In effetti ricordiamo tutti le vicende che lo scorso Natale hanno coinvolto l'Egitto, dove a causa di diversi attentati sono cadute molte vittime, fra i cristiani copti, per il solo fatto che stavano partecipando alla Messa. Tuttavia da Natale, complice anche lo spostamento dell'attenzione dell'opinione pubblica mondiale sui fatti ben noti dell'intero nord Africa, i telegiornali non ne hanno più parlato. Con il meccanismo per cui se il telegiornale o il giornale non ne parla il fatto non è accaduto, oggi ci disinteressiamo completamente delle migliaia di morti cristiani che ogni giorno cadono sotto le armi e gli attentati. Soltanto un anno fa l'uccisione di mons. Luigi Padovese, vicario apostolico in Anatolia, poco più di tre mesi fa l'assassinio del ministro pakistano per le minoranze (nonché unico cattolico al governo), Shahabaz Bhatti: eppure sembrano passati degli anni. Per non parlare di Asia Bibi, che probabilmente i nostri ragazzi nemmeno sanno chi sia, la donna arrestata e condannata a morte sempre in Pakistan ormai due anni fa, a causa della vergognosa legge sulla blasfemia in vigore in quello stato; e non dimentichiamo il governatore del Punjab, Salman Taseer, ucciso da una delle sue guardie del corpo nel gennaio dell'anno scorso per aver voluto difendere la donna cristiana. Casi come questi nel mondo si ripetono ogni giorno, anzi: secondo lo studio reso noto da Introvigne, ogni 5 minuti.
Ma non serve andare in Pakistan, India, Cina, Egitto, per trovare episodi di intolleranza di questo tipo contro i cristiani. E' di domenica scorsa, 5 giugno, la notizia che nella civilissima e "accogliente" (come qualcuno nei giorni scorsi l'ha definita) città di Milano, un gruppo di una ventina di giovani dei centri sociali ha fatto irruzione in una chiesa, gridando slogan offensivi contro i preti, costringendo il vescovo ausiliare che celebrava in quel momento la Messa ad interrompere, fino a che, tra gli spintoni e gli insulti, i giovani manifestanti si ritirassero sul sagrato. Il tutto era stato annunciato nel novembre dello scorso anno, quando apparvero delle scritte vergognose sui muri dell'oratorio. E tutto questo perché in quella parrocchia un sacerdote ha osato dare aiuto, per mezzo di alcuni psicologi, ad alcune persone con tendenze omosessuali che sentivano come sbagliata questa loro inclinazione, e desideravano superarla. Un fatto di questo genere è normalemente qualcosa di molto grave, che dovrebbe avere un'eco abbastanza ridondante sulle più comuni testate giornalistiche; invece, a parte qualche eroica eccezione, non se ne è dato affatto lo spazio che meritava. Proviamo, per contro, ad immaginare cosa sarebbe successo se un gruppo di cristiani avesse fatto irruzione in una moschea per manifestare, ad esempio, contro la concezione integralistica che certi musulmani mostrano di avere nei confronti delle donne. Ironia della sorte, questi tollerantissimi giovani volevano manifestare contro l'intolleranza della Chiesa.
Ma gli esempi non sono finiti: ad esempio l'anno scorso si sono moltiplicate le scritte sui muri della sede di Scienza e Vita a Milano, sempre per protestare contro l'intolleranza dei cattolici, contro uno psicologo americano, Joseph Nicolosi, che da anni mette in pratica un metodo riparativo nei confronti di quelle persone che di propria volontà chiedono aiuto per superare le tendenze omosessuali. Fatti che ricordano da vicino l'episodio avvenuto all'università La Sapienza, contro papa Benedetto XVI, al quale è stata tolta, sempre in nome della tolleranza, la libertà di espressione.
Per non parlare, poi, delle innumerevoli scritte sui muri che noi stessi vediamo con i nostri occhi nelle nostre città, degli episodi di derisione ed intolleranza a causa del proprio credo cattolico, per i quali molti di noi, soprattutto giovani, desistono e cedono al modo di pensare comune: meglio essere e farsi vedere atei piuttosto che cristiani, o comunque meglio essere cristiani al passo coi tempi, che dicono sì alle coppie di fatto, all'aborto, al divorzio, all'omosessualità, all'eutanasia. Così si è più alla moda, più inseriti nel gruppo, si hanno più possibilità in ambito lavorativo, rispetto a quelli che testimoniano la propria Fede in mezzo alla gente, osando replicare a quelli che, con scherno e forti dell'arroganza di certi mezzi di comunicazione, disprezzano la Chiesa e la sua dottrina senza nemmeno sapere che cosa dice in realtà. Proprio il grande numero di episodi di questo tipo fa dire a molti: "Che vuoi che sia una scritta sul muro, una risata alle spalle o in faccia, una turba di giovani esaltati che ti gridano dietro quando sei in chiesa? Succede tutti i giorni, perché un giornale dovrebbe parlarne?". In effetti, ormai, questo accade tutti i giorni, e sotto il nostro naso, così come i cristani muoiono ogni giorno, anzi, ogni 5 minuti, nelle parti del mondo che fino a ieri pensavamo fossero "lontane". Chissà se anche lì i nostri fratelli cristiani pensano che questi atti di "civile intolleranza" non meritino di essere riportati sui mass-media.
Di seguito l'articolo odierno di Massimo Introvigne ed alcuni altri articoli sui fatti di Milano di domenica scorsa, tratti sempre da La Bussola Quotidiana:
- Cristiani uccisi, uno ogni 5 minuti, di Massimo Introvigne;
- Milano, assalto in chiesa. Un problema di genere, di Marco Invernizzi;
- Gli indignati strabici, di Vincenzo Sansonetti.
Nessun commento:
Posta un commento