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martedì 25 marzo 2014

Annunciazione del Signore


Riporto l'Angelus di Papa Benedetto XVI della Solennità dell'Annunciazione del 25 marzo 2013.

Il “sì” di Maria all’annuncio dell’angelo, il “sì” di Cristo nel compiere la volontà del Padre si rinnova nella storia con il “sì” dei santi e soprattutto dei martiri “che vengono uccisi a causa del Vangelo”: in un unico sguardo Benedetto XVI ha legato due celebrazioni di questi giorni: la solennità dell’Annunciazione, che si celebra il 25 marzo, e la Giornata di preghiera per i missionari martiri, ricordata ieri.

L’Annunciazione, una festa molto antica a 9 mesi dal Natale. Il papa ha però voluto ricordare “questo stupendo mistero della fede, che contempliamo ogni giorno nella recita dell’Angelus”.

“L’Annunciazione – ha continuato il papa - … è un avvenimento umile, nascosto – nessuno lo vide, nessuno lo conobbe, se non Maria –, ma al tempo stesso decisivo per la storia dell’umanità. Quando la Vergine disse il suo “sì” all’annuncio dell’Angelo, Gesù fu concepito e con Lui incominciò la nuova era della storia, che sarebbe stata poi sancita nella Pasqua come “nuova ed eterna Alleanza”.

“In realtà – ha precisato il pontefice - il “sì” di Maria è il riflesso perfetto di quello di Cristo stesso quando entrò nel mondo, come scrive la Lettera agli Ebrei interpretando il Salmo 39: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per compiere, o Dio, la tua volontà” (Eb 10,7). L’obbedienza del Figlio si rispecchia nell’obbedienza della Madre e così, per l’incontro di questi due “sì”, Dio ha potuto assumere un volto di uomo. Ecco perché l’Annunciazione è anche una festa cristologica, perché celebra un mistero centrale di Cristo: la sua Incarnazione”.

“La risposta di Maria all’Angelo si prolunga nella Chiesa, chiamata a rendere presente Cristo nella storia, offrendo la propria disponibilità perché Dio possa continuare a visitare l’umanità con la sua Misericordia”. Proprio per sottolineare il “sì” dei santi e dei martiri, il papa ha ricordato la Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri, celebrata ieri nell’anniversario dell’assassinio di Mons. Oscar Romero, Arcivescovo di San Salvador

Ricordando i “vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici stroncati nel compimento della loro missione di evangelizzazione e promozione umana”, il pontefice ha sottolineato che “i missionari martiri …. sono ‘speranza per il mondo’, perché testimoniano che l’amore di Cristo è più forte della violenza e dell’odio. Non hanno cercato il martirio, ma sono stati pronti a dare la vita per rimanere fedeli al Vangelo. Il martirio cristiano si giustifica soltanto come supremo atto d’amore a Dio ed ai fratelli”

E ha concluso: “In questo tempo quaresimale più frequentemente contempliamo la Madonna che sul Calvario sigilla il “sì” pronunziato a Nazaret. Unita a Gesù, il Testimone dell’amore del Padre, Maria ha vissuto il martirio dell’anima. Invochiamo con fiducia la sua intercessione, perché la Chiesa, fedele alla sua missione, dia al mondo intero testimonianza coraggiosa dell’amore di Dio”.



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