da parte di Ataturk, che oggi invece cerca di riprendere vigore e forza; dall'altro un nazionalismo sempre più forte e reattivo a fronte della crescente paura di perdere consenso all'interno della società".

E aggiunse: "Questo spiega e motiva gli attacchi che periodicamente e sempre più frequentemente riceve la comunità cristiana, sia ortodossa sia latina sia protestante, pur essendo una minoranza. Vi è anche da considerare il fatto che il cristianesimo latino in passato veniva spesso, e anche oggi accade, considerato come un elemento estraneo all'islam e alla sua società, per una sorta di lunga memoria storica, che ha collegato il cristianesimo all'occupazione di potenze straniere. Tuttavia l'islam turco non è monolitico, ma anzi estremamente variegato. Recentemente sono riemersi gruppi a orientamento sufi, notoriamente più tolleranti". (da Repubblica)

Ci uniamo nel cordoglio di tutte le persone che avevano a cuore la vita di questo vescovo, e preghiamo il Signore perché gli conceda la pace eterna.

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