Tuttavia anche oggi, almeno in ambito liturgico, le norme raccomandate dal Concilio, in continuità con quanto accadeva prima, consentono, a chi pone una certa attenzione, di notare la differenza rispetto alle altre domeniche di Quaresima. Innanzitutto le vesti liturgiche: mentre il colore liturgico quaresimale è il viola, fusione del rosso (che simboleggia il Sangue di Cristo effuso durante la sua Passione) e del blu (che sta, invece, per la temperanza a cui i fedeli sono chiamati nei loro comportamenti specialmente in questo tempo forte), in questa domenica vedremo il rosaceo, che vuole essere una sorta di viola già contaminato dal bianco, colore della festa di Pasqua ormai vicina. Oggi è consentito anche porre dei fiori tra gli addobbi dell'altare, mentre per il resto della Quaresima non è possibile.
Un altro segno di grande importanza riguarda la musica liturgica; chi ha fatto attenzione (e sempre ammesso che i responsabili del canto e della musica liturgica delle vostre chiese abbiano osservato quanto prescritto dalle rubriche), avrà notato che nelle domeniche scorse il canto e l'organo sono sembrati molto discreti. L'organo, infatti, non può suonare da solo in Quaresima, ma può essere utilizzato soltanto per accompagnare il canto, lasciando ampio spazio al silenzio. Che vi sia questa cura, da parte dei libri liturgici, nei confronti della musica e del canto quaresimali è un ulteriore segno che essi sono parte integrante della liturgia, e non un orpello che serve solo per decorare. Ebbene in questa domenica anche l'organo darà un senso maggiore di festa, potendo accompagnare alcuni momenti delle celebrazioni con intermezzi musicali ora solenni, ora più sommessi.
Tutto questo potrebbe sembrare inutile; non la pensa così il Magistero della Chiesa, che tra i segni esteriori che compongono la liturgia ha voluto, nel corso dei secoli, inserire questi elementi, col preciso scopo di far avvertire ai nostri animi la presenza del Signore accanto a noi, e la sua vicinanza anche nella difficoltà e nella prova, rappresentati dall'austerità propria del tempo di Quaresima. La liturgia è fatta di segni esterni, che però parlano al cuore dei fedeli veramente disposti ad ascoltarla. Questa è la grande responsabilità di chi si occupa della liturgia nelle nostre chiese: essa non è lasciata al loro arbitrio, ma è affidata alla loro custodia, e devono essere consapevoli che è tramite la liturgia che il Signore parla al cuore dei fedeli. Se pensiamo di infarcire la liturgia di elementi mondani (musiche, atteggiamenti, gesti) solo perché ci piacciono, la impoveriamo tremendamente, e ci rendiamo responsabili anche di non aver avvicinato il Signore al cuore di chi a quella liturgia ha assistito.
Ascoltiamo dunque l'introito previsto per domani (anche dalla liturgia post-conciliare, checché se ne pensi): ed osserviamo come la musica (il canto gregoriano e il falsobordone polifonico scelto in questo video) aiutino a far percepire la gioia a cui ci invita il profeta. Non a caso questo brano è scritto sul quinto tono gregoriano, che è riconosciuto per esprimere "allegrezza, letizia per coloro che sono tristi e gioia".
Lætáre Jerúsalem: et convéntum fácite ómnes qui dilígitis éam: gaudéte cum lætítia, qui in tristítia fuístis: ut exsultétis, et satiémini ab ubéribus consolatiónis véstræ. Lætátus sum in his quæ dícta sunt míhi: in dómum Dómini íbimus. | Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con essa voi tutti che avete partecipato al suo lutto. Così succhierete al suo petto e vi sazierete delle sue consolazioni. Quale gioia quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore. |
E' cosi' bello essere consolati........
RispondiEliminaGrazie per darci la possibilità di ascoltare la musica che ci collega al Paradiso.........
Prego, e grazie per il commento!
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