Durante questi nove giorni che precedono la solennità natalizia, anche la liturgia si arricchisce di segni, che indicano il bimbo Gesù, nato nella stalla di Betlemme, come il Messia atteso e sperato dai profeti. In primo luogo il Canto delle profezie, che nella liturgia è usato quale invitatorio (introduzione) alla celebrazione della Santa Messa. Esso è introdotto da un ritornello che in latino recita: Regem venturum Dominum: venite adoremus ("Venite, adoriamo il Re Signore che sta per venire"), e vi intervalla alcuni passi dei profeti sulla venuta del Messia (Sofonia, Michea, Isaia).
In secondo luogo sono caratteristiche le Antifone maggiori, che precedono il canto del Magnificat nei vespri dei giorni che vanno dal 17 al 23 dicembre, e che la liturgia della Messa riprende nel versetto alleluiatico. Sono anche dette Antifone in "O", poiché tutte cominciano con l'interiezione Oh, e tutte scritte nel secondo modo gregoriano. In queste antifone si invoca il Redentore con titoli propri sia dell'antico che del nuovo Testamento:
O Sapientia, quae ex ore Altissimi prodiisti, attingens a fine usque ad finem, fortiter suaviterque disponens omnia: veni ad docendum nos viam prudentiae. | O Sapienza, che esci dalla bocca dell'Altissimo, ed arrivi ai confini della terra, e tutto disponi con dolcezza: vieni ad insegnarci la via della prudenza. | |
O Adonai, et dux domus Israël, qui Moyse in igne flammae rubi apparuisti, et ei in Sina legem dedisti: veni ad redimendum nos in brachio extento. | O Adonai, e condottiero della casa d'Israele, che sei apparso a Mosè tra le fiamme, e sul Sinai gli donasti la legge: vieni a redimerci col tuo braccio potente. | |
O Radix Jesse, qui stas in signum populorum, super quem continebunt reges os suum, quem gentes deprecabuntur: veni ad liberandum nos, jam noli tardare. | O Radice di Jesse, che sei un segno per i popoli, innanzi a te i re della terra non parlano, e le nazioni ti acclamano: vieni e liberaci, non tardare. | |
O Clavis David, et sceptrum domus Israël, qui aperis, et nemo claudit, claudis, et nemo aperuit: veni, et educ vinctum de domo carceris, sedentem in tenebris, et umbra mortis. | O Chiave di David, e scettro della casa di Israele, che apri e nessuno chiude, chiudi e nessuno apre: vieni e libera lo schiavo dal carcere, colui che è nelle tenebre, e nell'ombra di morte. | |
O Oriens, splendor lucis aeternae, et sol justitiae: veni, et illumina sedentes in tenebris, et umbra mortis. | O Oriente, splendore di luce eterna, e sole di giustizia: vieni ed illimina chi è nelle tenebre, e nell'ombra di morte. | |
O Rex Gentium, et desideratus earum, lapisque angularis, qui facis utraque unum: veni, et salva hominem, quem de limo formasti. | O Re delle Genti, da loro bramato, e pietra angolare, che riunisci tutti in uno: vieni, e salva l'uomo, che hai plasmato dal fango. | |
O Emmanuel, Rex et legifer noster, expectatio gentium, et Salvator earum: veni ad salvandum nos, Domine, Deus noster. | O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza delle genti, e loro Salvatore: vieni e salvaci, Signore, nostro Dio. |
Sin dall'alto medioevo è stato osservato che, considerando le lettere con cui iniziano i titoli del Redentore (la seconda lettera dopo la "O" in ogni antifona) in ordine inverso si ottiene l'acrostico «ERO CRAS», che dal latino significa "Sarò domani"; come una risposta del Salvatore a coloro che per sette giorni l'hanno così invocato.
L'appuntamento è pertanto a partire dal 16 dicembre, con l'inizio della Novena e il canto del Magnificat durante la Messa feriale delle 18:30.
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